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⚠️ATTENZIONE⚠️: questo capitolo contiene linguaggio esplicito e scene con contenuti forti, se siete dei lettori sensibili, siete pregati di passare avanti.

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<Ehi, ehi, è tutto okay. Ci sono io ora qui con te! Non ti succederà nulla, te lo prometto!> mi sussurrò abbracciandomi, addirittura stringendomi sempre di più. <Non serve che continui...> stava cominciando a dirmi, ma io lo bloccai.

<Ti prego, non fermarmi, ho bisogno di confidarmi, sono pochissime le persone a conoscere la versione integrale e voglio che tu sia una di quelle, e se mi blocco adesso temo che non riuscirò più a parlartene...> affermai convinta.

<Okay, ma se è troppo difficile per te voglio che ti fermi okay? Sally?> annuii senza guardarlo.

<Non ricordo granché del momento del crash se non un forte urto, le tante luci colorate delle macchine dei paramedici e il grigio della sala operatoria, ma sono flash più che altro. Ancora li rivivo nei miei incubi più vividi! La mano me l'hanno salvata per miracolo. Per i dottori sono praticamente un fenomeno clinico!> guardavo fissa di fronte a me ma ero lontana anni luce, in realtà.

<Sono rimasta in ospedale per diversi mesi, tra operazioni e terapie... James non è mai venuto a trovarmi, mia madre è venuta qualche volta, l'ultima per chiedermi di non sporgere denuncia, perché altrimenti il mio caro fidanzato avrebbe passato i guai, visto che guidava con un tasso alcolemico ben oltre la norma! Io l'ho mandata via e non l'ho più voluta vedere da allora. Non so nemmeno se ho una sorella o un fratello.> singhiozzai.

<Mio padre non venne mai a vedermi, invece, seppe tutto da mia madre credo, sia del tradimento che dell'incidente, in che modo non so dirti, sta di fatto che mi voltò le spalle anche lui, dicendo che gli avevo mentito anche io, che non ero più sua figlia, che avevo introdotto io quella serpe nella nostra famiglia...!>

Ormai non controllavo più le lacrime, ero una specie di fiume in piena, sentivo solo gli abbracci caldi del riccio accanto a me che mi aiutavano a contrastare il freddo che quei ricordi stavano evocando.

<Così a poco più di 16 anni mi sono ritrovata senza più niente: non avevo più una madre, né un padre, né un fidanzato...> mi girai verso di lui, <Vedi Eddie, quando ho cominciato a frequentarti, tu sei stato il primo con cui ho ricominciato a 'vivere normalmente' e credo di essermi bloccata quando mi sono accorta che stavo cominciando a tenere molto a te... temevo che avresti potuto comportarti come James, quindi mi sono chiusa a riccio, pensando più al mio dolore che a quello che avrei potuto causare a te, mi dispiace!> confessai imbarazzata.

Lui mi osservò sbalordito dalle mie parole, ma dopo averle pronunciate vidi che il suo sguardo si era addolcito.

<Sally...> cominciò.

<No, non ho ancora finito, ti prego, poi mi dirai tutto quello che riterrai più opportuno...> lo fermai convinta.

<Dov'ero rimasta? Ah sì, non avevo più niente, nemmeno la mia unica passione: la musica...> aggiunsi deglutendo a fatica, <Eh già, perché non te l'ho mai detto ma io sono mancina. Suono la chitarra con la sinistra tenendola con la destra.> confessai, ottenendo in cambio un'occhiata esterrefatta.

<Non è possibile?! Ti ho visto suonarla da destra!> mi chiese stupito. Gli rivolsi uno sguardo triste.

<La suono da entrambi i lati in realtà!> confessai, <Ma mentre con la destra la suono come una brava alunna che porta a termine il suo compitino, con la sinistra, invece, la suono, o meglio suonavo, come se fossi una fottuta dea della musica!> feci una smorfia e gli mostrai volontariamente il palmo della mano per la prima volta, lui lo sfiorò come se fosse la cosa più preziosa al mondo, provocandomi dei brividi in tutto il corpo.

Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora