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2021年 01月 11日,
ore 10:05.


il nuovo anno aveva portato una ventata di novità. lo studio, la cui fama raggiungeva gli uffici collocati oltre oriente, vantava situazioni piacevoli e svolti propizi per ogni dipendente.

le decorazioni natalizie cedevano il loro posto agli adesivi pubblicitari comuni, alle insegne generiche, grigie e buie che venivano mostrate per quasi tutto il periodo dell'anno. le scrivanie erano piene di nuovi architetti tanto giovani quanto intraprendenti. le stagiste, come al solito, avevano un gossip da condividere, motivo per cui si perdevano in chiacchiere accentuate e sorrisetti maliziosi. alcuni apprendisti, seppur stremati dagli esami in vista, riuscivano a gestire i tempi tecnici e lavorativi dell'intero staff.

kaoru, però, non era cambiato più di tanto. studiava sodo, lavorava senza lamentarsi e, nel tempo libero, si concedeva anche di trascorrere del tempo con l'architetto ishikawa.

seppur lontani nel periodo di festa, i due ebbero modo di sentirsi online e, quando i messaggi iniziarono a stancare tōma, si optò per le telefonate. la voce dell'omega era quasi sempre svogliata e i sospiri volevano trasmettere impazienza. eppure, a conti fatti, non gli dispiaceva ascoltare le stupidaggini che l'uomo raccontava tra una festività e l'altra.

a volte si parlava di famiglia, di festeggiamenti; in altre occasioni la passione per l'architettura e per il modellismo si facevano ben sentire. alla fine della giornata si poteva dire che i due si erano raccontati tutto, nel minimo dettaglio.

i tentativi di approccio di tōma non erano certamente venuti meno; flirtava senza troppi limiti e, quando si trovava nelle condizioni ideali per osare, sussurrava anche qualcosa di sconcio, con la convinzione che dall'altra parte della linea kaoru, seppur contrariato da certe frasi, arrossisse.

"mi sei mancato."

"... non farmi sentire queste cose di prima mattina." pronunciò l'apprendista, prendendo posto alla sua scrivania.

"però è la verità." tōma si alzò per poter raggiungere l'area dell'ufficio occupata dall'omega "mi sei mancato tantissimo. non ci vediamo da un sacco."

"ci siamo sentiti abbastanza per i miei gusti."

"sarei venuto volentieri a yokohama, ma non volevo traumatizzare la tua famiglia. tua sorella sembrava già abbastanza sconvolta. e poi, come mi hai detto qualche giorno fa, non piaccio nemmeno a tuo cugino."

"hai fatto bene a non venire." sussurrò il moro.

"mi serve una strategia per piacere a tuo cugino e a tuo padre. spero di incontrarli presto... ma non troppo."

"e perché dovrei farti conoscere mio padre?"

"... ci stiamo frequentando."

"ancora con questa storia? davvero? dev'essere bello sognare. complimenti." kaoru amava il sarcasmo, ma in quell'occasione parlava con serietà.

"non ci stiamo frequentando?"

"no."

tōma si lasciò andare a una smorfia incontrollata. il ragazzo di fronte a sé era cocciuto, esattamente come la prima volta che l'aveva incontrato. quel pensiero, seppur amaro, lo fece sorridere subito.

"buongiorno, raggi di sole!" sakura entrò all'interno dello studio con il sorriso sulle labbra.

"signorina ueda... buongiorno." il moro si mise in piedi e fece un rapido cenno alla donna.

l'ingegnere aveva trascorso le feste in famiglia, a casa di parenti, esattamente come l'anno precedente. la donna sperava di organizzare qualcosa di speciale assieme a minato, ma la loro separazione aveva distrutto qualsiasi idea creativa.

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