12.

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Eddie's POV

Non so perché le avevo fatto una proposta del genere. Cioè, pensavo che le avrebbe fatto piacere, dato che avevo capito che aveva molta pratica con le attrezzature musicali, ma allo stesso tempo avevo forse fatto una cazzata?

Se avesse detto di sì avrei poi dovuto passare diverso tempo con lei e data la decisione che avevo preso in precedenza questo poteva essere davvero un problema.

(Stai lontano dai guai amico!) Mi ripetevo mentalmente.

Ma ormai il danno era fatto, le parole mi erano uscite di bocca da sole, inoltre, sarebbe stato anche un vantaggio avere la ragazzina intorno, poiché le bastava un attimo e risolveva guasti come se nulla fosse!

Rimasi a fissarla per un po'... quella sera era anche particolarmente carina, con un look che si avvicinava più al mio genere.

Non avevo mai notato la forma particolare degli occhi, anche perché di solito evitavo di guardarla più di tanto – ma aveva degli occhi davvero profondi.

(No, Eddie, basta. Ricordi? Problemi? Ragazzina problematica? Ecco, ora smettila.)

Scossi la testa e mi decisi a interrompere lo strano silenzio che si era creato da qualche minuto.

<Non sei costretta a dirmi di sì subito, cioè, prenditi tutto il tempo che ti serve per rifletterci...>

Lei sembrò riprendersi.

<Ah sì, certo... in effetti sai con la scuola e il negozio non so se troverei abbastanza tempo...>

<Okay.... Sì, capisco... sei molto impegnata.> feci rassegnato e un po' dispiaciuto, mio malgrado.

<Mmmm... dai, facciamo che ci penso un po' e ti dico meglio tra qualche giorno?>

<Andata...> e le sorrisi.

Lei ricambiò con un mezzo sorriso e io pensai che fosse davvero carina quando sorrideva.

<Torniamo di là?> mi propose.

<Certo! Abbiamo un giro offerto gentilmente dal sig. Torne.> e sghignazzai.

Quando i nostri amici ci videro tornare avevano tutti delle facce curiose.

<Allora?>

<Che ti ha detto quello stronzo?>

<Ci ha pagati?>

<Sì...> risposi. <Ma per quello dovete ringraziare Sally – è stata un mastino, povero sig. Torne, ho avuto paura io per lui.> e sorrisi.

Tutti la guardarono meravigliati e lei abbassò lo sguardo e arrossì.

Ormai avevo capito che quando qualcuno la metteva al centro dell'attenzione lei assumeva quell'atteggiamento. Sembrava timida, e stranamente, la cosa sembrava aggiungerle ancora di più del fascino.

<Sally?! Hai fatto parlare la musicista che c'è in te, allora?> chiese Dustin.

<Credo che abbia fatto parlare la giustiziera che c'è in lei.> convenne Steve ammirato, dandole una pacca sulla spalla.

Non potei trattenermi dal gettargli un'occhiata infastidita.

<Lady Sally, la paladina della giustizia!> le disse Wheeler.

<Potresti essere una bravissima giocatrice di D&D!> continuò Gareth.

<No... lei odia D&D, è un gioco da sfigati, giusto?> le ricordai la sua risposta alla mia proposta di unirsi a noi qualche sera prima.

<Esattamente! E poi preferisco far valere la giustizia nella vita vera... sfigati!> e fece la linguaccia a Dustin, che alzò gli occhi al cielo.

<Comunque, grazie alla nostra lady giustiziera abbiamo anche un giro di bevande gratis, quindi prego, dopo di voi...> e feci un inchino, indicando il bancone del bar.

***

Sally's POV

Fummo costretti a brindare fuori del locale perché ormai avevo rivelato l'età di Mike e Dustin al sig. Torne, che per punizione, ci fece prendere solo delle lattine di Coca Cola.

Poco male, eravamo tutti entusiasti di come era andata la serata, quindi festeggiammo e ci divertimmo senza avere bisogno di altro, e fui grata che Eddie non tirò fuori qualche erbetta magica delle sue davanti a Dustin e Mike.

Questi ultimi insieme a Steve dettero una mano ai componenti del gruppo per riporre la strumentazione, che venne messa per lo più sul van di Eddie.

Io avevo evitato di guardarlo o di stare troppo vicina a lui dopo quanto mi aveva chiesto.

Io fare la roadie per loro??

Avrebbe voluto dire stare a stretto contatto con tutti i membri del gruppo, stare attenta a tutti gli strumenti, passare ore e ore a sentire le loro prove, e andare praticamente a tutti i loro concerti.

Certo, non avrebbero suonato al Madison Square Garden, ma comunque c'era da evitare che si trovassero in spiacevoli situazioni, tipo quella successa poco prima.

Inoltre, avrei dovuto anche accordare gli strumenti secondo necessità e c'era il piccolo ma enorme problema della mia mano.... Senza considerare che avrei dovuto dividermi tra scuola, studio, negozio e garage di Gareth...

<Ehi, ma ti sei imbambolata?>

Fu la voce di Robin a farmi tornare nel presente.

<Co... scusa, ero sovrappensiero.>

<Dicevo, andiamo? Domani abbiamo scuola e i bambini devono fare la nanna.> e si rivolse a Mike e mio cugino che ricambiarono con il dito medio.

<Sì, sì, anche perché altrimenti zia mi ammazza, e non sarebbe bello per voi domani leggere sul quotidiano 'Studentessa fatta a pezzi dalla zia perché ha fatto fare tardi al figlio.'>

Ridacchiarono.

Salutammo i ragazzi, che ancora insistevano nel ringraziarmi per prima, e quando mi avvicinai al chitarrista cercai di non pensare alla nostra conversazione di prima.

<Beh, allora notte.> e alzai la mano in cenno di saluto.

<Buonanotte paladina della giustizia... e non dimenticare di farmi sapere per quella cosa.> Quest'ultima parte me la sussurrò praticamente nell'orecchio, in modo che gli altri non sentissero, e quel breve contatto ravvicinato mi fece venire dei brividi inattesi.

Non dissi una parola e mi infilai in macchina di Steve, tra Mike e Dustin.


***

ciao a tutt*, siccome oggi sarò abbastanza indaffarata, ho deciso di anticipare un po' la pubblicazione del capitoletto.

Spero che vi piaccia ** in caso, fatemi sapere con qualche commento **

grazie **

Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora