GUGGENHEIM.PRT

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2020年 10月 08日,
ore 16:03.


anatomia umana: parole terribili alle orecchie di masaru, specialmente se legate a due degli esami universitari più difficili della sua vita; i tomi che doveva leggere e studiare costituivano la base sulla quale si sviluppava tutto il suo futuro e sapeva che si sarebbe potuto scordare di diventare un bravo cardiologo senza il giusto impegno. per quanto il beta fosse interessato alle lezioni e seguisse in presenza, doveva ammettere che il metodo che il docente utilizzava per spiegare i concetti era noioso; complicava le definizioni e faceva giri di parole comprensibili quasi a nessuno. forse, se avesse spiegato in una lingua differente, sarebbe stato più facile comprenderlo.

"mi stai ascoltando?" shun fece una smorfia, il castano era troppo distratto.

"ti ascolto. ammetto che però preferirei passare le giornate a pensare ai tuoi capelli..." masaru glieli carezzò e shun lo lasciò fare "scherzi a parte, mi preparavo mentalmente all'idea del mio primo voto negativo."

il beta dalla lunga chioma scosse il capo e tirò al ragazzo un pugnetto sulla spalla; cercava di rasserenarlo. non era da lui non pensare positivo, ma aveva ragione a preoccuparsi. anche per shun molte delle nozioni di anatomia furono difficili da apprendere, così come fu altrettanto complicato riuscire a passare con un bel voto.

"ti capisco, ma puoi farcela."

"tu esci sempre con il massimo." puntualizzò masaru.

"non è affatto vero, che ne sai?"

"sei intelligente e sai sempre tutto... vorrei essere così anche io. non è che potresti prestarmi il tuo cervello per l'esame?"

shun a quel punto assottigliò lo sguardo e sospirò. quel commento non aveva nulla di nocivo in sé, ma lo aveva infastidito. chiuse i libri e annunciò che sarebbe stato meglio tornare a casa. il castano scattò in piedi e deglutì, sperava di non aver offeso il maggiore. inoltre, osservando le sue espressioni, si chiese se andava bene provare a domandargli di uscire a bere, ancora una volta.

un giovane si avvicinò improvvisamente al beta più grande e gli mise un braccio attorno al collo: un certo hiragi, l'ennesimo idiota pronto a sfruttare chiunque gli capitasse sotto tiro. masaru non riuscì a trattenere il disprezzo che aveva nei confronti dello studente. si prendeva un numero spropositato di confidenze con chiunque gli fosse utile e pareva non aver neppure vergogna nel dirlo.

"ti offro la cena, ma dedicami un po' del tuo tempo. sei sempre attaccato ad altra gente, siamo o non siamo amici?" il rosso sorrise.

il ventunenne osservò il suo disgustoso sorrisetto fin troppo a lungo, così tanto che si riprese dopo aver visto i due allontanarsi verso i dormitori. shun riuscì a congedarsi con un semplice cenno di capo. il maggiore era sempre circondato da qualcuno, non si poteva negare, e pareva bello vederlo interagire con persone diverse. masaru, in fondo, credeva che il beta fosse una brillante personalità, un ragazzo divertente e di bell'aspetto, il più carino che avesse mai visto dall'ingresso in università. eppure a volte sembrava un soggetto sensibile, più fragile di una crisalide, e i suoi sguardi parevano richieste di aiuto, tentativi per potersi liberare da qualcosa di oscuro o incomunicabile. non c'erano occasioni per parlare e per aprirsi. una passeggiata al parco, una cena al ristorante e un film al cinema sarebbero stati gratificanti. al castano sarebbe piaciuto apprendere di più, se lo ripeteva sempre; a volte si immaginava le possibili interazioni e studiava piccole risposte da usare come flirt. insomma, era certo che prima o poi lo avrebbe fatto arrossire. etero o meno.

una volta recuperati i libri disposti sulla scrivania, il castano, ormai solo, decise di tornare in dormitorio per continuare a leggere post-it e note sull'apparato circolatorio.

shun pensava a masaru, pensava al modo brusco con cui aveva interrotto la loro lezione e al saluto impacciato che gli aveva rivolto andando via. non gli capitava spesso di notare le reazioni degli altri, ma era chiaro che qualcosa non andasse: che hiragi fosse arrivato nel momento sbagliato?

"dove vuoi mangiare? stasera ci saranno anche i miei amici della facoltà di infermieristica." disse il rosso.

"va bene tutto... fai tu." shun ebbe finalmente il  coraggio di rimuovere il suo braccio dalle proprie spalle doloranti.

"sei sempre assieme a quel ragazzetto, shun. non lo vedi che è uno sfigato? dai, mi sembra anche che si approfitti di te. non è un vero amico, lascialo perdere."

il beta era pronto a rispondergli a tono, ma si limitò a fare spallucce: masaru sembrava una brava persona, un ragazzo molto capace. pur non conoscendolo bene, shun pensava che non si meritasse certi commenti, specialmente con tutti gli sguardi gentili e le belle parole che aveva sempre rivolto agli altri; il suo modo di porsi era genuino ma forse, tra i due, l'unico a saperlo era il giovane dal capo argenteo.

"hiragi, lascia stare kobayashi e scegli un ristorante..."

"come vuoi tu, l'importante è che per domani mi aiuti. sai che ho qualche difficoltà con gli esami." le parole del rosso non sembravano cortesi, la sua pareva più una costrizione, un ricatto velato.

lo studente ventiseienne sfruttava la sua posizione economica e sociale per circondarsi di gente timida o sola; prometteva ricompense e affetto in cambio di appunti ben sistemati e imbrogli accademici. se il preside, o anche solo un professore, fossero venuti a conoscenza delle azioni turpi di quello studente, questi sarebbe stato espulso con effetto immediato.

shun sapeva che stargli accanto o anche solo aiutarlo era sbagliato, sapeva perfettamente che tra i due non c'era alcuna amicizia. hiragi usava shun per i suoi scopi meschini e l'altro cercava solo qualcuno del suo anno con cui trascorrere le serate più noiose.

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