16-Stripper

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Fisso il mio sguardo in un punto indefinito del muro ed incomincio a parlare <Ho conosciuto Giorgio quando io avevo 15 anni e lui 20, quando ancora abitavo a Salerno. La nostra non è mai stata una relazione sana, già dagli inizi mi dava limiti su limiti, mi vietava di uscire con le amiche o di indossare un certo tipo di abbigliamento. Ero una bambina Lauro, non capivo. Pensavo fosse normale, sai era la mia prima relazione seria.> sospiro bloccandomi sul colpo <tranquilla, vai avanti quando te la senti, ho tutta la notte> passa ad accarezzarmi il viso molto delicatamente ed istintivamente gliela sposto portandomela alle labbra lasciandogli un bacio sul palmo continuando a parlare <Siamo stati insieme 6 anni. Sei anni d'inferno. Mi insultava pesantemente e ad un certo punto ha iniziato anche ad alzarmi le mani addosso.> lauro comincia a battere il suo piede a terra, segno che si sta iniziando a scaldare e ad innervosirsi <Lauro io ho provato a lasciarlo ma si faceva perdonare sempre presentandosi a casa con un mazzo di rose. Quando ho tentato di lasciarlo per davvero, ormai stanca delle botte, è andato su tutte le furie prendendomi a calci e a pugni su tutto il corpo tanto che, appena si è distratto, ho dovuto chiamare un'ambulanza> A questo punto alzo la maglietta per fargli vedere varie cicatrici dovute ai tantissimi punti che in ospedale mi hanno dovuto mettere per le varie ferite <E i medici non si sono accorti che subivi violenze?> inizia ad accarezzarmi le cicatrici ma istintivamente mi sposto <scusa, è che non le avevo notate prima> abbassa lo sguardo <tranquillo, non è successo nulla. Comunque si, l'avevano notato e me l'hanno chiesto anche più di una volta. Ma Lauro, avevo 17 anni, ero sotto shock e c'era lui in stanza, non potevo raccontare tutto. Mi limitai a dire che avevo avuto un incidente domestico. Ma questa non è la parte più devastante per me.> <non dirmi che ha fatto del che penso io> sgrana gli occhi scuotendo ripetutamente la testa come per convincersi che probabilmente stava pensando male <credo proprio tu c'abbia preso. Appena dimessa dall'ospedale è venuto a farmi visita a casa dei miei nonni quando non c'erano. Era venuto a chiedermi di perdonarlo ma quella volta una scintilla scoccó in me. Ero esausta di dover subire e quando gli intimai di andarsene successe il finimondo. Cose che volavano per casa, botte, parole che volavano a più non posso e poi l'inevitabile. Capitava spesso che lui mi chiedesse di fare cose, ma io rifiutavo sempre prendendomi sberle su sberle ma non si era mai permesso di fare qualcosa senza il mio consenso. Ma quel giorno...> le parole mi muoiono in bocca e faccio fatica a respirare. Lauro sembra capire e mi stringe fortissimo a se. <quel giorno si è preso tutto,il mio corpo, la mia anima, la mia purezza. Sono stata con lui altro tempo subendo sempre più abusi e sempre più mazzate. Non potevo ne denunciarlo ne lasciarlo perché aveva minacciato di far del male ai miei nonni.Cazzo Là ero solo una bambina e da come mi aveva trattata ero davvero convinta che sarebbe stato capace di tutto. Per fortuna è stato arrestato per aggressione a pubblico ufficiale poco tempo dopo e da quel giorno non l'ho rivisto più fino a qualche mese fa> sospiro ormai esausta da quel racconto. Lauro resta in silenzio continuando a stringermi a se e a lasciarmi baci umidi tra i capelli. <è solo colpa sua e la pagherà per questo> dopo interminabili minuti è Lauro a parlare o per meglio dire sussurrare qualcosa più a se stesso che a me. Ha lo sguardo triste e una lacrima gli ricade sul viso. <No La, ti prego non piangere> gli asciugo con il pollice il viso ormai bagnato da molteplici lacrime <come hai fatto a tenerti tutto dentro?> <stando in silenzio e piangendo da sola in camera. A volte la solitudine è il miglior rimedio> gli accarezzo una gamba <Sai, come ti ho detto, sei l'unico al di fuori dei miei nonni e Edo a saperlo. E sei anche la prima persona che mi vede in un momento di fragilità e intimità. Non mi è mai piaciuto mostrarmi fragile o piangere avanti a qualcuno. Neanche Edo, dopo tutti questi anni, mi ha vista mai piangere. Chissà magari tra un po' di tempo sarai la prima persona che mi vedrà piangere> dico cercando di fargli sfoggiare un bel sorriso e  mi accorgo di esserci riuscita quando lo sento ridere. Dio che risata.

Piccolo uomo in deserti giocattolo- Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora