[R]H_ATTACK.DXB

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2015年 10月 16日,
ore 00:43.


alla prima occasione utile, kyōko matsumoto decise di portare a casa la sua ragazza, una giovane alfa conosciuta a una competizione sportiva. le due si frequentavano da qualche mese e avevano una relazione tanto dolce quanto passionale. nonostante la distanza, riuscivano a sentirsi spesso e a sostenersi a vicenda nei rispettivi ambiti: yua era un'atleta, una nuotatrice abile e promettente nel mondo del nuoto. una ragazza alta, snella e dallo sguardo perforante. la sua chioma bionda catturava spesso l'attenzione, ma non come il fatto che la giovane fosse un'alfa di buona famiglia.

kyōko, studentessa di legge, non riusciva a trovare aspetti negativi nel frequentare una bella ragazza come yua. sebbene provenissero da mondi diversi, sembravano essere nate per completarsi. la bionda e la mora, la studiosa e la sportiva.

"i tuoi dove sono?" chiese l'alfa.

"fuori città... per un matrimonio molto speciale." kyōko le baciò le labbra lentamente.

"e i tuoi fratelli?"

"nelle loro camere. dormono già... se stiamo attente, andrà tutto bene." la baciò ancora.

la bionda spinse la ragazza contro il materasso, la sovrastò con il suo corpo e iniziò a riempirla di baci leggeri, dalla fronte al seno ancor coperto. aiutò la beta a svestirsi e le sfilò l'intimo con decisione, per farla eccitare. l'idea di essere sole — o quasi — creava frenesia in entrambe. kyōko, che andava stimolandosi i capezzoli, assisteva al modo provocante con cui la ragazza aveva deciso di baciarle le cosce. l'intento era chiaro, ma alla beta piaceva giocare a fare l'innocente, quindi si limitò a osservarla con un'espressione curiosa.

"cosa vuoi farmi?"

l'alfa si tolse la maglia e si slacciò il reggiseno senza perdere altro tempo: voleva dedicarsi alla mora. e così fece.

le succhiò le areole con così tanto vigore che nemmeno i lievi sussulti che emetteva furono in grado di farla rallentare. le divaricò le gambe e si perse a guardare il colore roseo delle sue grandi labbra, sfumatura tanto vivida quanto il desiderio di yua di appropriarsene.

la mora gemette quasi subito alla calda sensazione della lingua altrui; con una mano continuava a stuzzicarsi le zone erogene, mentre con l'altra, più tremante e incerta, carezzava le bionde ciocche dell'alfa intenta a soddisfarla.

oltre quel muro bianco apparentemente spesso, però, si trovava kaoru. il ragazzo si era svegliato da qualche minuto e aveva in volto una smorfia di disgusto abbastanza evidente. osservava il soffitto per cercare di distrarsi e riprendere sonno, ma i gemiti sempre più feroci della sorella gli impedivano di farlo.

il moro dagli occhi blu si mise in piedi malvolentieri. afferrò uno dei preziosi cuscini di cui amava circondarsi e lasciò la camera da letto. aveva ancora lo sguardo confuso da quello che aveva sentito, ma questo non lo fermò dal raggiungere la camera di kōtarō, posta al piano inferiore. entrò di soppiatto e si stese accanto al fratello, che si svegliò per lo spavento.

"scusa... ho bisogno di dormire..." sbiascicò kaoru.

"perché non lo fai in camera tua?"

"kyōko... non lo so, sento cose strane..." il ragazzo si stese e si coprì fino al mento "buonanotte..." concluse.

kōtarō era scettico, ma il fratellino era talmente esilarante che lasciò correre. chiuse gli occhi e continuò a riposare fino al suono invadente della sveglia.

alla mattina, infatti, l'allarme scosse entrambi i fratelli dalla lunga notte trascorsa a dormire; il letto era comodo e, come sempre, per kaoru era difficile abbandonarlo. così chiuse gli occhi e riprese a sonnecchiare senza pensar troppo.

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