25- Bonnie e Clyde

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<Non ci credo, sei davvero qui!> mamma fa capolino nella casa seguita subito dopo da papà che per la sorpresa fa cadere delle buste sul pavimento <Eravamo convinti che non saresti venuta neanche sotto tortura > aggiunge <già, non dirlo a me, ne ero più convinta di voi> alzo gli occhi al cielo. <Cosa ti ha fatto cambiare idea?> ma cosa fanno ora l'interrogatorio? <Edo.> rispondo secca. Negli occhi di  mamma si accendono due scintille, le è sempre piaciuto quel ragazzo e sperava sempre che un giorno, da grandi,  magari potesse scoccare la scintilla tra di noi. <Siete ancora in contatto? Vi siete finalmente messi insieme?> è felice lo si sente dal tono che usa <Si, non ci siamo mai persi di vista, se foste stati presenti magari sapreste che mi sono trasferita a Roma dove lui era il mio vicino di casa e che da qualche anno conviviamo a Milano. E no, non stiamo insieme. Ha trovato però un ragazzo che lo fa davvero felice> dico tutto d'un fiato con un tono infastidito <allora sei ancora fidanzata con quell'amore di Giorgio? Prima che partissimo eravate inseparabili> chiede incuriosita beccandosi un'occhiataccia dai nonni e da Lauro che è rimasto ad ascoltare in silenzio per tutto il tempo.
Rimango immobile a quella domanda, nessuno parla e nell'aria c'è una tensione palpabile.
I miei nonni li chiamarono  raccontando tutti i fatti quando lo vennero a sapere, e loro non si sono degnati di fare altro che chiedere per due giorni contati come stessi per poi sparire di nuovo. Fece male, malissimo sapere che gli era scivolato addosso ciò che Giorgio aveva fatto, ma adesso fa ancora più male pensare che loro neanche se la ricordano la vicenda. <C-come Giorgio? Non ricordate cosa è successo?> nonno è senza parole e riesce solo a pronunciare quella frase
<No, perché? Cosa è successo?> domanda serio papà. Non resisto più, ma chi me l'ha fatto fare di rivederli. <Cosa è successo? Davvero?> urlo sbattendo  i pugni sul tavolo alzandomi <nulla degno di nota papà, tranquillo. "Quell'amore di Giorgio" ha solo mandato in ospedale vostra figlia, picchiandola e violentandola> virgoletto il nome con cui hanno chiamato quel bastardo continuando a parlare <nulla degno  di essere ricordato,
vero?> urlo uscendo dalla porta seguita a ruota da Lauro che cerca di calmarmi e dalle urla dei presenti in casa che mi chiedono di tornare dentro e parlarne con calma.
<Anna mi spiace davvero tanto, non meriti questo> dice il ragazzo sedendosi di fianco a me sotto un albero <Non è colpa tua Lauro, per loro sono inesistente. Lo sono sempre stata e non cambierà mai come cosa.> sospiro <sai perché mi hanno chiamata? Per chiedermi dei soldi dato che il lavoro non gli va più bene come prima> rido amaramente <sono stata una scema a tornare> porto le mie ginocchia al livello del mento chiudendomi in me stessa <non è vero. È stata una scelta coraggiosa.> dice mentre mi accarezza una guancia <non meritano di avere una figlia così. Se solo sapessero quanto speciale sei, al di fuori del successo.> prende una mia mano e se la porta all'altezza della bocca baciandomela <vederlo non ricordarsi di quell'episodio è stato devastante. Non sono mai venuti a trovarmi dopo quel fatto e non hanno neanche mai dimostrato di essere davvero preoccupati.> sospiro <davvero non sono degna di poter contare sul loro aiuto quando ne ho bisogno?> <davvero io non so come abbiano fatto a scordarsi di un fatto così grave> mi abbraccia forte <e so anche che non posso prendere il posto dei tuoi genitori> mi accarezza la testa <ma so per certo che puoi contare su di me per ogni cosa, da quella più stupida a quella più grave> mi lascia un bacio tra i capelli <grazie Lauro.> lo stringo forte a me.

Piccolo uomo in deserti giocattolo- Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora