15-Sabato sera

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Sono le 4 del mattino ed ancora devo prendere sonno, forse per i pensieri che mi tengono sveglia o forse perché ho paura di fare, ancora una volta, un incubo su Giorgio. Nonostante da quell'incontro siano passati mesi la mia mente non fa altro che pensarci provocandomi a volte anche attacchi di panico. Da quando sono andata a Roma la situazione era cambiata, lui non mi cercava più ed io ero tranquilla e spensierata. Non capisco proprio come abbia fatto quella sera per trovarmi. Sappiamo solo io e Lauro di quell'incontro e se devo dire la verità ogni tanto mi chiede è tutto apposto e se l'avessi rivisto. Non sa precisamente il perché io abbia così tanto paura nel vederlo ma sembra aver capito perfettamente che si tratta di qualcosa di serio. Sbuffo alzandomi dal letto per andare in cucina a prendere un' aspirina dato che il pensare troppo mi ha fatto venire un mal di testa allucinante ma la sua voce mi blocca, probabilmente si è svegliato per il rumore che ho fatto sbattendo il piede all'angolo del mio letto e per l'imprecazione che mi uscita un secondo dopo <ndo' vai pischè?> i suoi occhi assonnati bruciano sulla mia pelle <da nessuna parte, avevo sete. Torna a dormire e scusami se ti ho svegliato> dico distrattamente vedendo il ragazzo seguirmi in cucina <non m'hai svegliato tu, ero già sveglio. Ho visto che n' hai chiuso l'occhi e si percepisce lontano n'miglio che sei n' pensiero, è successo quarcosa? Hai rivisto Giorgio?> dice sedendosi sulla penisola della cucina tenendo sempre il suo sguardo fisso su di me. Sembra davvero mi legga nel pensiero, è impressionante il modo in cui abbia capito che stavo pensando a lui.<No, non l'ho rivisto. Sono solo pensieri> Poggio il bicchiere nel lavandino e mi giro per tornare in camera ma lui mi blocca <ti va di parlarne? Può farti bene sfogarti> rabbrividisco a quella domanda ma il suo tono sembra davvero così dolce e sincero che non ci vuole molto per convincermi. Dopotutto mi fido di lui e forse ha ragione, magari parlarne può servirmi. <va bene Lauro, forse hai ragione, potrebbe aiutarmi. Ti chiedo solo di non giudicarmi e sappi che sei l'unica persona che è a conoscenza di queste cose oltre che i miei nonni e Edo> sospiro <non potrei mai giudicarti.> poggia una mano sulla mia coscia iniziando ad accarezzarla con movimenti lenti. Rabbrividisco.

Piccolo uomo in deserti giocattolo- Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora