20-Mamacita

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Da quella notte, come già immaginavo, Pier ha cominciato ad attaccarsi come una zecca. Cerca in continuazione qualche contatto fisico e mi porta spesso peluche o rose come regalo. La situazione sta diventando pesante.
<Splendore, sono passato avanti ad un fioraio. Ho pesato a te vedendo questa rosa ed ho deciso di prendertela> Pier fa il suo ingresso in casa raggiungendo me e il ragazzo biondo tinto sul divano porgendomi una rosa bianca <Grazie Piè, non dovevi> sorrido imbarazzata mentre un sorrisetto divertito spunta sul viso di Lauro che però scompare per far apparire un'espressione infastidita quando Pierfrancesco mi lascia un tenero bacio sulla guancia per poi dirigersi in camera sua.
<Non te lo riesci piú a levá de torno ve'
pischè?> lo sento ridere di gusto <fatti gli affari tuoi Lauro> lo ammonisco alzandomi da divano per andare in cucina a prendere un vaso con dell'acqua dove poter mettere la rosa. Arrivo al lavandino. Lauro è dietro di me, appoggia delicatamente le mani sui miei fianchi, mi sposta leggermente i capelli al lato sulla spalla e mi lascia un bacio sul collo. Quel tocco mi ha provocato mille brividi. <se vuoi posso aiutarti a liberarti di lui. Potremmo fingere di esserci messi insieme> mi lascia un altro bacio sul collo. Sta cercando di mandarmi in tilt, come suo solito d'altronde. <Per favore Lauro, non dire scemenze.> rido <Non ci crederebbe nessuno. Lo sanno tutti che non mi metterei mai con un deficiente come te> mi giro dandogli due colpetti sulla guancia sinistra per poi uscire dalla sua presa ma lui mi tira per un braccio facendomi girare e, di conseguenza, facendoci trovare i visi ad un centimetro di distanza <Il tuo corpo mente. Me salteresti addosso. T'ho provocato mille brividi con solo un bacino. Immagina che te posso fa a letto> sorride divertito <Non mi piace immaginare, preferisco provare> lo provoco <Seh, te piacerebbe bambolí> <Piacerebbe a te caro Lauro> <Si, come no. Non me fai ne caldo ne freddo> un ghigno divertito compare sul mio viso <Il tuo corpo mente, me salteresti addosso.> lo imito assicurandomi anche di scimmiottarlo per il suo accento romano <la protuberanza che si intravede dai tuoi pantaloni dice il contrario Lauretto> dico spostando la mano sul cavallo dei suoi pantaloni muovendola un po' per poi lasciargli un bacio all'angolo della bocca e scomparire uscendo di casa vittoriosa. Lui è lì, immobile come una statua incapace di muoversi.

Spazio autrice:
Raga perdonatemi non so parlare romano HAHHAHA.
Spero la storia vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto cosa pensate succederà nel nprossimo capitolo, mi farebbe mooolto piacere🥺.

Piccolo uomo in deserti giocattolo- Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora