"Buongiorno Ma'." Lidia l'ha sentito scendere le scale, avvicinandosi silenzioso alle sue spalle ed ora se lo ritrova che l'abbraccia e le da un bacio sul collo.
"Buongiorno Giovanni, dormito bene?"
Annuisce piano con la guancia appoggiata a quella di lei.
"Fai colazione?"
"Dopo, piuttosto avresti un antidolorifico?"
Lidia si volta per scrutarlo in viso, ha gli occhi segnati di scuro e anche il broncio non è dei migliori.
"Hai mal di testa?" Se li ricorda bene i suoi attacchi d'emicrania, che lo costrigevano a stare a letto
al buio per tutto il giorno e spera che non abbiano fatto ritorno."Non io, Giulia."
"Giulia? Ma non era tornata a casa?"
Sangio sorride, adesso come glielo spiega che si era presentata nel cuore della notte ed in quelle condizioni poi?
"È meglio che non fai domande. Allora questo antidolorifico?"
Le sfoggia uno dei suoi sorrisi migliori, che spera possano distrarla."Va bene, fate pure i misteriosi voi due." finge risentimento ma in fondo è contenta che lei sia a casa loro, quando è presente nel giro di pochi metri da lui il suo umore è sempre volto al sereno.
"Ecco la medicina e porta a quella povera ragazza anche qualcosa da mangiare."
Sistema su un vassoio qualche pancakes appena fatto ed un bicchiere di succo d'arancia."Dopo scendete a prendere il caffè." Sangio le lascia un ultimo bacio sulla guancia afferrando il vassoio per salire in camera, quando si sente richiamare.
"Giovanni, me lo diresti se ci fosse qualche problema?"
"Va tutto bene mamma, ci serve solo un po' di tempo."
Aveva raccontato loro a grandi linee quello che era accaduto, senza scendere nei particolari, perché voleva potesse rimanere una cosa solo loro e che avrebbero cercato di superare insieme. Ma si sa le mamme hanno sempre un sesto senso in queste cose e la sua non fa eccezione. Lo guarda risalire le scale sorridendo, lo sa che il tempo sistemerà tutto, lo sente nel profondo del suo cuore.Sento qualcosa di caldo sfiorarmi la guancia, risalendo lentamente fino al mio orecchio, sistemando con delicatezza le ciocche di capelli dietro la mia spalla. Vorrei aprire gli occhi ma le palpebre sono così pesanti che si rifiutano di sollevarsi. Poi delle labbra sfiorano le mie; provo a muovermi perché so che sono le sue, anche se non realizzo ancora dove mi possa trovare. La mia mente è vuota, come se avesse resettato tutti i pensieri in un attimo.
"Non ti conviene fingere di dormire, tra poco inizia la guerra del solletico." la sua voce ha accarezzato il mio orecchio, facendo reagire il mio corpo, che si scuote di brividi. Sorrido, provando ad articolare qualche suono, ma le mie labbra sono come incollate.
"Non sto fingendo." Doveva essere una risposta sensuale ed invece ne è uscito un suono roco e strozzato, da baritono.
Mi costringo ad aprire gli occhi e quando provo a mettermi a sedere una fitta lancinante mi trapassa la tempia, costringendomi ad abbassare nuovamente la testa."Piano, so quanto sia doloroso il mal di testa post sbornia."
"Non mi sono ubriacata." piagniucolo, ma non ci credo neanche io.
"No, però eri tanto carina stanotte mentre provavi a sedurmi."
Mi copro il viso con le braccia, perché improvvisamente le immagini di poche ore prima mi tornano alla mente e anche come è andata a finire e mi vergogno enormemente. Mi aiuta a mettermi seduta, mentre la mia testa decide di avviare un tamburo rumoroso che mi scuote le tempie, a ritmo di musica.
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Perso Nel Buio
FanfictionSvegliarsi una mattina ed aver perso memoria dell'ultimo anno della propria vita; svegliarsi e trovare tutto cambiato, e non sempre in meglio. Giovanni, il giorno del suo ventitreesimo compleanno, si trova a fare i conti con una nuova vita, di cui n...