Capitolo 14-Non Voglio Perderti

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Era diventata la loro routine; Giovanni si svegliava molto presto e passava a prendere la colazione, le bussava alla porta e lei lo faceva entrare, con un sorriso che non poteva fare a meno di spuntare sul viso nel vederlo.
Mangiavano seduti al tavolo della cucina parlando poco, per lo più si guardavano, studiandosi attentamente. Era un cercare di riconoscersi dopo la distanza dell'ultimo anno, tentavano di capire cosa fosse cambiato, quali nuove espressioni solcassero il loro viso, quali strani cambiamenti lo avessero  attraversato. Poi lui la accompagnava all'accademia, nel tragitto in macchina si informava sempre su quale sarebbe stata la sua giornata, anche se già sapeva dove l'avrebbe trascorsa. Non parlavano del passato, era qualcosa di troppo gravoso che rimaneva fra loro come un immenso buco nero, che li teneva a distanza. Lei aveva preso a salutarlo con una carezza fra i capelli, un gesto fra l'intimo e la paura di stabilire un contatto troppo stretto, come poteva essere un bacio dato sulla guancia.
Questo equilibrio sembrava funzionare, anche se era in bilico su un filo sottilissimo, che si sarebbe potuto spezzare in qualsiasi istante.
Una mattina non si era presentato, l'aveva aspettato fino all'ultimo e poi era dovuta scappare in accademia, facendosi accompagnare da Serena, con una strana ansia nella pancia. Se aveva avuto un imprevisto, perché non l'aveva avvertita? Forse si era già stancato di quei pochi momenti rubati alla sua quotidianità e preferiva passarli insieme a qualcun'altra, allora perché non dirglielo semplicemente?
Lo sapeva che sarebbe arrivato questo momento ma non si aspettava quella sensazione di vuoto in fondo allo stomaco.

"Tutto bene Giù? Sei silenziosa e hai una faccia che non mi piace per niente. È perché non vi siete visti stamattina?"

Serena cerca di capire il suo stato d'animo, perché avverte la delusione nel suo sguardo.

"Non si è neanche degnato di avvertirmi, lo sapevo che prima o poi sarebbe successo."

"Magari non può, hai provato a chiamarlo?"

"Non ci penso neanche, è tutto sbagliato Serena, devo dare un taglio netto, mi sto solo facendo del male."

L'amica ferma la macchina vicino all'accademia e si volta a fissarla, cercando il suo sguardo.

"Ascolta, io non sono nessuno per darti consigli o voler entrare nella tua vita, ma in questi giorni vi ho visti, ho notato il tuo sorriso quando sei con lui e non ho potuto fare a meno di osservare il suo sguardo. Non sono particolarmente brava a capire i sentimenti, ma quello che si percepisce dai suoi gesti e dal modo in cui il suo sguardo si posa su di te è qualcosa di così intenso che non può essere ignorato. A questo punto o dai un taglio netto e non ci pensi più, o cerchi di capire cosa sia successo, perché sono sicura che qualcosa sia accaduto."

L'ha detto con dolcezza, anche se il modo in cui ha sostenuto il suo sguardo ha fatto capire a Giulia che forse sta sbagliando il punto di vista. Non vuole ricadere di nuovo in quel tunnel, ma forse prima di decidere di rompere quel filo gli deve dare modo di spiegare.

"Solo perché ti voglio troppo bene, ma vedrai che ho ragione io."

Prende il telefono e compone il suo numero, ricevendo in risposta il messaggio di numerazione non raggiungibile.

"Ha il telefono staccato."
Il dubbio comincia ad insinuarsi nella sua voce, mentre il suo stomaco le manda segnali di agitazione, a cui non può sottrarsi.

"Potrei scrivere ad Alberto, è un po' che non ci sentiamo, cosa posso dirgli? Ciao, sai dov'è Giovanni?  Mi prenderà per pazza."

"Chiamalo, magari Gio' ha solo il telefono scarico e ha avuto un piccolo imprevisto, e se fosse altro?"

Le parole di Serena le hanno messo una strana agitazione addosso, scorre la rubrica e trovato il numero di Abe si mette subito in comunicazione.

"Pronto, Giulia?"

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