Capitolo 26-Siamo Simili

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L'azzurro del mare si staglia davanti ai loro occhi, mentre muovono lo sguardo a cercare il punto più lontano a cui poter arrivare, cercando di spingersi oltre. Sangio fa scorrere la sabbia umida fra le dita, soppesando quei granelli fini, per poi strofinarli sui polpastrelli per produrre quel fruscio appena percettibile, mentre aspira a pieni polmoni quell'odore trasportato dal vento di sale e umidità. La giornata non è troppo fredda in quel fine Marzo ed il vento leggero  scompiglia i capelli e crea piccole  onde a pelo d'acqua, quando il mare si infrange a riva, in uno sbuffo schiumoso.
Giulia ha il viso illuminato da un pallido raggio di sole, che crea giochi di luce fra le sue ciglia rendendole ancora più lunghe, mentre strizza leggermente gli occhi per ripararsi dal riverbero.
Anche le sue labbra sembrano ancora più rosse e morbide sotto quella luce che si riflette su di loro, mentre sorride leggermente, i capelli mossi dal vento che le ondeggiano davanti al viso, creando giochi sulle sue guance. La osserva cercando di non farsi scorgere, mentre lei scruta il cielo e poi volge lo sguardo verso l'orizzonte, il sole già alto nel cielo, perdendosi nei percorsi del suo viso, in quel profilo perfetto che lo incanta e che vorrebbe scolpire nella sua mente per portarlo con sé quando saranno distanti. È strano che per quanto non ricordi nulla del loro periodo di separazione, ne serbi il ricordo dentro il suo stomaco, in quel sordo dolore che si scatena ogni volta che lo riporta alla mente, conscio di averlo vissuto. Ha un bisogno fisico di colmare quella distanza e di riempirsi di quegli abbracci e di quei respiri che ha perso per strada.

"Quanto pensi che sia profondo il mare laggiù?"

Ha parlato senza voltarsi verso di lui, mantenendo lo sguardo a quel punto dell'orizzonte che si intravede in lontananza, fissando quella distesa blu.

"Non ne ho idea, ma a giudicare dal colore scuro, abbastanza."

"Mi ha sempre fatto un po' paura la profondità del mare, chissà cosa si nasconde in quelle oscurità."

Sangio si avvicina, passandole il braccio intorno alle spalle e sente che lei si abbandona contro il suo petto, reclinando la testa verso di lui.

"Quello che non possiamo vedere spaventa sempre, è normale."

"Un po' come i sentimenti?"

Ha voltato il viso verso di lui, scrutando i suoi occhi, con quella fanciullesca innocenza che lo scuote ogni volta, perché non c'è malizia nelle sue parole, nessun tipo di riserva quando gli mostra la parte più fragile di sé.

" Un po' come i sentimenti, quelli li puoi percepire e quasi sempre capisci se sono sinceri."

Giulia continua a scrutare il suo viso, come se volesse leggergli dentro, fino in fondo all'anima.

"Lo vedo dai tuoi occhi, sanno di buono quando mi guardi, hanno la voglia di camminare con me, sbaglio forse?"

La stringe forte a sé, perché quello che gli sta esplodendo nel petto è difficile da soffocare, ma anche da poter spiegare a parole,  è qualcosa di così potente che si chiede quasi se sia in grado di sopportarlo.
Lei rabbrividisce fra le sue braccia, avverte il tremito che la scuote.

"Hai freddo? Vuoi che rientriamo?"

Scuote la testa, appoggiata al suo petto si lascia stringere da quelle braccia che la fanno sentire al sicuro.

"Non ancora, stiamo un altro po' qui, si sta così bene, domani parti e voglio godermi ogni istante che ci resta."

"Sto via solo due settimane, passano in fretta, vedrai."

Giulia si stringe nelle spalle, poco convinta da quella sua affermazione.

"Ci si abitua così in fretta alle cose belle, succede anche con quelle brutte?"

Perso Nel BuioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora