18.

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Eddie's POV

Eravamo seduti sul divano da un po'. Avere la ragazzina vicino mi faceva sentire strano. Era molto simpatica quando decideva di allentare il suo lato stronzo.

E mi stava sembrando strano anche poggiare le mie labbra sul filtro dove lei prima aveva posato le sue. Cazzo, stavo cominciando a pensare un po' troppo alle sue labbra e averla a 10 cm di distanza non aiutava di certo.

Non dovevo assolutamente lasciare che la mia mente si ingarbugliasse in trip mentali.

Senza contare che mi aveva appena fatto capire di vergognarsi di farsi vedere a scuola con me e con i ragazzi.

Quello sì che era stato un colpo basso. Ma potevo forse biasimarla? Quale persona sana di mente avrebbe voluto farsi vedere con un freak?

Soprattutto se si trattava una ragazza carina e in gamba come lei. Mi voltai di nuovo a guardarla e dovetti distogliere lo sguardo dopo qualche secondo. Avevo detto carina? In realtà adesso che la guardavo meglio mi sembrava davvero molto bella – aveva quegli occhi all'insù di un colore davvero particolare – tra il marrone, l'ambra e il verde a volte, quando erano un po' arrossati. Ritornai a fissare le sue labbra e mi venne voglia di testarne la morbidezza e il sapore. Scossi il capo.

Stop, il fumo aveva cominciato a farmi entrare nel tunnel dei trip mentali e dovevo darmi una regolata.

Spensi il filtro nel posacenere e mi allungai per prendere la mia tazza, in quell'istante le nostre mani si sfiorarono, dato che lei stava appena poggiando la sua.

Cazzo. Sentii un pizzicore che mi risalì fino alla testa.

C'erano due possibilità: o quell'erba era davvero magica oppure era la ragazzina a farmi provare quelle cose.

D'istinto mi alzai. Non potevo restare ulteriormente in quella posizione.

Lei mi guardò stupita.

<Cara la mia supereroina degli strumenti, sei pronta ad accompagnarmi per mettere in pratica le tue arti magiche?>

Non sapevo perché glielo avessi ricordato proprio ora, forse perché volevo allontanarmi da quella vicinanza, ma al tempo stesso volevo continuare a passare del tempo con lei?
Damn man, eri molto meglio di così una volta! pensai scuotendo la testa.

<Me lo stai chiedendo adesso che sai che non sono del tutto lucida?> mi chiese di rimando.

<Beccato!> feci il gesto di chi viene colpito.

Non so se fu l'effetto dell'erba, ma sorrise e si alzò a sua volta.

<Va bene, andiamo!>

<Dammi solo cinque minuti.> le feci il segno con la mano. <Intanto tu mettiti comoda, ascolta la musica, suona la chitarra, insomma, fai come se fossi a casa tua.>

<Posso vedere i tuoi dischi?> mi chiese lei con uno strano barlume negli occhi.

<Certo, ma dubito che ci sia qualcosa che ti piaccia.>

<Oh che snob che sei! E poi tu non mi conosci, Eddie Munson, potrei sorprenderti.>

<Veramente sono già abbastanza sorpreso. Comunque, vieni.> la condussi in camera.

***

Sally's POV

Ero ancora su di giri. Lo seguii nella stanza con circospezione.

<Benvenuta nel mio regno. Di nuovo.> fece un inchino.

Scoppiai a ridere, era buffissimo.

<Qui, cara la mia paladina della giustizia, potrà notare i dischi che ho praticamente consumato a furia di ascoltare – AC/DC, Metallica, Black Sabbath, Kiss, Led Zeppelin, di cui, ovviamente, ho anche le musicassette. Da quest'altra parte ci sono band che ascolto meno assiduamente. Come vede non c'è nulla che le sue orecchie principesche siano abituate ad ascoltare.>

Take on me - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora