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2020年 12月 21日,
ore 16:04.


"scusa, che cosa?" kaoru beveva un succo di frutta alla mela direttamente dal brick in cartone.

il giovane stanziava di fronte alla porta del proprio appartamento. aveva le mani gelate e sperava di entrare subito in casa a riscaldarsi, ma la confessione fatta dall'architetto ishikawa lo aveva lasciato interdetto. con lo sguardo cercava ancora gli occhi verdi dell'uomo, occhi che purtroppo non riusciva a incontrare.

"perché le hai detto che ti piaccio?" l'omega prendeva quelle parole con diffidenza. credeva che l'uomo avesse commesso uno stupidissimo errore al quale, però, sarebbe stato difficile rimediare.

il vento gelido dell'inverno costringeva chiunque a far uso di sciarpe, berretti e guanti pesanti. nelle settimane successive si sarebbero verificate le prime nevi e le temperature si sarebbero drasticamente abbassate.

all'improvviso il ventenne credette di trovarsi nel bel mezzo di una tormenta. aveva la mente offuscata da pensieri e non sapeva quali approcciare per primi. pur avendo tante parole a disposizione, non riusciva a formulare una frase che potesse scrollare di dosso quella sensazione di imbarazzo legata alla confessione dell'uomo; inoltre gli era difficile anche riprenderlo, metterlo in guardia da quello che andava sbandierando senza riflettere attentamente.

"... voleva saperlo, quindi le ho detto la verità." l'alfa riprese il contatto visivo.

il giovane studente di architettura si perse negli occhi dell'altro; la sua sincerità era da punire tanto quanto la sua testardaggine. a quel punto anche kaoru aveva smesso di controllarsi. prese ad arrossire controvoglia e, dato l'imbarazzo, fu costretto a distogliere lo sguardo dall'immagine altrui, che anche quel giorno appariva un po' più piacevole e simpatica.

"non so che dire." concluse.

"... voglio un bacio." il biondo, che osannava il colorito rosso sul viso chiaro del più minuto, non perse l'occasione: fece un passo in avanti. nel frattempo l'omega indietreggiava verso la porta.

"che?"

"dai, uno solo."

"sei pazzo?"

"se ti vergogni, possiamo anche farlo dentro, in casa. a me non cambia proprio nulla."

"no..." kaoru era scettico "vattene, non ti farò entrare di nuovo in casa."

"eh, ma io voglio un bacio. se me lo dai, me ne vado subito... altrimenti rimango qui fino a domani. e sai che ne sono capace."

il moro assottigliò lo sguardo. detestava l'idea di accontentare il supervisore, ma era anche stanco di assistere ai suoi capricci infantili. si strinse a lui, come ormai era abituato a fare, e chiuse gli occhi. l'altro, che non si lasciava sfuggire le occasioni, si chinò per raggiungere le sue labbra invitanti; fu semplice racchiudere la bocca altrui nella propria. il contatto che kaoru voleva limitare, però, finì per approfondirsi ulteriormente. il biondo era un ottimo baciatore e aveva le labbra morbide, dolci e salate, esattamente come una qualsiasi barretta energetica al caramello.

esplorava indisturbato i punti più caldi e remoti della caverna altrui; legava e intrecciava la lingua alla gemella e, approfittando del momento di distrazione del minore, riuscì anche ad accarezzargli le natiche con tocchi gentili. a quel punto il giovane abbandonò la morsa altrui per riprendere fiato; lasciò comunque al maggiore la possibilità di continuare ad avventarsi sul proprio collo, esattamente come un cacciatore che si avvicina con cautela alla preda.

kaoru aveva voglia di chiudere gli occhi e ansimare tutto il pomeriggio, tra le braccia del supervisore, alla mercé della sua stretta. eppure qualcosa lo tratteneva dallo spingersi oltre. voltando appena lo sguardo, infatti, riuscì a scorgere la presenza di qualcuno.

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