Capitolo 41-Le Chiavi

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"Abbassero' un po' le luci, siediti comodo su quella poltrona, stendi le gambe e rilassati."

Sangio segue le sue indicazioni, non prima di aver sollevato lo sguardo verso Giulia.

"Giulia, puoi metterti qui alle sue spalle, è meglio se non ti ha nel suo raggio visivo, potrebbe distrarsi."

Chiara si accomoda su una sedia accanto a Sangio, leggermente spostata alle sue spalle in modo che non possa vederla, se non ruotando la testa.

"Dovrai seguire il suono della mia voce, stai tranquillo e libera la mente da qualsiasi pensiero. Faremo qualche visualizzazione per farti rilassare."

Guidato dalla voce calma e rilassata di Chiara, mentre la segue negli esercizi di respirazione e di visualizzazione di panorami tranquilli,
lentamente scivola in uno stato di profondo rilassamento, in cui il mondo intorno cede lentamente i contorni per concentrarsi solo sul suono delle parole della sua terapeuta.

"Mi senti? Segui il suono della mia voce e rispondi alle mie domande, hai capito?"

"Si."

"Torniamo a quel giorno, è sera, tu e Giulia siete alla festa di compleanno di Daniele. Giulia indossa il vestito bianco e siete nella sala in mezzo alla gente, puoi vedere Giulia accanto a te?"

"Si, la vedo."

"Cosa sta facendo?"

"Balla a ritmo della musica che suonano nella sala e sorride, è felice."

"E tu cosa stai facendo?"

"La guardo e sono felice."

"Va bene, adesso cerchiamo la seconda chiave. Guarda le tue mani, cosa vedi?"

Giovanni si agita leggermente sulla poltrona, il suo respiro si fa più concitato e affannoso. Giulia fa per muoversi ma Chiara la blocca con un cenno della mano, non può permettere che lo tocchi annullando lo stato di torpore nel quale è crollato.

"Tranquillo, va tutto bene, respira profondamente e concentrati, inspira lentamente, con calma, attorno a te c'è silenzio e quiete, ascolta il tuo petto che si alza ed abbassa."

Lentamente il respiro di Sangio torna a scorrere con lentezza, il viso torna rilassato e placido.

"Torniamo alla festa. Cosa vedi tra le tue mani?"

"Non vedo.. Nulla..."

"Guarda meglio... Oro Rosso.."

"Daniele mi ha versato un calice di vino rosso, Giulia non vuole che beva, ma è la sua festa, stiamo bene e ci stiamo divertendo, lo bevo tutto d'un fiato e me ne verso un altro. Scende giù bene, mi sento felice. Non può accadere nulla di male stanotte."

"Quanti ne hai bevuti Giovanni?"

"Non lo so, quattro o cinque, non di più, mi sento un po' su di giri, ma sto bene."

"Che ore sono?"

"Non lo so, ho perso il senso del tempo, forse le tre o le quattro. Non dormo da due giorni, ho passato la notte scorsa a scrivere, mi sentivo ispirato, non mi sentivo così da tanto tempo."

"Va bene Giovanni, va tutto bene, respira con calma ed espira lentamente. Continua a seguire la mia voce."

Giulia si tormenta le mani, osservando Giovanni che si addentra nei ricordi di quella sera. Non si era accorta che avesse bevuto tanto, l'aveva perso di vista per un po', aveva incontrato alcune ragazze dell'accademia e si era attardata a parlare con loro, lasciando che lui festeggiasse con i suoi amici.
Non sa dove lo stia conducendo Chiara ma incomincia a sentirsi agitata. Ricorda quasi tutto di quella sera e ancora non le è chiaro dove lo stiano portando i suoi ricordi e perché quel preciso momento sia così di vitale importanza. Per lei era stata una sera come le altre, una di quelle sere felici in cui la consapevolezza di essere incinta le colorava le guance di gioia perché lui era così contento e così innamorato che non perdeva occasione per dirglielo o per dimostrarglielo e anche quella notte si era conclusa amandosi con passione, tanto che il ricordo ancora la faceva rabbrividire.

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