AZADIT.IPT

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2020年 11月 30日,
ore 11:11.


l'architetto ishikawa si accingeva a lasciare casa con una cartellina sotto al braccio. la mattina era già piena di incontri e di verifiche da portare a termine, i clienti del biondo si mostravano impazienti di avere i suoi consigli, pregavano di avere un supporto costante in ognuno degli step che componevano le pratiche di nuova costruzione o di ristrutturazione di edifici già presenti.

quella mattina, però, prima di gestire qualsiasi altra lamentela, l'alfa si assicurò di dare priorità ad una figura in particolare. il rettore dell'università di tokyo, dopo attente considerazioni, aveva deciso di richiedere un preventivo per la ristrutturazione di un'ampia aula utilizzata per le lezioni dai docenti del dipartimento di architettura. dato lo stato fatiscente, era necessario intervenire e provvedere a un ripristino dello stato ideale dei luoghi.

l'uomo parcheggiò l'auto e scese con disinvoltura. aveva già catturato gli sguardi degli studenti, che, sorpresi di vedere qualcuno di influente come il biondo, non avevano mai smesso di commentare la sua figura: tōma era quasi considerato come una celebrità a causa della sua brillante carriera.

"architetto ishikawa, benvenuto." sussurrò il docente a capo del dipartimento.

"buongiorno professore. mi scuso per il ritardo, ma per strada c'è traffico... devo dire che ho anche avuto qualche difficoltà a muovermi anche a causa del tempo."

"non si preoccupi! purtroppo il rettore ha avuto un imprevisto e si trova dall'altra parte dell'ateneo. le chiedo di pazientare e di attendere qualche minuto."

l'alfa annuì e offrì subito il suo miglior sorriso. era disposto a fare qualche giro in attesa dell'incontro che sperava di concludere presto.

le aree interne dell'università erano rimaste intatte, esattamente come quando tōma le frequentava. all'uomo parve quasi di essere tornato a rivivere i giorni più belli della propria vita; mano nella mano con mitsuki, incurante degli sguardi altrui. all'alfa era sempre piaciuto vivere apertamente l'amore, celebrarlo e mostrarlo proprio per come appariva.

la donna trascinava spesso il giovane architetto in biblioteca, luogo in cui, tra una lettura e l'altra, gli donava piccoli baci e sguardi pieni di entusiasmo. l'uomo, allora studente, ricordava le notti insonni passate a leggere, a studiare una nuova lingua con la speranza di trovare impiego fuori dal giappone. ricordava anche la promessa fatta alla corvina: le disse che l'avrebbe sposata dopo aver reso glorioso sia il proprio nome che la sua immagine impacciata.

"... senpai?" domandò kaoru.

"tu... che ci fai qui?" l'uomo tornò in sé molto lentamente.

"sono uno studente e frequento l'università?"

"hai ragione..." sussurrò il biondo.

"cosa ti porta qui?"

"... un incontro di lavoro."

"mmh."

i due rimasero in silenzio. era chiaro che avessero entrambi molto da raccontarsi, ma nessuno voleva approfondire quella piccola interazione. il tempo era poco, tōma sapeva che stava perdendo una buona occasione per scambiare qualche parola con il proprio apprendista; gli avrebbe voluto chiedere se, dopo ciò che era successo, stesse bene. voleva scusarsi e stringerlo tra le braccia, ma ogni desiderio veniva soffocato da un sentimento che riteneva la sua preoccupazione inopportuna o, addirittura, asfissiante.

"... ti chiedo scusa, mi sono comportato male." sussurrò kaoru, sperando di non attirare troppo l'attenzione degli altri studenti.

"di che parli?"

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