RYUGYONGH.STP

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2020年 10月 17日,
ore 21:50.


"un autentico pagliaccio... ma almeno ha fatto quello che doveva."

masaru sedeva per terra con un controller in mano, ascoltava il cugino e provava a dare senso a tutto ciò che era successo negli ultimi giorni. kaoru era sicuramente più calmo, stava meglio e aveva ripreso a comunicare.

"mmh, sì... diciamo che siamo andati oltre. ho accettato le sue scuse ma non mi fido del tutto." farfugliò l'omega.

"fai bene. se quel bastardo dovesse importunarti, dillo subito. sono pronto a spaccargli la faccia..."

"la violenza non fa per te." disse il moro osservando l'altro alle prese con un videogioco sparatutto.

"non sono violento. e vabbè, questo è solo un gioco. ho solo bisogno di sfogare la frustrazione. mi dà fastidio vedere le persone che amo circondarsi di approfittatori e opportunisti."

"... ah." kaoru assottigliò lo sguardo "dovresti... fare yoga. ti sento molto teso."

il giovane indossava un pigiama blu a quadri e palesava già da qualche minuto il desiderio di andare a riposare; l'alcol con cui si era consolato gli stava risalendo lungo le vene e di lì a poco lo avrebbe lasciato stordito per qualche ora. masaru, al contrario, pur bevendo, sembrava pronto a videogiocare tutta la notte; parlava ad alta voce e mostrava disgusto nei confronti dell'uomo con cui kaoru si era scontrato. in quel modo, continuando a ripetere parole di disprezzo e disapprovazione, si assicurava di tenere sveglio il cugino.

"non reggo..." kaoru si lamentò, poi poggiò il capo contro la superficie più vicina, il kotatsu.

"non sono nemmeno le dieci, dai. l'anno scorso lo facevi volentieri."

"... masaru." biascicò il moro "mi ubriacavo di proposito, era per fare incazzare papà."

"sh... bevi un altro po' e resisti un'altra ora. se riesci a rimanere sveglio, ti cucinerò il pranzo per tutta la prossima settimana." il castano era determinato.

"non serve... l'architetto mi porta fuori a pranzo."

"perché dovresti pranzare con quello? a questo punto il bentō te lo preparo comunque."

kaoru si versò dello shochu in un bicchiere pulito, poi aggiunse del succo di frutta alla pesca e iniziò a miscelare le due bevande con una bacchetta. si ripromise che quello sarebbe stato l'ultimo bicchiere di alcol per almeno due o tre mesi. bere assieme al beta era un'impresa, non c'era nulla di piacevole nel mandare giù shottini sulla base di qualche strano gioco alcolico. gareggiare per il posto di 'imperatore assoluto dell'alcol' non aveva più senso. l'omega preferiva di gran lunga rimanere sobrio e affrontare le punizioni.

"mi... tratta meglio, ora. a volte mi compra la colazione e... mi offre da mangiare. è carino."

"pensavo non ti fidassi del tutto."

"di lui no... ma il cibo non mi ha fatto niente, posso mangiarlo, non è mica avvelenato." il giovane chiuse gli occhi e appoggiò il capo sul tavolino di fronte a sé.

lo schermo del cellulare si illuminò all'improvviso, come ogni volta che kaoru riceveva un messaggio. si trattava di una notifica di LINE, app di messaggistica che utilizzava relativamente poco, se non per parlare con i membri della sua famiglia. il nominativo era quello di tōma; il biondo aveva lasciato un pensiero al ragazzo. questi, nonostante fosse confuso dall'alcol, fece il possibile per leggerlo attentamente.

– dormi?

– no, bevo – rispose il giovane

– dove? con chi?

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