20_Realtà

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Ci alziamo presto e andiamo in un piccolo bar di paese a fare colazione, con cornetti e cappuccini. Lo bevo solo qua perché ovviamente sono fatti come si deve.

"Da quanto sognavo una colazione in Italia." Dice Draco soddisfatto.

Mi fa sorridere, senza quella pesantezza che ha sempre addosso è ancora più bello.

Schiocca le dita. "Che ti guardi?"

Scuoto la testa sorridendo ancora di più. "Non posso guardare il mio ragazzo?"

Per quanto è vanitoso. "Certo, vengo spesso ammirato, dovrebbero mettermi in un museo. Anzi, sicuramente il mio ritratto del salotto un giorno lo sarà."

Quel quadro mi ha sempre inquietato, così freddo e composto, ma certamente bello.

Alla parola museo ricordo mia nonna quando mi raccontava di quello di Firenze, il problema è che non conosco agganci magici qua.

Mia nonna era una nata babbana quindi qua ha sempre vissuto così. Quando poi si è trasferita a Londra e ha conosciuto mio nonno, mago, ha cambiato vita. Qua però tornava in tutto e per tutto alle origini.

"A che pensi?"

"Volevo andare ad un museo, me l'hai fatto venire in mente dicendolo." Sorrido. "Ma non so come arrivarci, sai com'era la nonna."

Draco l'ha vista qualche volta da noi e ha sentito storie e racconti da lei e su di lei quindi sa di che parlo.

Poi mi viene in mente che non ho più scritto a Madame Rosmerta per sta sera.

"Cazzo, mi sono dimenticata di cambiare il turno per sta sera! Dovevo farlo ieri prima che arrivassi ma poi-" Mi blocco senza ripetere quello che è successo.

"Quindi devi lavorare?"

"Mhmh." Dico triste.

"Beh posso aspettarti al pub, magari è l'ora giusta che io e Jordie ci beviamo una birra insieme."

Mi ricordo della battuta del ragazzo quando mi ha detto che non si erano mai presi una birra insieme, a quanto pare pesa ad entrambi anche se non ne capisco tanto il motivo.

Forse semplicemente perché Draco non ha molte amicizie e lui è uno dei pochi.

"Perché non mi hai mai parlato di lui?" Lo chiedo curiosa, non infastidita.

"È quattro anni più grande e fino a Natale tra noi c'era più un'amicizia forzata che altro."

Natale, ci sarà mai un nostro discorso in cui non si mette un dito nella piaga?

"Lui non è-" Lascio la frase sospesa.

"No."

"Allora perché c'era a Natale?"

Silenzio.

Non capisco perché ci devono essere tutti sti castelli costruiti attorno alla sua vita, non si può essere chiari e basta?

Ho sempre odiato le bugie, l'ho preso da mia madre e dai suoi insegnamenti. Si posso accettare al massimo mezze verità per me, ma le bugie o le cose nascoste mi irritano.

"Draco?"

Fa un sospiro, ma non risponde comunque. Si alza va a pagare e usciamo a camminare.

Prendiamo un pullman per arrivare al mare. E' stipato di gente perché essendo estate tutti scendono in spiaggia o comunque non stanno in casa, così stiamo in piedi per più di mezz'ora.

Sapevo che eri tu - Draco Malfoy FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora