13.

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Eravamo in negozio io e Robin, erano le 17.00, ed essendo in mezzo alla settimana, il locale era alquanto tranquillo. Il nostro collega era uscito con una nuova fiamma e io e l'altra eravamo intente a catalogare gli ultimi arrivi.

<Comunque gli A-Ha sono al primo posto da giorni ormai!>

<Che ti dicevo? Lo sapevo che la canzone avrebbe avuto un sacco di successo – è stupenda!>

<Taaaake on me..... take me oooon...> Robin cominciò a canticchiarla storpiando le parole.

Io scoppiai a ridere.

<Comunque, sei stata davvero carina ieri ad aiutare il freak e il suo gruppo....>

Eccola, mi era sembrato strano che tutto stamattina a scuola non ne avesse fatto cenno.

Addirittura, quando avevamo visto Eddie e gli altri in lontananza, e io le avevo chiesto di cambiare strada, non mi aveva detto nulla, a parte lanciarmi uno sguardo strano.

<Mi domandavo quando me ne avresti parlato.> Scossi la testa.

<Dai è palese che c'è chimica tra di voi – ieri mentre suonava non ti staccava gli occhi di dosso!>

<La smetti?? Non è vero. Tu hai le visioni.>

<No, non le ho! E ci vedo anche molto bene, cara mia. Secondo me gli piaci.> e alzò le sopracciglia.

<No, e basta parlare di questa cosa! L'ho aiutato perché erano in difficoltà, perché da piccola ho mangiato latte e strumenti musicali, e fine della storia... non c'è niente di romantico!>

<Ma lo vedi?? Appena te ne parlo tu subito scatti come una molla – vuol dire che in fondo in fondo qualcosa c'è.>

<Robin!!!>

<Uffffffff.... La verità fa male lo so.>

Le feci il dito medio.

Volevo raccontarle della proposta di diventare roadie ma se ne avessi parlato in quel momento credo che la mia collega sarebbe andata a comprarmi il vestito da sposa, quindi mi tenni tutto per me.

Quando chiudemmo il negozio le chiesi di non tornare subito a casa, ma di fermarci sul sentiero nei pressi di Randolph Lane, per poter finalmente fumare l'erba che mi ero guadagnata con la sistemazione del pickup.

Passammo anche da casa di Steve, ma la signora Harrington ci disse che non si era ancora ritirato. Tipico, doveva aver portato la sua nuova fiamma in qualche posto speciale, tipo Indianapolis, per impressionarla.

Trovammo un posticino riparato, ci sedemmo sotto un'enorme quercia e provai a trattenere i brividi che quel posto mi metteva. Mi feci coraggio e presi l'erba dalla tasca interna della giacca di pelle nera.

Passai la bustina ancora sigillata a Robin che con fare esperto cominciò a mischiarla con del tabacco di una Benson.

Rullò la sigaretta, mettendoci un filtro, e la richiuse leccando le estremità della cartina.

<A te l'onore.> Me la passò per accenderla assieme ad un accendino con sopra la scritta I love Indiana.

Sorrisi e me la portai alle labbra, la accesi aspirandola e subito tossii.

Non ero molto pratica nel fumare, e soprattutto, era quasi un anno che non mi facevo una canna.

Robin rise e gliela passai.

<Cazzo, ma questa roba è buonissima. Ti arriva subito alla testa.> disse dopo aver fatto almeno tre tiri.

Me la ripassò, feci un altro tiro e stavolta trattenni.

Aveva ragione lei, la testa mi si era praticamente svuotata all'istante.

Mi sentivo davvero leggera.

<Te l'ho detto. Lo svitato l'ha chiamata erba pipa... o una cazzata simile.>

<Lo svitato eh? Però sa il fatto suo e nel suo mestiere è imbattibile. Cioè questa roba è pazzesca.>

<Sì, è buona.> ammisi.

A metà cominciammo a ridere e a parlare di cose assurde, tipo cosa avremmo fatto se fossimo state presidentesse degli Stati Uniti e cazzate simili.

Era bello avere per una volta la leggerezza nella testa.

<Sai, il freak mi ha chiesto di essere la sua roadie.> ammisi in un impeto di sincerità dovuta agli effetti della canna.

Robin si voltò all'improvviso a guardarmi e si portò le mani alla bocca.

<Che hai capito?? Almeno sai che vuol dire roadie??> le domandai io, scoppiando a ridere vedendo la sua reazione.

Lei fece uno sguardo vacuo.

<Significa aiuto strumentista; è nel gergo musicale – sarebbe la persona, o meglio il tecnico, che aiuta a sistemare gli strumenti e le amplificazioni prima e, si spera non, durante i concerti.> le spiegai e risi della sua faccia sbalordita.

<E io che pensavo che il ragazzo si fosse deciso a confessare la sua passione per te.> e scosse la testa delusa.

<Ma la vuoi smettere?? Lo vedi che non è assolutamente come pensi tu?? Siamo in sintonia... forse... ma solo sul piano musicale.> insistetti.

<Avrei preferito lo foste stati su quello sessuale, almeno ci sarebbe stato più brio!> e mi fece l'occhiolino.

Io spalancai la bocca offesa, ma durai tre secondi perché subito scoppiammo a ridere entrambe.

<Ce lo vedo bene il freak a letto comunque. Deve essere tipo un uragano.>

Non demordeva.

<Ancora???>

<Sai ho sentito da Demy Foster che lo ha sentito da un'amica di una sua amica che la cugina ha detto che il freak tiene appese un paio di manette al muro della sua stanza....>

<Coooo...?>

<Te lo dicevo, mia cara... sadico, ma appagante...> e aspirò un altro tiro.

Io ero rimasta alquanto scioccata dalla cosa anche perché ero stata in camera sua ma non avevo visto nessun paio di manette. Però forse non avevo perquisito la stanza a fondo, dovevo ammetterlo, anche perché c'ero rimasta per quanto? Mezzo minuto? Ovviamente non dissi niente a Robin e feci un altro tiro.

<Vabbè dai... mi dirai...> continuò lei e io scossi la testa rassegnata.

Scoppiammo a ridere come due sceme.

Quell'erba pipa era stata davvero un portento.


***

ciao a tutt*  voi che siete arrivati fin qui, supportando la storia **

questo capitolo ha un ranking arancione rafforzato :D per via della parte sull'erba pipa :P

che ne pensate? **

Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora