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Adam

Il semestre è già iniziato da un mese, ma la voglia di stare in classe è veramente scarsa, non perché non mi interessi imparare, ma perché mancano proprio gli stimoli. L'unico momento in cui mi sento veramente bene è quando sono sul campo da calcio, proprio dove mi trovo adesso invece di essere a lezione. Non c'è praticamente nessuno qui, perché ovviamente non è l'orario degli allenamenti, e non c'è niente di più bello che avere tutto il campo a disposizione per me.

Giocare con la palla mi è sempre venuto naturale, è come se ci capissimo con un solo tocco, ma non fraintendermi: mi impegno duramente ad ogni allenamento e anche al di fuori per essere sempre al massimo. Anche il mio tempo libero lo dedico al calcio, ignorando la stanchezza fisica e mentale, perché è l'unica cosa che mi rende veramente felice. Tenere la palla, aiutare la squadra e tirare in porta sono le cose che mi danno gioia. Durante le partite, non temo nessuno tra i difensori e gli attaccanti che cercano di fermarmi. Mantengo sempre la massima concentrazione per prendere la palla e segnare goal, e se i miei compagni non creano situazioni da goal, lo faccio io.

Il calcio è la mia felicità.

So di essere fortunato ad avere questo talento e tanta abilità con la palla, e devo tutto ai miei genitori che mi hanno sempre insegnato ad apprezzare ciò che ho. È un'esperienza straordinaria sentire i tifosi urlare il mio nome o percepire la gioia nelle loro grida ad ogni mio goal. Ma non sono dipendente da loro; mi comporterei allo stesso modo anche se mi insultassero. Non ho dipendenze, tranne il latte, che bevo con qualsiasi pasto. Sì, potrebbe sembrare disgustoso, ma non mi importa.

La maggior parte dei miei compagni di squadra mi stima, ma so anche che ci sono alcuni idioti che mi disprezzano, idioti che non saprebbero nemmeno come gestire una partita senza di me.

Cerco sempre di dare il massimo, perché so che il mister fa venire un osservatore ad ogni partita, il quale potrebbe darmi opportunità per il futuro. Tutto ciò che faccio è basato sul calcio, e se fallissi anche in questo, non saprei cosa fare della mia vita.

Seduta, anzi sdraiata, su una delle panchine della mia squadra c'è Kellie che non ho neanche sentito arrivare. Non la vedo da un paio di giorni ma la sua faccia da culo è sempre uguale.

"Wow, a pochi passi da te c'è una delle bellezze più rare al mondo e non te ne accorgi. Non lo so, Adam, mi sento profondamente offesa." mi dice fingendosi indignata, mentre io prendo dei respiri profondi e mi asciugo la faccia sudata con la maglia, dirigendomi verso di lei per bagnarla con la mia bottiglietta d'acqua. Rido prima ancora di godermi la sua reazione.

Mi guarda a bocca aperta, per poi toccarsi i capelli biondi, ora bagnati come i vestiti. "Vieni qui, brutto coglione!" mi tira la bottiglietta addosso e io inizio a ridere mentre mi allontano e lei cerca di inseguirmi. Quasi non riesco a correre per le troppe risate e lei mi raggiunge quasi subito. "Ho una lezione dopo! Guarda come mi hai conciata!" si butta su di me come un rinoceronte arrabbiato e finiamo entrambi sul campo, io che rido ancora e lei che cerca di menarmi. "Ehi, stai buona, non puoi rovinare questo bel faccino!" mi copro il viso con le braccia mentre lei mi dà uno schiaffetto e poi si butta di fianco a me. "Sei un imbecille. Adesso neanche ci torno in classe." sbuffa per poi darmi una spinta leggera. "Innanzitutto, sono un imbecille meraviglioso, aggiungerei divino. Secondo, cosa ci fai qua? Non dovresti saltare le lezioni, Kellie." dico girando il viso verso di lei mentre alza gli occhi al cielo. "Senti chi parla, l'uomo che sussurrava alla palla." gira anche lei il viso verso di me, guardandomi con uno sguardo serio prima di scoppiare a ridere. Ridacchio insieme a lei, per poi far tornare il mio respiro regolare. "Mi fai sudare più tu di qualsiasi allenamento." e sono serio. Sin da quando eravamo bambini, abbiamo sempre giocato finendo per bisticciare, e lei non è mai stata una bambina troppo femminile; anzi, preferiva lottare con me invece che passare ore con le sue amiche. Almeno so che sa difendersi, e ne vado fiero. "Oh, io sudo in altri modi solitamente. Se vuoi te li elenco!" inizia lei e io, sapendo dove vuole arrivare, la fermo. "No grazie, non mi interessa sapere cosa fai e neanche alla mia stabilità mentale, Kellie." esclamo, mentre lei trattiene a stento una risata. "Devo spiegarti come nascono i bambini, Adam? Allora, quando due persone si vogliono molto bene..." la interrompo. "Ti credi simpatica a quanto pare. C'è ancora acqua nella bottiglietta, stai attenta." la guardo minaccioso, puntandole il dito contro il petto, ma lei fa una faccia disgustata dal sudore che impregna la mia maglia. "Permettiti e ti butto tutto il latte che hai a casa." socchiude gli occhi e io la guardo male. "L'ho nascosto." ribatto. "So dove sta. Cretino." continua, facendomi esasperare. "No, non lo sai e non lo saprai mai. Tu stai attenta al gelato." la minaccio, sapendo della sua grande ossessione; praticamente, nel freezer di casa sua ci sono solo vaschette di gelato. "Poi mamma ti spacca la faccia." dice, riferendosi a sua mamma Davina, nonché mia zia; quella donna potrebbe far innamorare qualsiasi essere terrestre, è bellissima, e credo che la mia cotta per lei non svanirà mai. "Magari, sai che bello? Da lei me lo farei fare." la guardo con uno sguardo sornione, e lei mi fulmina con gli occhi prima di alzarsi e scuotere i vestiti. "Mi fai vomitare anche il pranzo di Natale di otto anni fa. Schifoso." la seguo, sforzandomi di alzarmi per poi darle un buffetto sulla guancia piena di lentiggini. "Mi dispiace, quella donna sarà sempre nel mio cuore." mi fa la linguaccia e prendo il cellulare per vedere l'orario. "Mh, io credo che andrò a casa a farmi una doccia, che dopo devo andare a una stupida festa con la squadra. Ti serve un passaggio, o torni in classe?" la prendo in giro, e quasi mi aggredisce di nuovo. "Portami a casa, stronzo."

TI HO CERCATA TRA LE STELLE (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora