10.

1.5K 79 54
                                    

Il locale in Cherry Oak Drive era praticamente un classico pub con una specie di giardino coperto posteriore. Erano le circa le 22 quando arrivammo, in quanto ci eravamo attardati per prepararci.

Alla fine, avevo prestato dei vestiti anche a Robin.

Ci eravamo praticamente messe le stesse cose: jeans strappati, maglioncino nero e cappotto a quadri rosso e nero per me, e jeans strappati e un body nero super figo, che mi ero dimenticata di avere, per lei.

Robin aveva praticamente raschiato da cima a fondo il mio armadio.

Aveva deciso anche per il mio trucco – non il solito eyeliner nero, mascara e lucido, ma mi aveva fatto anche una specie di smokey eyes nero a cui aveva aggiunto un rossetto rosso per le labbra.

Ci eravamo gemellate anche sul trucco. La avevo lasciata fare altrimenti non mi avrebbe dato tregua.

Steve aveva fatto i suoi soliti commenti sul fatto che avrebbe dovuto farci da bodyguard oltre che da babysitter ai ragazzi. Il solito scemo.

Ad ogni modo, quando arrivammo al locale notammo che c'era pochissima gente dove stavano suonando – per lo più c'erano avventori al bancone del bar impegnati con almeno un paio di pinte a testa.

Era il massimo che Hawkins riusciva ad offrire.

Steve dovette esercitare tutto il suo fascino per fare entrare me e i due ragazzi, visto che non eravamo ancora maggiorenni. E, dopo un po' di peripezie e una cospicua mazzetta al buttafuori, ci riuscì.

Aveva davvero il tocco magico.

Raggiungemmo il retro del pub e trovammo i ragazzi impegnati a suonare una cover dei Metallica, Fade to Black, se non erravo, e la stavano suonando maledettamente bene.

La batteria e le due chitarre si armonizzavano in maniera perfetta.

Non amavo molto quel genere musicale, ma quella canzone riusciva a toccare delle corde scoperte nella mia anima.

Things not what they used to be
Missing one inside of me
Deathly loss, this can't be real
I cannot stand this hell I feel
Emptiness is filling me
To the point of agony
Growing darkness, taking dawn
I was me, but now he's gone

Sembrava davvero che quelle parole parlassero di me, di quanto mi era accaduto.

Stavo praticamente per mettermi a piangere, quando decisi di concentrarmi sulla musica. Non potevo fare avere perennemente la meglio ai ricordi tristi.

L'assolo di chitarra elettrica fu un'esecuzione da manuale.

Vedevo come si muovevano le dita del freak sulla Warlock, velocemente, in maniera intensa, ora sembravano pizzicare le corde, ora sembravano accarezzarle con dolcezza.

Mi venne da provare una profonda invidia ma anche un'ammirazione che non mi sarei mai aspettata.

Ero praticamente ipnotizzata dal fottuto movimento di quelle mani, che, accompagnate dagli anelli in argento praticamente su tutte le dita, sembravano addirittura brillare sotto le luci del locale.

A questo si aggiungeva, mio malgrado, il look super azzeccato (jeans strappati, maglietta degli AC/DC, gilet di jeans smanicato) e capelli che fluttuavano al giusto ritmo della musica.

La canzone era appena finita e uscii dalla mia trance. Sollevai lo sguardo sul leader e notai che mi stava fissando con curiosa intensità. Aveva i capelli sulla fronte sudati e questi aggiungevano un tocco in più alla situazione.

Fu come se mi avesse colta a mettere le dita nel barattolo della marmellata.

Abbassai subito lo sguardo e, mio malgrado, arrossii.

Accanto a me sentivo gli applausi e i fischi dei miei amici.

Guardai dalla loro parte e notai Robin che mi sorrideva soddisfatta.

Mi voltai dall'altro lato.

Poi il gruppo riprese con altre canzoni – tra cui alcune che dovevano essere dei loro inediti; molto metal e intense dal punto di vista testuale.

Mi meravigliò un casino la precisione delle esecuzioni – cazzo, Munson doveva essere un vero fanatico della musica – non sbagliava un accordo!

Non che avessi voluto che lo facesse, ma almeno avrei potuto farmi sbollire un pochino l'ammirazione che mi era appena nata nel petto. Scossi la testa e accolsi con gioia la decisione di Steve di andare a prendere delle bibite. In effetti, nonostante le temperature autunnali, sentivo molto caldo, e una coca cola con ghiaccio sarebbe stata una vera mano santa.

<Così ti lascio per qualche giorno e ti ritrovo che ti piace lo svitato?> mi chiese Steve, facendomi quasi strozzare con la bibita che avevo appena sorseggiato.

<Ma sei matto???>

<Beh, che c'è di male? Oddio, è un po' svitato, quello sì... però...>

<Però un cazzo, Steve!>

<Guarda che Robin mi ha detto che gli hai aggiustato la chitarra...>

<Ancora?? Io quella la ammazzo, lo giuro!>

<Vabbè, ma che ci sarebbe di male, scusa?> insistette lui.

<Ci sarebbe che credo di aver già dato abbastanza con musicisti folli, e non mi serve certo aggiungerne altri nella mia vita, per di più anche dediti all'uso e spaccio di droghe.> feci risoluta.

<Nessuno è perfetto, cara amica mia.> e mi mise una mano sulla spalla.

Gli feci il dito medio, che speravo avrebbe posto fine a quella assurda situazione.

Ormai mi ero profondamente pentita di avergli aggiustato quella cazzo di Warlock.

Lui sorrise e prendemmo i bicchieri per portarli agli altri che erano rimasti in sala.


***

ciao a tutt*

ho diviso la serata perché poi vedrete nel prossimo capitolo il resto... :P

intanto, vi sta piacendo? spero di sì **

Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora