PS_DE_EUROPA.3DM

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2020年 09月 25日,
ore 22:00.


l'ingegnere ueda e l'architetto nakamura si osservavano con serietà e determinazione: portavano avanti un'importante partita a mario kart, titolo a cui giocavano da ore. "una partita o due", si erano detti, "dopodiché guardiamo un film". lo schermo della televisione, però, mostrava ancora i colori sgargianti del noto videogioco; le casse non riproducevano colonne sonore di commedie o opere d'avventura, bensì gli schiamazzi dei personaggi, i rombi delle vetture e gli effetti sonori più ambigui.

sakura aveva già vinto una decina di partite, era brava e abile a evitare di far cadere e rallentare il veicolo che selezionava. minato, invece, sembrava non essere in grado di capire la logica del gioco, spesso premeva i tasti sbagliati e, quando fronteggiava la fidanzata sulla pista arcobaleno, cadeva sempre per primo, fin dalle curve più semplici.

"non ho il mio controller, quindi non è la stessa cosa... stasera sei stata brava." disse l'architetto, poi si schiarì la voce.

"ecco la solita frase," sakura sospirò "ma perché non accetti la sconfitta?"

l'uomo non aveva molto orgoglio, quindi non passò molto tempo per fargli cambiare espressione. mise su un broncio infantile, voluto solo per far sorridere la donna. l'approccio pareva funzionare bene, il beta sapeva perdere con stile. era convinto che la consolazione della propria ragazza valesse più di qualsiasi altro premio del videogioco. per questo motivo chiuse gli occhi e attese uno o più baci altrui.

la donna, che ormai conosceva il ragazzo da tempo, si affrettò a riempirlo di baci lungo le tempie, sulla punta del naso e infine sulle labbra. non si trattenne nemmeno dall'approfondire il contatto; prese posto sulle sue gambe e sorrise, poi continuò indisturbata ad assaporare la sua pelle profumata.

"ma..." esordì l'uomo dopo qualche minuto di silenzio "lo stiamo per fare?"

"no, minato. hai perso la tua occasione quando hai deciso di dichiararmi guerra. però devo dire che eri molto carino mentre ti convincevi di potermi battere."

"la prossima volta giochiamo a casa mia. ti farò vedere che è una questione di controller..."

"ma amore. sei un architetto, dovresti calcolare bene gli spazi a prescindere dallo strumento che hai a disposizione! è vero che il metro facilita il lavoro, ma, banalmente parlando, un goniometro potrebbe aiutarti a fare le stesse cose."

la donna si alzò e lasciò il beta ancora più insoddisfatto. si tolse la vestaglia che indossava e si stese sull'enorme letto che aveva a disposizione nella camera dell'appartamento. l'architetto fece il suo ingresso qualche istante dopo, si arrampicò sul morbido materasso in memory foam e si stese accanto alla donna. abbracciarla fu senza dubbio il passo successivo.

"allora, ingegnere, mi dica: qual è il segreto per il successo?"

"beh, in realtà non c'è alcun segreto. bisogna credere in quello che si fa, impegnarsi e nutrirsi di tanto cibo. in fondo ho mangiato circa quattromila ciotole di riso in più di te." la donna rispose alternando verità a sarcasmo.

"vero... dovresti smettere di mangiare riso per circa quattro anni per permettermi di raggiungerti. impossibile."

"appunto. impossibile. quindi lascia stare. stenditi qui e lascia almeno che ti guardi un po' prima di dormire."

"di già?" minato si meravigliò "è presto..."

"probabilmente, ma ho troppo sonno... ho digerito la cena, le uniche forze che mi sono rimaste sono quelle per farmi una maschera." la donna si rimise in piedi e sospirò.

l'architetto rimase fermo sul posto, osservò la propria ragazza dirigersi verso il bagno, poi socchiuse le palpebre e iniziò a canticchiare un motivetto udito durante il corso della giornata. sembrava comune come i ritornelli sentiti in ascensore o come la musica di attesa dei call center. l'uomo cercava di capire da dove quella tenue melodia provenisse. schiuse gli occhi e si mise a sedere.

"amore, ma..." esordì ancora "hai già sentito questa canzoncina, no?"

sakura ascoltava le parole del beta, ma pareva prestare più attenzione alla selezione della maschera che avrebbe fatto quella sera. il carbone era un'ottima opzione, purificare sarebbe stato opportuno, ma aveva anche notato che la pelle era provata, secca, quindi gettò l'occhio sulla sheet mask all'aloé vera con acido ialuronico.

"è l'ending di un anime per bambini, amore." l'ingegnere prese le due maschere e tornò in camera per chiedere consiglio.

"ah, ecco. è tutto il giorno che ci penso..."

"questa o quest'altra?" chiese la donna, indicando le buste.

minato non sapeva ben dire la differenza, quindi scelse a sentimento, indicando la maschera con il packaging più colorato e piacevole. credeva che la confezione più curata avesse il prodotto più efficace. non se ne intendeva minimamente e sakura lo sapeva, però decise di affidarsi alla scelta dell'uomo.

"mamma ci ha invitati a cena la prossima settimana." minato riprese a parlare, seppur tenendo la voce bassa.

"non so se ho voglia di andare a rovinarmi il weekend, amore." pronunciò sakura, che nel frattempo era tornata in bagno per applicare la maschera.

l'architetto si mise in piedi e raggiunse la beta; riconosceva che l'argomento era delicato, ma, trovandosi in mezzo a due fuochi, non poteva fare a meno di intervenire per cercare di creare un legame tra le donne a cui teneva di più.
la madre di minato, la signora nakamura, era una donna di circa sessant'anni. la sua eleganza era evidente, la classe che aveva era da considerarsi quella d'altri tempi; oltre a ciò, la donna era pretenziosa e sapeva di poter ottenere qualsiasi cosa con un po' di perseveranza.
si era più volte scontrata con sakura, i cui ideali, visti come ribelli e volgari, avevano disgustato la donna più grande e avevano generato conversazioni poco piacevoli da sostenere. l'architetto non voleva contrariare la madre, ma ammetteva che spesso si era rivolta all'ingegnere in toni tutt'altro che rispettosi. e per questa ragione sakura preferiva evitare il contatto, seppur minimo, con la signora.

"dai, su... facciamo un altro tentativo. mi piacerebbe vedervi andare d'accordo."

"anche a me piacerebbe!" esclamò la donna dopo aver applicato la maschera in viso "ma lei ha solo voglia di umiliarmi e di chiamarmi immatura."

"posso farle cambiare idea... non ti ha ancora conosciuta bene."

"dopo circa otto mesi passati a sentire qualsiasi tipo di critica direi che basta così. capisco la tua posizione, ma io e tua madre non possiamo andare d'accordo. siamo troppo diverse." concluse la beta.

in quel momento, ancor prima di alterarsi, sakura ricevette un messaggio su LINE. lo schermo si illuminò abbastanza celermente da mostrare il nome dell'architetto ishikawa; minato lo notò all'istante e corrugò la fronte.

"perché tōma ti messaggia a quest'ora?"

"non ne ho idea..." la donna prese il cellulare in mano "sarà per la stessa storia."

"quale storia?"

"è da qualche giorno che il ragazzo che segue, kaoru matsumoto, non va allo studio a svolgere l'apprendistato." sospirò.

"è... scomparso?"

"no, sta benissimo. per un motivo che non conosco, l'apprendista mi ha detto che non sarebbe venuto più... e mi ha chiesto di ignorare qualsiasi richiesta di tōma."

"richiesta?" l'architetto nakamura sembrava interessato dalla storia tra il collega e il più giovane.

"tōma mi chiede se ho sentito matsumoto. io lo sento almeno una volta al giorno... ma dico a ishikawa che non ne so nulla. su richiesta dello studente."

"... e perché?"

"non ne ho idea. tra quei due deve essere successo qualcosa, altrimenti non mi spiego. solo che nessuno dei due è chiaro sull'argomento." concluse sbuffando.

"a volte basta essere diretti..." disse minato, componendo il numero di tōma.

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