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2020年 11月 17日,
ore 19:11.


la casa di shiro era la meta perfetta per una sosta, che fosse infrasettimanale o meno. la disposizione di spazi e oggetti era ben curata e faceva apparire il tutto come un ambiente lussuoso presso il quale potevano alloggiare solo ospiti di una certa importanza. la piantina era stata rivisitata dall'architetto takahashi e i mobili erano stati scelti con cura; il beta anteponeva la qualità al prezzo, di fatti spendeva senza tenere in considerazione il numero di zeri riportato sul cartellino. secondo il suo modesto parere di novellino, la qualità andava profumatamente pagata, senza eccezioni.

il suo gemello, shun, che aveva il titolo di "parsimonioso", non perdeva l'occasione di infilarsi nella stanza degli ospiti per lasciarsi coccolare dalla serie di comfort presenti; dal tapis roulant alla poltrona massaggiatrice, la sauna, la piscina interna. e non era da biasimare.

"vino bianco o rosso?" chiese il designer, seduto a tavola per la cena.

"non hai un rosato? preferirei quello."

"quindi vino rosso, ottima scelta."

"... vabbè. poi non devo insultarti. come fai a non avere un rosato in casa? è... la base." il beta alzò gli occhi al cielo.

"la base? ma stai zitto, capellone. beviti quello che c'è e non rompere."

"pessimo padrone di casa..." sussurrò shun, poi soffermò lo sguardo sull'altro "sai che sembri giù di morale? è successo qualcosa?" lo studente mostrava preoccupazione per il fratello, la sua sensazione era più che istintiva.

"sto bene, ho solo diversi pensieri per la testa. il lavoro mi sta soffocando. tu che mi racconti?"

"mmh... ho avuto una settimana stressante. lasciamo perdere. esami, ragazzi... e ancora esami."

"ragazzi?"

shiro era curioso della vita amorosa del gemello, la desiderava quasi. le sue avventure lo inducevano a fantasticare sull'uomo che prima o poi avrebbe approcciato. versò da bere a entrambi, poi accavallò le gambe e chiese al maggiore di proseguire con il racconto.

"c'è un ragazzo del secondo anno che continua a starmi addosso... credo voglia essermi amico o una cosa del genere. mi sembrava carino, mi stavo anche interessando a lui, ma un collega mi ha detto che è una persona disgustosa e che farei meglio a stargli alla larga. così ho fatto..." il beta dalla lunga chioma sorseggiò la bevanda alcolica "però penso anche di aver preso la decisione sbagliata."

"se qualcuno mi venisse a dire che sei una merda, prima di prendere qualsiasi decisione, preferirei verificarlo..." shiro aveva già una risposta.

"hai ragione. ma io non mi fido della gente."

"però ti fidi del commento di un collega."

shun fece spallucce. in quel momento la sua indecisione era evidente anche al gemello. aveva messo in primo piano le parole di un ragazzo qualsiasi, le aveva accettate senza verificarle e senza dare all'altra parte la possibilità di negarle.

"forse ho fatto così per evitare di starci male... sai com'è, no?"

"no," ribatté shiro "non credo di saperlo. so solo che in questo momento stai ragionando con la testa di un'altra persona. parla con quel ragazzo e cercate di chiarire. se ti piace, dovresti pure dirglielo. non c'è niente di male."

"... è carino, solamente questo. l'ultima volta non sono stato poi così simpatico, quindi mi sa che è troppo tardi per tornare da lui a scusarmi."

"non credo... parlatene e vedrete che le cose si risolveranno." il designer non era in vena di dare consigli, specialmente quando era il primo a non metterli in pratica, però per il fratello era pronto a tirar fuori il lato migliore di sé.

"va bene, testone. ti farò sapere. ora, però, dimmi che hai. non riesco a credere che si tratti solo di lavoro."

"e invece si tratta di lavoro..." shiro si riempì il bicchiere per l'ennesima volta.

era già trascorso qualche giorno da quando l'architetto takahashi aveva iniziato a parlare del più giovane apprendista dello studio. il beta era abituato a quel lato poco professionale, ma non ne era mai stato turbato così tanto. la figura dell'omega era quasi diventata di troppo: i due alfa, tōma e ryōhei, si mostravano sempre disponibili; gli altri beta continuavano a descrivere lo studente di architettura come un gioiellino, un bel ragazzo dalle notevoli abilità. shiro si fingeva contento e soddisfatto. eppure attendeva impazientemente che il giovane lasciasse lo studio.

"che succede? sembri ancora più scazzato."

"... ti ricordi il ragazzino di cui tōma ci ha parlato? l'omega dello studio."

"sì, certo..."

"credo che interessi all'architetto con cui collaboro spesso. non fa che parlarne... e non in modo carino. spera di andarci a letto, ormai lo ripete ogni giorno." shiro assottigliò lo sguardo.

"mi dispiace per questo tuo collega, ma il ragazzo è praticamente prenotato." il beta dalla lunga chioma rispondeva al fratello e al contempo controllava le mail.

"che significa?"

"a tōma piace. mi ha... fatto questa confidenza due giorni fa."

il designer annuì, aveva un'espressione più tranquilla, le parole del gemello lo avevano rassicurato. da un lato il giovane avrebbe volentieri esposto quei fatti all'uomo con cui lavorava, ma l'altra parte di sé sapeva che era meglio tacere e archiviare quelle informazioni come riservate.

"ti interessa?" chiese shun, versando a shiro dell'altro vino.

"chi? l'omega? no, per carità."

"parlavo dell'architetto con cui lavori..."

shiro scosse il capo, ma, nel farlo, si sentì fuori posto. era vero che provava ammirazione per ryōhei takahashi, in fondo questi era un uomo brillante e seducente. probabilmente il beta avrebbe pagato pur di essere uno degli studenti del maggiore, ma non andava oltre con il pensiero. ogni uomo aveva un difetto e l'alfa ne aveva uno non indifferente: la promiscuità. pareva cambiare partner almeno due o tre volte a settimana, optava per incontri da una botta e via, si divertiva a collezionare uomini e donne, quasi come se stesse facendo una raccolta di figurine. shiro temeva che l'omega potesse essere il prossimo e poteva anche capire perché. il ragazzo era giovane e carino, inoltre, a detta del designer, aveva la possibilità di attrarre chiunque desiderasse. questione di odori e feromoni, due cose che per un beta non avevano valore.

"sono solo preoccupato. quell'uomo ormai ha trent'anni... gioca con i ragazzini, dovrebbe mettersi la testa a posto."

"forse... però fregatene, fino a quando lavora bene, non credo ci siano problemi."

"immagino di no..." farfugliò shiro.

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