29-Di nuovo maggio

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<Te la senti di venire ancora? Possiamo rimandare o posso andare anche solo io> a rompere il silenzio tombale creatosi in treno è Lauro.
<ce la faccio Lauro. Te l'ho promesso> Lauro poggia una mano sulla mia spalla, gesto che mi fa rabbrividire e scansarmi subito da lui <Sono io, stai tranquilla, non voglio farti del male.> sospira pronunciando questa frase con un tono pieno di tristezza <Scusami davvero Là, non so cosa mi è preso.> sospiro a mia volta <Sei solo spaventata ed hai paura di chiunque,lo capisco e non ti biasimo. Ti chiedo solo di non aver paura di me, non ti farei mai del male> riprova poggiandomi nuovamente la sua mano sulla mia spalla ed io cerco in tutti i modi la forza di non ritirarmi da quel tocco cercando di sdrammatizzare e provocarlo un po'. <Ma tu mi odi> dico con tono da offesa <Ma non è vero che ti odio, che poi posso odiarti quanto credi tu ma non ti toccherei neanche con un dito senza il tuo permesso.> ha la mascella serrata. È serio. <Grazie di tutto Lauro> gli lascio un bacino all'angolo della bocca.


<Pischè semo arrivati> mi guarda come un bambino che apre il suo regalo di compleanno <E che ci fai ancora qui, corri a bussare> lo incito io, forse più entusiasta di lui
<E se non volessero vedermi? Magari si vergognano anche della mia carriera musicale> sospira <Lauro De Marinis non voglio mai più sentire stronzate del genere. Loro saranno sicuramente fieri di te, come anche io. Quindi muovi quelle chiappe e vai a dare un abbraccio ai tuoi.> dico d'un fiato facendo scoppiare dalle risate il ragazzo <Certo che sei dura eh, come coach saresti perfetta.> ride mentre inizia a bussare alla porta in attesa di risposta .

Piccolo uomo in deserti giocattolo- Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora