16.

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Quel sabato mattina mi svegliai con l'idea in testa di smettere di fare la ragazzina e affrontare le mie paure. Mi era servito molto il discorso di Steve e convenni che non potevo più perdere le cose belle che amavo fare per la paura di quanto mi era successo.

Scesi dal letto di scatto e decisi di non procrastinare quella decisione: sarei andata a casa di Eddie e gli avrei detto quello che avevo intenzione di fare con la sua proposta.

Per fortuna non dovevo andare al negozio, in quanto avevo coperto Steve praticamente tutti i giorni della settimana passata, quindi ero libera.

Feci una doccia rilassante che confermò quanto avevo deciso: dovevo riprendermi in mano la mia vita. Magari in quella sana, pensai con ironia mentre provavo ad aprire e chiudere il pugno destro.

Il dolore mi accompagnava sempre, ma non avrei dovuto farmi buttare giù ulteriormente.

Scelsi con cura il mio outfit: jeans strappato nero, maglioncino verde militare e giacca di pelle. A questo aggiunsi una camicia a quadroni bianchi e neri legata in vita e anfibi neri.

<Dove te ne vai così presto?> mi chiese Dustin stropicciandosi gli occhi dal sonno.

Era appena sceso per fare colazione. In effetti non avevo considerato che fossero a malapena le 10 del mattino e forse il freak stava ancora dormendo.

<Avete fatto tardi ieri sera?> decisi di rispondergli con un'altra domanda.

<Sì, abbastanza. La sig.ra Wheeler ha dovuto dirci di smetterla. Ci siamo divertiti tantissimo, però.>

<Sono contenta.>

<Sai mi manca molto Will, e manca tanto anche a Mike e Lucas, anche se sono tutti presi chi da Undi e chi dal basket.>

<Mi dispiace, baby. Mi ricordo di Byers, spesso quando venivamo qui per le feste ci ritrovavamo il piccolo Will. Mi è sempre piaciuta la sua fantasia – disegnava e raccontava delle bellissime storie.>

<Già.> sospirò. <Sai però che anche Eddie è bravissimo come Dungeon Master? Le sue avventure sono più complesse e difficili, ma ricchissime di dettagli pazzeschi!>

Wow mio cugino ammirava molto quel ragazzo. Chissà se ne conosceva l'altro lato, quello meno D&D-friendly.

Non volli indagare ulteriormente, anche per non smorzare l'affetto che il piccolo sembrava provare per lui.

<Ah sì?> feci la vaga.

<Sì, ieri è stato un master fenomenale. Spero che continui la sua campagna presto.>

Gli sorrisi.

<Allora, io vado a fare un giro al centro commerciale.> non so perché ma mentii. Non me la sentivo di dirgli dove andavo davvero.

Ad essere sincera non lo sapeva nessuno, nemmeno Robin e Steve, in quanto la mia risoluzione era stata partorita durante la notte passata praticamente insonne.

A questo proposito avevo anche un bel paio di occhiaie, aumentate anche dai tiri di erba magica, e a nulla era servito camuffarle con del correttore. Inforcai i rayban neri e mi avvicinai all'uscio.

<E vai da sola? Senza i tuoi amici?> mi chiese preoccupato.

<Sì, loro hanno il turno al negozio oggi e Steve ha quello doppio... a proposito di lui, sai che c'è rimasto male che non sei venuto a cena a casa sua ieri?> gli rivelai tornando indietro.

<Cavoli, mi dispiace.> si grattò la testa.

<Credo che sia un po' geloso del freak.> risi.

<Dai Sally, almeno tu chiamalo con il suo nome, Eddie.> mi fece quasi offeso.

<Ok, ok, di Eddie.> alzai le mani in segno di resa.

<Ecco... comunque, oggi passo a trovare Harrington al negozio e gli propongo di andare al cinema più tardi, così mi faccio perdonare... che ne pensi?>

<Perfetto! Gli farà davvero piacere. Adesso scappo, ci vediamo più tardi. Dici tu a zia che sono uscita?>

<Certo, vai pure.>

Uscii e mi colpì il forte vento. Mi strinsi ancora di più nella giacca.

Con il fatto che nessuno conosceva la mia vera destinazione non potevo sfruttare passaggi né da zia né da Steve; perciò, decisi di incamminarmi lentamente verso nord-est, diretta a Forest Hills.

Arrivai dopo circa una buona mezz'ora di cammino, zigzagando per le stradine della città; me l'ero presa comoda anche per evitare di dover svegliare il mio ospite. Con le storie assurde che mi aveva raccontato Dustin su questa città evitavo di abbandonare la strada, anche perché non ero ancora molto pratica dei posti.

Fui tentata di passare anche da Max, ma temevo che qualsiasi deviazione mi avrebbe poi depistato dal mio intento iniziale.

Non appena misi piede nel campo caravan cominciai a sentire il cuore accelerare dei battiti. Mi fermai, feci qualche respiro profondo e ripresi a camminare.

Mi ritrovai di fronte casa di Eddie con i piedi che mi avevano condotto lì in automatico e, facendomi coraggio, bussai.

Aspettai qualche secondo, ma non venne ad aprire nessuno. Riprovai, bussando un pochino più forte.

Niente. Silenzio più assoluto.

Succedeva sempre così quando mi convincevo a fare qualcosa doveva poi succedere qualcos'altro per smentirmi.

Sospirai, tra il sollevato e il dispiaciuto, e ridiscesi i gradini.

Avevo raggiunto l'ultimo quando sentii lo scatto di una serratura e una porta che si apriva.

<Chi è... oh Sally...> mi girai e mi ritrovai il moro che mi guardava sconvolto con gli occhi più gonfi di quelli di Dustin e con indosso una t-shirt dei Metallica e un paio di boxer scuri. Sorrisi, nonostante il nervoso. <Che ci fai qui?> mi chiese.

<Ehm... so che è un po' presto, ma posso parlarti?> avevo pronunciato quelle parole praticamente tutte d'un fiato. Ero, inoltre, arrossita in quanto avevo evitato di soffermarmi con gli occhi su di lui.

<Sì, certo, entra pure.> si fece da parte per farmi passare.

Lo seguii all'interno.

***

ciao a tutt*, eccoci con un nuovo capitoletto, che spero vi piacerà.

finalmente Sally ha preso la sua decisione, ma quale sarà?

ps. volevo ringraziarvi per le stelline e commenti che sto ricevendo ** siete davvero il motore che mi spinge a scrivere ** grazie davvero **

Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora