CROOKEDHS.DXB

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2020年 10月 05日,
ore 08:13.


lunedì, il giorno della settimana più noioso per eccellenza, il momento più odiato dai lavoratori che fanno ritorno da un weekend fuori porta o dedicato al riposo; per kaoru e tōma significava riprendere a passare del tempo insieme, lavorare e condividere gli spazi non così tanto angusti dell'ufficio. l'omega sedeva alla scrivania già da una ventina di minuti, osservava alcuni file sul proprio tablet e, dato che il biondo non era ancora arrivato, si permetteva anche di iniziare a organizzare le settimane di studio.

nei giorni trascorsi a yokohama il giovane si era soffermato in numerosi siti e aveva realizzato qualche sketch per un possibile modello da ricreare per un esame in vista. nonostante l'aspetto noioso e la poca vivacità, kaoru era un ragazzo pieno di idee, così tante che gli era necessario appuntarsi tutto e poi mettere su carta il progetto successivo.

a novembre lo attendeva uno degli esami più difficili di tutta la sua carriera universitaria, quindi — munitosi di taccuino e matita — decise di adoperarsi da subito; aspirava segretamente al voto più alto. non lo faceva per attirare le attenzioni dei genitori o delle persone che aveva intorno, piuttosto sapere di aver avuto il massimo lo rendeva fiero di se stesso e dell'impegno immesso in ognuna delle sue produzioni. era il modo migliore per sentirsi più vicino all'obiettivo che si era posto.

"buongiorno tesoro! sembra passata un'eternità. credevo che avessi deciso di abbandonare la nave. e invece sei riapparso così come sei scomparso, notevole."

l'ingegnere ueda aveva un'espressione dubbiosa in viso e kaoru non poteva non notarla. il ragazzo doveva inventarsi qualcosa per giustificare l'assenza da lavoro e anche per spiegare il suo allontanamento dall'architetto ishikawa.

"eh, sì... diciamo che ho avuto tante cose a cui pensare. mi dispiace. comunque sono tornato, non ho abbandonato nulla."

"nessuno dei due vuole parlarne, quindi farò finta che non sia successo niente. mi aspettavo una spiegazione almeno da parte tua." la donna incrociò le braccia al petto.

il giovane schiuse le labbra, poi le richiuse e chinò il capo; era entrato l'architetto, succhiava e mordicchiava la cannuccia del frappuccino di starbucks. stava parlando al telefono con un cliente, si notava. l'uomo si mostrava indaffarato ancor prima di mettere piede nel suo ufficio. fece un cenno ai due presenti, poi si sedette alla scrivania. kaoru detestava ammetterlo, ma l'ingresso dell'alfa aveva migliorato la situazione. la signorina ueda sospirò e decise di congedarsi per iniziare a lavorare.

"... va bene, signor fuiji. a più tardi, allora. salve." il biondo chiuse il contatto telefonico e fece una smorfia non di poco conto.

il moro non sapeva cosa dire, non riusciva a intavolare un discorso, quindi tornò a scarabocchiare il taccuino con nuove idee e concetti da realizzare. l'architetto, però, aveva già notato la diffidenza del minore, la capiva, non voleva forzare le loro interazioni. dopo quella sera l'uomo decise di avviare il piano di riconquista dell'omega; si era ripromesso di mostrare il suo lato migliore, nulla di impostato e finto, nulla di forzatamente sarcastico. credeva che per lavorare in tranquillità fosse necessario creare l'ambiente ideale per entrambi.

mise giù il bicchiere ormai vuoto e, afferrando una busta, si mosse verso la scrivania di kaoru. si avvertiva un buono odore di prodotti da forno. il ventenne sollevò lo sguardo controvoglia, poi aggrottò la fronte e mostrò aria interrogativa. sembrava curioso e allo stesso tempo determinato a non rivolgere parola al biondo. non per primo, almeno.

"sono delle brioche... le ho prese perché ho pensato ti potessero piacere." l'uomo appoggiò il braccio libero alla scrivania.

"no, grazie."

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