7.

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Mi svegliai dopo aver fatto l'ennesimo incubo. Ormai erano due anni a questa parte che non dormivo più una notte tranquilla. La separazione dei miei genitori aveva dato il via alla mia insonnia, che era aumentata, aggiungendoci il carico di incubi, con l'incidente alla mano.

Come facevo ogni mattina, provai a stringere il pugno, ma non riuscii a chiuderlo completamente. Purtroppo, nei sogni, che poi diventavano incubi anche per questo motivo, riuscivo a suonare la chitarra senza problemi.

Decisi di alzarmi prima di farmi schiacciare dai ricordi dolorosi.

Entrai in bagno e feci una lunga doccia ristoratrice.

Forse fin troppo lunga, perché dopo un po' cominciò a bussare alla porta mio cugino, urlandomi che si stava facendo troppo tardi.

Anche quella mattina zia decise di darci un passaggio, risparmiandoci l'umiliazione di prendere lo scuolabus.

Appena possibile, avrei comprato una macchina. Ero l'unica diciassettenne a non possederne una.

Arrivammo a scuola e subito ci separammo. Ero sempre più decisa a non farmi vedere 1. con mio cugino, 2. con dei ragazzini e, soprattutto, 3. con una gang di sfigati.

Andai subito a cercare Robin, quando mi accorsi che stava parlando all'angolo con alcune sue amiche della banda della scuola, tra cui la famosa Vickie, della quale ci aveva fatto una testa così, sia a me che al nostro collega Steve.

Avrei preferito trovarla da sola, anche perché non le avevo detto ancora nulla dell'erba magica, che era custodita segretamente in camera mia.

A questo proposito mi venne in mente che lo strambo mi doveva ancora pagare per il lavoro. Scossi la testa decisa a non pensarci, dopo quanto successo la sera prima, e mi avviai verso la mia collega.

Salutai Robin, e lei mi introdusse alle sue compagne.

Erano molto simpatiche e notai che Vickie rideva alle battute di Robin, senza contare sul fatto che avevano la stessa identica mania di parlare no stop, anche se tra loro interagivano pochissimo.

Mi venne da sorridere. Erano molto carine a vedersi.

La prima parte della giornata trascorse in maniera abbastanza veloce. Avevamo avuto le prime verifiche di storia e scienze. Me la cavai senza problemi. Ero molto brava a scuola, avevo sempre dato molte soddisfazioni ai miei genitori e cercavo, nonostante tutto, di tenere il ritmo anche qui ad Hawkins, in quanto non avrei voluto dare ulteriori pensieri a zia.

Ben presto ci ritrovammo nella caffetteria. Mi sedetti ad un tavolo vuoto, aspettando l'arrivo di Robin e intanto cominciai a mangiare il mio panino.

Dopo un po' la sala si riempì. Fecero il loro ingresso anche gli sportivi. Tra questi c'erano anche i giocatori della squadra di basket della scuola, capitanata da uno dei ragazzi più fighi che avessi mai visto, Jason Carver. Ovviamente, lui era fidanzato con una delle ragazze più belle della scuola, Chrissy Cunnigham, bionda, capelli mossi, occhi blu, capitano delle cheerleader, praticamente il mio opposto (mora, capelli lisci, occhi marroni, secchiona). Sospirai nel pensare quanto avrei voluto essere al suo posto, quando si sedette Robin, facendomi sussultare.

<Ancora che sbavi appresso a quel cretino di Jason Carver? Te l'ho detto mille volte che non fa per te!> fece risoluta la mia amica, scuotendo la testa, mentre prendeva posto accanto a me.

Sbuffai.

<E chi farebbe per me, invece? Sentiamo.>

<Mmm... non lo so. Sicuramente un tipo con un quoziente intellettivo almeno nella media – cosa che quell'idiota di JC non è. E poi... non lo so... un ragazzo simpatico, anche un po' misterioso magari, che ci sappia fare con le ragazze, perché tu sei una tipa tosta e non è facile tenerti testa...> e mi diede una piccola botta con la spalla.

<Hai scartato praticamente tutti i ragazzi dell'Hawkins High.>

<Mmmmm.... Proprio tutti tutti no, dai. Ci sarà qualcuno che corrisponde ai criteri. Basterà solo cercarlo.> e rise.

Cominciai a ridere anche io.

Purtroppo, la pausa stava per finire, quindi mestamente ci alzammo per dirigerci a lezione. Stavolta avremmo avuto scienze motorie insieme.

Ci avviammo verso la palestra.

Arrivate quasi agli spogliatoi fummo raggiunte da una voce.

<Hey, ragazzina. I tuoi soldi, come promesso.>

Quel qualcuno era Eddie lo strambo, che per fortuna mi stava pagando per il pezzo di ricambio.

<Ah, bene. Grazie.> dissi io prendendo i soldi che mi porgeva. <Fatto buone vendite?> ma perché cavolo non mi facevo i cavoli miei e lo lasciavo andare via, una buona volta?!

<Non male... non posso lamentarmi.> e sorrise fiero. 

Robin lo squadrò e fece uno strano sorrisetto. Il freak stava davanti a noi e ci guardava.

<La tua amica ha praticamente salvato il mio gruppo.> ammise lui, sotto lo sguardo indagatore di Robin.

<Wow, beh sì, la mia amica è molto brava... con le mani.> rivelò Robin con fare malizioso. Io mi voltai verso di lei, sgranando gli occhi. Era diventata pazza?!?

<Ehm... abbiamo lezione. Scusaci... contenta che sia tutto okay con la tua chitarra.> tagliai a corto, decisa ad uscire da qualsiasi situazione nella quale la mia folle amica stava pensando di introdurmi.

<Sì, grazie ancora.> rispose lui ancora interdetto dagli ultimi scambi di battute.

Poi mi lasciai sfuggire. <In bocca al lupo per stasera.>
E quello fu davvero un grave errore, in quanto servii un nuovo assist a quella matta di Robin.

<Stasera? Che c'è stasera?> chiese lei, spalancando gli occhi.

<Ehm, io e il mio gruppo suoniamo in un locale.>

<Ah sì? E sarebbe possibile venire a vedervi? Sai, a noi piace molto la musica.>

Io ero sempre più decisa ad ucciderla.

<Mmm... certo se vi va, e siete libere, perché no?> rispose un sempre più stupito Eddie.

<Che ne dici, Sal? Andiamo?> mi domandò lei, facendomi l'occhiolino.

<Ehm, non saprei.... credo di avere degli impegni di famiglia stasera.> cercai di svicolare.

<Va bè, ma magari, si riesce a farci comunque un salto, no? Dove suonate esattamente?> proseguì imperterrita, ignorando i pizzichi sul braccio che le stavo dando.

<Al locale di Cherry Oak Drive.> rispose lui. <Cominciamo verso 21.30.>

<Perfetto. Proveremo ad esserci.> fece Robin, sorridendo.

<Okay... allora a dopo.> ci salutò lui, sempre più stranito.


*** spazio autrice ***

ciao a tutt*

mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo e spero che vi piacerà **


Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora