KUNSTHOUSE.PRT

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2021年 03月 21日,
ore 10:45.


quando kaoru, kōtarō e kyōko erano bambini, il signor matsumoto li portava in giro, a spasso per negozi. i centri commerciali erano la tappa preferita della beta, il luogo in cui covava desideri e aspirazioni, dove credeva che sarebbe tornata, una volta diventata adulta. spingeva il viso contro le vetrine illuminate, osservava i manichini e si metteva in posa come le modelle delle pubblicità.

spesso il padre la prendeva in giro e la costringeva a metter su un broncio infantile, uno di quelli che durava fino a sera, quando poi l'uomo si scusava e le regalava un dolcetto. era difficile dire di no al proprio papà, quindi, pur avendo le guance rosse per la vergogna, fingeva di non essere più arrabbiata e accettava quel piccolo pegno in segno di perdono.

la bimba era l'unica figlia del giudice, era facile credere che fosse la più viziata dei tre: bambole, giochi, bei vestiti. non le era mai mancato nulla. passava le giornate a fingersi una principessa, ideava duelli, scontri tra il cattivo e l'eroe che l'avrebbe dovuta salvare. il principe veniva spesso descritto come un baldo giovane dalla chioma scura, il capello mosso e l'occhio chiaro.

nessuno avrebbe mai potuto pensare che la donna sarebbe convolata a nozze con una persona del suo stesso sesso, con dei tratti somatici differenti da quelli tanto amati: fluente capello liscio, occhi verdi come gli smeraldi, corporatura massiccia. yua era da sempre ritenuta il perfetto opposto di kyōko, l'altra faccia della moneta. eppure, nonostante l'aspetto mascolino, era convinta di voler indossare un abito da sposa tanto elegante quanto quello delle principesse disney con cui si era rifiutata di trascorrere la sua spensierata infanzia.

era prevista una cerimonia semplice, fuori città, lontano dagli occhi impertinenti dei passanti; entrambe le donne sarebbero state in presenza di parenti e di pochi amici. seppur non superstiziose e minimaliste nelle scelte, avevano concordato di non comprare l'abito da sposa assieme. kyōko non aveva alcuna intenzione di rovinarsi il matrimonio; oltre a ciò, voleva che la reazione della fidanzata fosse naturale e incontrollata, come nella maggior parte dei film d'amore.

le due non avevano alcun giorno simbolico, non erano attaccate ai numeri e al loro significato intrinseco, quindi, una volta concordata la data con il comune – presumibilmente nel mese di giugno – avrebbero iniziato a organizzare la festa, così come l'atteso viaggio di nozze.

"non fa troppo caldo a giugno?" kaoru sedeva accanto al fratello maggiore. i due uomini erano stati urgentemente convocati dalla loro sorella per assistere alla prova degli abiti che più le piacevano.

"meglio di agosto. è un mese carino, dai." kōtarō prendeva appunti come un giudice. era esilarante il modo in cui le sue abitudini lavorative si applicavano alla vita di tutti i giorni.

"ci sarà comunque da sudare."

"kaoru..." sbuffò kyōko "se l'avessimo fatto in autunno o d'inverno, ti saresti lamentato del freddo. e non provare a dire il contrario."

l'omega fece spallucce, poi diede un'occhiata agli appunti del maggiore e fece una smorfia. si sentiva poco coinvolto e al contempo poco interessato alla serie di eventi: era probabile che ancora dovesse realizzare che la sorella stava per sposare una donna, la compagna della vita. la osservava, la trovava bellissima, ma non riusciva a capire il perché di una scelta come quella. si chiedeva perché esistesse il matrimonio, quale fosse la sua utilità e, soprattutto, perché la gente lo trovasse un momento memorabile.

pur non commentando, kōtarō trovava le lievi espressioni del fratellino interessanti; sapeva che la pensavano allo stesso modo, ma credeva anche che fosse giusto rispettare le decisioni altrui.

la beta aveva indossato almeno sei capi unici, tutti divini, cuciti a mano da persone la cui esperienza era innegabile; eppure, proprio perché la qualità era eccezionale, si rivelava complicato fare una scelta. merletti, pizzo, pietre preziose: l'armonia di questi elementi era meravigliosa. gli zeri sui cartellini non spaventavano nessuno dei tre fratelli, le cifre erano sostenibili. in ogni caso hayato avrebbe gestito quella spesa. quello era l'ultimo regalo che l'uomo avrebbe fatto alla sua bellissima bambina, prima di lasciarla al "principe azzurro".

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