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Adam

Scendo dalla macchina mentre il sole inizia a calare sotto l'orizzonte e il cielo assume gradazioni di rosa e arancione appena la vedo arrivare, bella come non mai con quell'aria sempre raggiante. I suoi capelli, pettinati con cura, ondeggiano leggermente insieme al suo vestitino di lino, sotto la brezza serale. Più la fisso e più mi trattengo dal correrle incontro.

Nehemia è... dannazione, è bellissima: il vestito le calza a pennello su quelle curve così morbide, che bramo di toccarle ogni cazzo di secondo della giornata. E a vedere quanto sia felice solo nel vedermi mi rendo conto sempre di più che è tutto l'opposto di me – perché oggi, di fronte ai nostri programmi, mi sale il nervoso ogni volta che penso al fatto che rivedrò quel coglione. Non so con quale pazienza rimarrò calmo e pacato quando ci sarà anche lui, ma l'ho promesso a lei, con difficoltà ma l'ho fatto e non ho intenzione di deluderla. Tutti i pensieri negativi spariscono non appena la mia ragazza corre tra le mie braccia ed è in questo esatto momento che il mondo intorno a noi sembra svanire, come ogni volta che è tra le mie braccia, il suo posto. La stringo al mio petto giusto il tempo di sentire il suo profumo addosso a me e poi la costringo a sollevare il viso prendendoglielo tra le mani. La guardo prima di sfiorarle le labbra con le mie, ed un secondo dopo la bacio. Entrambi socchiudiamo la bocca facendo scontrare le lingue ed intrecciandole in un bacio appassionato, paradisiaco. Faccio scivolare le mani sui suoi fianchi e poi più giù attirandola a me, contro di me. I suoi mugolii soffocati dai baci fanno eco dentro al mio cervello e anche in altre zone a rischio in questo momento e me ne frego se siamo davanti casa sua, me ne frego se suo padre potrebbe uscire da un momento all'altro per commettere un omicidio, ma la voglia di lei mi sta facendo letteralmente scoppiare, tanto che potrei causare un blackout in tutta la città. La faccio arretrare finché il suo corpo preme sulla portiera della mia auto ed il mio corpo contro il suo, facendo scontrare la mia parte dura contro la sua, morbida e calda. Risponde al mio bacio con la stessa passione, le sue mani sul mio petto salgono sul mio collo e poi tra i miei capelli, stringendomeli. "Non siamo costretti ad andare lì, lo sai..." provo a dire mentre mi tira il labbro sorridendo. Chissene frega di quel coglione, potremmo andare alla casetta al lago e stare soli. "Mh..." mormora prima che torniamo a divorarci a vicenda, e mi sento mancare il respiro quando la sua mano si posa tra i nostri corpi, proprio sulla patta dei miei pantaloni. "Ti sono mancat–..." inizia a dire ma una voce lontana alle nostre spalle ci fa sobbalzare. "CIAO FRATELLONE!" ci stacchiamo velocemente, il giusto, solo per guardare dietro di noi e vedere Anastasia salutarci dal balcone di camera sua. Ma che cazzo di tempismo e crudeltà. Le sorrido falsamente sventolando la mano per poi tornare a guardare Nehemia, anche lei che sta cercando di regolare il respiro, con le guance arrossate e le labbra gonfie per i baci che alza gli occhi al cielo mentre guarda la sorella in lontananza. "Bene, direi che possiamo andare, qui ci sono occhi ovunque ahimè..." mi avvolge la braccia al collo ed io le do un ultimo bacio sulle labbra prima di aprirle la portiera. "Già." Annuisco mentre mi sorride sconsolata ed entra in auto. Faccio il giro per poi prendere posto alla guida, ancora eccitato e ora anche nervoso. "Pronto?" mi chiede girando il viso verso di me. Le guardo la mano che giace libera sulla sua coscia un po' scoperta e poi la faccio intrecciare con la mia. "Per la doppia tortura? Non vedo l'ora."

Una volta entrati nel locale dove si sono dati appuntamento, andiamo a sederci al tavolo, entrambi sul divanetto così da essere più vicini mentre aspettiamo Nate. Io più teso di una corda di violino guardo spesso l'entrata per vedere l'esatto momento in cui dovrò iniziare a trattenermi dal non prenderlo a pugni e Nehemia invece che cerca in tutti i modi di distarmi, giocando con i miei capelli che sfiorano il retro del collo, per poi sfiorarmi l'interno coscia ogni tanto, in maniera così casuale da farmi sussultare eccitato. E direi che riesce decisamente nell'intento perché ora tutta la mia attenzione è rivolta a lei. "Quindi che intenzioni hai dopo il college? Hai già qualche idea?" domanda mentre non smette di toccarmi. "Non lo so, aspetto solo una chiamata da qualche osservatore, così da poter giocare in una squadra ad alti livelli. E se non dovesse andare bene, mi sa che dovrò seguire la strada di zio." mi guarda. "Ovvero?" domanda. "Ho promesso a papà che se il calcio non fosse stato il mio futuro, avrei fatto il militare come zio Archer e Luc." mi metto in bocca qualche arachide. "Ah... non ne sapevo niente, cioè ovvio non abbiamo parlato per anni, però sono stranita... il calcio è sempre stata la tua passione, anche se non riesci ad avere un contratto con qualche squadra puoi sempre continuare a lavorare nel calcio, magari come allenatore, no?" sento che cerca il mio sguardo e torno a guardarla. "Sì, potrei anche se allenare non fa decisamente per me... E invece tu?" cerco di portare l'attenzione su di lei. "Non ne ho idea neanche io, cioè mi è sempre piaciuto il mondo della moda, solo che non lo vedo nel mio futuro, mi vedo più circondata da libri e da te. Sì decisamente." Le sorrido e le passo distrattamente la mano sulla coscia. "Mi piace come idea, e invece la danza? Mi ricordo che da piccola ti piaceva tanto, andavi anche a lezione, no?" guarda prima la mia mano e poi me. "Beh sì, mi piace tutt'ora, sono cresciuta vedendo i balletti con Brenna... avevamo i dvd, solo che tra una cosa e l'altra crescendo non sono più andata." Sembra pensierosa. "Ah sì? dvd di cosa?" sgranocchio altre arachidi mentre mando occhiate ogni tanto all'entrata sperando non arrivi mai. "Lago dei cigni, schiaccianoci, Romeo e Giulietta, la bella addormentata e Coppelia." Passo un braccio sulle sue spalle e lei si fa più vicina. "Coppelia?" chiedo confuso dato che non l'ho mai sentita nominare. "Sì, Coppelia. Non conosci?" scuoto il capo. "È bellissima, la storia racconta di questa Coppelia che in realtà è una bambola meccanica seduta su un balcone a leggere... e un ragazzo di nome Franz passando sotto il palazzo si innamora di lei..." la ascolto mentre ne parla sorridendo e con la sua solita aria solare. "E l'hai mai ballata?" lei mi mette un dito sulle labbra. "Shhh, non ho finito. E sì, cioè da piccola davanti alla tv provavo a copiare i passi." Lo racconta ridacchiando ed io continuo ad ascoltarla e guardarla dolcemente. Mi dà un bacio veloce sulle labbra e continua. "E beh, devi sapere che Coppelia aveva un proprietario e soprattutto che c'era una ragazza innamorata follemente di Franz e così quando questa -Swanilda- viene a sapere che il suo amato Franz è innamorato perso di un'altra impazzisce completamente." Più la ascolto e più mi incuriosisce seppur stia parlando di una cosa che dovrebbe non fregarmi altamente nulla. "Ah pure pazza..." le accarezzo la spalla. "pensava fosse il suo vero amore, ma lo ha visto lanciare un bacio a Coppelia, povera... così per gelosia ruba le chiavi della casa del proprietario di Coppelia e scopre che per l'appunto lei è una bambola e dalla gioia si mette a ballare attivando tutte le bambole. Maaaa proprio in quel momento il signor Coppelius rientra in casa e BOOM Franz è salito dal balcone per dichiararsi a Coppelia e chiedere la mano al proprietario, e in tutto ciò la ragazza gelosa si è nascosta e ascolta tutto quanto..." trattengo una risata. "Ma che è una telenovelas?" e lei ridacchia. "Aspetta!! Il signor C decide di ascoltarlo e poi farlo addormentare e subito dopo prende Coppelia che in realtà non è davvero lei, ma la ragazza gelosa che si era nascosta. C vorrebbe prendere la vita di Franz e darla a Coppelia, ma Swanilda la ragazza gelosa riesce ad incantare il signor C. Praticamente lei riesce a scappare con Franz, lo ha praticamente salvato dalla morte, infatti, poi si sposano mentre il signor C si dispera tenendo stretta Coppelia che resterà una bambola per sempre... FINE." Mi fissa in attesa. "Ma amore che storia triste." Ora mi sta fissando interdetta. "Scusa cosa?" domanda con uno strano luccichio agli occhi. "Che è una storia triste?" ripeto un po' confuso dalla sua reazione. "No. Come mi hai chiamata?" faccio per rifletterci e poi cazzo. L'ho detto sul serio? Ora mi guarda con quell'aria da bimba tenera che non riesco proprio a resisterle ma ovviamente il momento viene rovinato da quel deficiente che prende posto davanti a noi.

TI HO CERCATA TRA LE STELLE (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora