26.

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Eddie's POV

Se fosse entrato qualcuno in quel momento mi sarei vergognato più di quanto avrei fatto se fossi stato beccato a fare sesso, pensai. Non avevo mai provato una tale familiarità con qualcuno.

Proseguivo ad accarezzarle la testa e non appena la mia mano toccava i suoi capelli venivo raggiunto da tante scosse. Per non parlare del braccio che la stava stringendo e del suo respiro sul petto.

Se la situazione non fosse stata così drammatica credo che l'avrei baciata.

Oddio, ma che andavo a pensare? Cioè lei mi aveva raccontato la tragedia del divorzio dei suoi e io pensavo a baciarla??

Solo che quel contatto prolungato tra noi era qualcosa di veramente inaspettato che rischiava di mandare all'aria tutto quello che avevo deciso in precedenza, sul non fare cazzate.

Venimmo interrotti dal rumore di una chiave che girava nella serratura e ci staccammo come se avessimo preso una scossa.

<Ehi, zio.> salutai zio Wayne quando entrò in casa.

<Ciao ragazzo, non sapevo avessi visite.>

<Buonasera sig. Munson.> lo salutò lei.

<Zio, lei è Sally Henderson.>

<Molto piacere.>

<Henderson, sei la figlia di Joel, allora?>

Vidi che a sentire pronunciare quel nome fece un piccolo sobbalzo. Forse non si aspettava che zio conoscesse suo padre.

<Sì.>

<Come sta tuo padre? E' da tanto che non si vede, beh ha avuto parecchio successo, però non si abbandonano così i vecchi amici, no?>

<Lei lo conosce?>

<Beh, sì, andavamo al liceo insieme. E' sempre stato un mito tra i compagni dell'Hawkins High, poi è diventato famoso, e beh, insomma, ci ha un po' messi da parte.>

<Eh già.> sospirò.

<Zio, si è fatto un po' tardi, riaccompagno Sally a casa, ok?> cercai di toglierla dall'imbarazzo.

<Va bene. E' stato un piacere conoscerti signorina.>

<Anche per me.> rispose lei alzando la mano.

Corsi in camera a prendere il giubbino di pelle e le chiavi del van e uscimmo.

<Scusalo. Mi dispiace che sia andato a nominare proprio...>

<Tranquillo, non fa niente. Ormai ci sto facendo l'abitudine.>

<Domani vieni alle prove?> le chiesi mentre mettevo in moto.

<Ho il turno al negozio.> sospirò.

<Ah cazzo. Vabbè in caso passo a salutarti quando finiamo.>

<Se finite alle otto di sera sarò già bella che tornata a casa.> ridacchiò.

<No dai, magari cominciamo prima.>

Non volevo salutarla senza sapere che in qualche modo l'avrei rivista, dato che già a scuola avrei dovuto ignorarla, o meglio lasciare che lei mi ignorasse.

Guidai fino a Piney Wood Drive, Sally si era addormentata o almeno non aveva più parlato in macchina, immaginavo fosse ancora provata da quanto successo prima.

<Siamo arrivati.> le dissi mentre accostavo, lei sembrò riaversi.

<Grazie davvero di tutto. E scusami se ti ho rovinato la serata aprendo i rubinetti.>

Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora