Capitolo 22-I Ricordi Fanno Male

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"Ceni con noi Giulia?" Il sorriso che si apre spontaneo sul suo viso, mentre muove la testa per confermare la sua volontà, è come un seme che va a posizionarsi nel petto di Sangio, espandendosi all'istante ed irradiandolo di calore che scende fin dentro lo stomaco.
Scatena sensazioni che aveva soppresso sotto un senso di colpa che ancora si agita in lui, muovendosi come un mare che  si infrange sulle pareti della sua anima, tentando di venire a galla. Proprio non riesce a farlo affiorare quel ricordo che lo blocca nelle sue sensazioni più profonde, sa che liberarsene sarebbe un sollievo ma anche l'evidenza di una verità che non è certo di voler conoscere, per quanto possa essere spaventosa.
Sente la mano di Giulia scivolare sulla sua gamba, fermandosi all'altezza del ginocchio e allora la cattura con la sua, desiderando di non doversene separare per tutta la cena.
E sembra che Giulia abbia lo stesso desiderio, perché non accenna a muoverla da quella posizione nonostante lui debba usare la sua per mangiare, tornando subito a cercare nuovamente il contatto non appena possibile.

"Quindi fra poco ti diplomi, un bel traguardo, e dopo cosa ti piacerebbe fare?"

"Per ora ho firmato un contratto per il corpo di ballo che accompagna un gruppo in tour quest'estate, vorrei lavorare come ballerina, mi piacerebbe diventasse la mia strada. Non è facile, ma spero di averne la possibilità."

"È la più brava, ci riuscirà sicuramente." L'ha detto con una tale sicurezza, Sangio, che nessuno ha opposto obiezioni. Mentre pronuncia quelle parole immagini di un passato non troppo lontano travolgono la sua mente, prendendone possesso e si trova a chiudere gli occhi, mentre la stanza intorno prende a girare vorticosamente. Sente la mano di Giulia accarezzargli la schiena e quel tocco non fa che acutizzare le sue percezioni.

"Scusate, torno subito, ho bisogno di un po' d'aria." Si alza per uscire in giardino, perché la violenza di quello che ha riportato alla mente l'ha lasciato scosso. Si appoggia al muro, cercando di calmare il respiro ed il battito scomposto in mezzo al petto.

" Sangio, tutto ok? Sei impallidito, cosa ti succede?" Riapre gli occhi e se la trova accanto, lo sguardo attento e la preoccupazione dipinta in volto.
La stringe fra le braccia, perché ancora non riesce ad esprimere a parole ciò che ha visualizzato nella sua mente e tutte le sensazioni di quel giorno lo travolgono nuovamente.

Mi osserva, sento il suo sguardo addosso, mentre cerco di concentrare la mia mente su quello che sto facendo, perché le fitte che avverto in mezzo al petto mi tolgono il respiro. Me ne sto andando, sto portando via quelle poche cose che abitavano il nostro mondo, in cui ci eravamo trasferiti da neanche due mesi, in prospettiva di una nuova vita.
Sto buttando tutto in una valigia, come se una vita potesse essere racchiusa dentro un oggetto senza anima, come se tutte le percezioni che mi stanno attraversando la pelle potessero essere catturate ed annullate, come se quel vuoto che sento nello stomaco potesse essere riempito da quelle cose che sto portando via.
Non la guardo, non potrei, se solo incontrassi il suo sguardo credo che crollerei, sono un equilibrista in bilico su di un filo sottilissimo e lei è il mio passo falso. Non so come trovi il coraggio di farlo, sono mosso da un dolore che sento togliermi il fiato, come se uscendo da lì fossi sicuro di avere liberato lei da qualcosa di ancora più terribile di quello che ci è già successo, qualcosa che sto cercando di annullare dalla mia mente ma che non ne vuole sapere di staccarsi dalla mia pancia.
Chiudo la valigia, credo di aver preso tutto e per un attimo sento che quello che sto facendo è una pazzia, perché ogni cellula del mio corpo mi grida il suo nome.

"Restituisco le chiavi a Pier la settimana prossima, appena ho liberato l'appartamento." Sento la sua voce ma è un suono lontano e mi costringo a voltarmi verso di lei, per un'ultima volta.

"Non dimenticare mai che sei la migliore e quel cazzo di mondo la fuori sta aspettando te."

La vedo abbassare lo sguardo e ringrazio di non dover affrontare i suoi occhi che mi renderebbero ancora più colpevole.

Perso Nel BuioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora