38-Zucchero

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<Lauro..> cerco di avvicinarmi a lui per non fargli sferrare altri pugni al muro. Le sue nocche e le pareti sono interamente intrise di sangue <Non ti avvicinare> mi blocca puntandomi un dito contro <Tu sei la mia cazzo di rovina. Mi stai rovinando la vita Porca troia > aggiunge poi prendendo a calci un piede del tavolo. <e tu la mia> rispondo senza pensarci due volte <Cazzo, perché continui a scopartelo?> il suo tono è fin troppo alto per i miei gusti. <Lauro abbassa la voce per favore> lo supplico portando le mie dita alla tempia e iniziando a massaggiarla.<No cazzo, devono sentire tutti quanto mi fai schifo.> Sputa acido. Il mio cuore perde un battito. Come possono solo nove parole farti crollare il mondo addosso? <a quanto ti piace farti fare i succhiotti per far vedere che hai scopato, a quanto ti piace sbatterti dai falliti e sopratutto a quanto ti piace prendere in giro la gente> continua poi. Rimango immobile con la mascella serrata sotto lo sguardo del ragazzo che si porta nervosamente una mano alla testa, facendo avanti e indietro per la stanza, probabilmente resosi conto delle cose dette. <Io non..> tenta di parlare ma prontamente lo blocco cominciando a parlare io <Davvero? Sono io ora quella che fa schifo?> adesso sono io ad urlare <Pensi che io mi sia divertita a vederti a letto con quella? Pensi non ci sia rimasta male e che sopratutto non mi sia sentita presa in giro?> continuo poi puntandogli il dito e usando un tono così alto da aver svegliato gli altri tre ragazzi. <Davvero pensi che non abbia capito che il tuo obbiettivo è sempre stato di portarmi a letto e poi sparire?> continuo poi alzando sempre di più la voce <Cosa sta succedendo qui? La smettete di urlare?> Davide fa capolino nella stanza stropicciandosi gli occhi <Non succede nulla Dav, ora puoi tornare a dormire, abbiamo finito qui. Buonanotte> dico prendendo un giubbotto lasciato lì la sera precedente e aprendo la porta per uscire da casa. <Dove credi di andare?> Lauro mi blocca per un polso.
Il suo tono è più calmo di prima ma sempre agitato. <Non ti riguarda. Piuttosto pensa che non dovrai stare altro tempo a parlare con una persona che ti fa schifo> continuo poi spiazzando totalmente Lauro che lascia, quasi senza accorgersene, la presa dal mio braccio permettendomi di uscire definitivamente dalla casa. Continuo a camminare senza meta nonostante senta le urla di Davide e Lauro intenti chiamarmi dall'interno. Non ho intenzione di tornare a casa. Sono le 5 del mattino ormai e so che a quest'ora è pericoloso ma non ce la farei a tornare in casa e sostenere lo sguardo di Lauro . Le sue parole mi hanno ferita tremendamente e non riesco a levarmele dalla testa, specialmente il suo "MI FAI SCHIFO".

Piccolo uomo in deserti giocattolo- Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora