Capitolo 40-Il Vestito Bianco

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Volge lo sguardo lungo la stanza ormai svuotata dai suoi effetti personali e sospira. Non pensava potesse essere così doloroso, in quella casa ha passato gli anni più belli della sua vita, è diventata donna, ha gioito e sofferto, l'ha vista innamorarsi e poi quasi perdersi ed ora, che sta lasciando quell'appartamento per una nuova destinazione, una fitta di nostalgia le stringe il petto.

"Sei pronta?" Sangio le arriva alle spalle, appoggiando dolcemente le mani attorno al collo e baciandole la testa, fra i capelli.

"No, pensavo di esserlo ed invece mi viene da piangere a guardare tutto questo per l'ultima volta."

"È normale è stata la tua casa per cinque anni, vedrai che ti abituerai presto al nuovo appartamento, sono tutte qui le tue valigie?" Giulia sembra non averlo sentito, continua a fissare ogni angolo della casa che sta lasciando, come se non riuscisse a rassegnarsi.

"Qui ho inseguito i miei sogni, mi sono innamorata, ho pianto e riso fino allo sfinimento, ci pensi che qui è stata anche la nostra prima volta?"

"Certo, lo ricordo perfettamente, eravamo così giovani."

Lei annuisce sorridendo. "Giovani ed emozionati, e tanto innamorati."

"Hei, guarda che lo siamo anche ora." la avvolge con le sue braccia, cercando di scacciare via la malinconia.

"Forse un po' troppo emozionati, non è che sia stato un granché."

"Scemo, è stato bellissimo."
Sorride al ricordo, quei due ragazzini appena maggiorenni, che si mangiavano con gli occhi e che non pensavano a cosa sarebbe potuto accadere, ma solo al fatto che erano talmente innamorati che il mondo attorno sembrava scomparire.

"Preferisco ricordare l'ultima volta, anzi quella che ancora dovrà accadere, nel nuovo appartamento."

"Smettila, non sei per niente romantico." gli pizzica il braccio con le dita, mentre lo sente lamentare per il dolore.

"Sono molto romantico, dobbiamo creare delle nuove abitudini, richiede molto allenamento."

Rassegnata si libera dal suo abbraccio, invitandolo a prendere le sue valigie.

"Hai promesso di portarmi fuori a cena per festeggiare la casa nuova, almeno questo lo puoi fare?"

"Sarò puntuale, da te alle nove."
Mantiene la promessa e quando mancano cinque minuti all'orario dell'appuntamento, suona alla porta del nuovo appartamento.

"Entra è aperto, mi sto finendo di cambiare."

Entra spingendo la porta che non si era accorto avesse lasciato socchiusa.

"Quante volte te l'ho detto di non lasciare la porta aperta, lo sai che non voglio..." si blocca vedendola comparire sporgendosi dalla camera da letto, fasciata in un vestito bianco che ne esalta le forme e scende morbido sulla pancia piatta e sui fianchi. La vista gli si annebbia, mentre una fitta lancinante gli perfora la testa e le tempie prendono a pulsargli come se qualcuno le stesse percuotendo violentemente. Deve fermarsi, perché prende a girargli la stanza intorno e si porta le mani alle tempie, serrando gli occhi con forza.
Giulia gli corre incontro, sorreggendolo quando lo vede barcollare.

"Tutto bene? Sei sbiancato, dimmi qualcosa, non farmi preoccupare." lo trascina dolcemente fino al divano, aiutandolo a sedersi. Prende la testa fra le mani, perché quel pulsare non ne vuole sapere di cessare ed anzi cresce di intensità.

"La testa, mi fa un male cane."

"Aspetta, dovrei avere un calmante." corre in bagno per frugare nell'armadietto dei medicinali per tornare con un antidolorifico, che gli fa inghiottire con un po' d'acqua.

Perso Nel BuioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora