Sono fuori sugli scalini della veranda, rivolta a guardare il giardino allestito. A differenza dei momenti passati a preparare, non vedo ipotetiche scene di domani e il mio unico conforto sono sigarette e whiskey. Cam stava praticamente dormendo contro alla mia spalla quindi l'ho mandata dentro ma sono le prime luci a tenermi compagnia finchè non sento dei passi raggiungermi.
"Perchè non sei venuta a letto?"
Si siede vicino a me, lasciando dello spazio e nonostante la sua voce sia calma non voglio guardarlo per paura che si realizzino le mie paure. Forse evitando i suoi occhi eviterò anche di sentire le sue parole, o per lo meno di sentirne il dolore.
"Non ho sonno."
Cala il silenzio mentre aspettiamo il sole.
"Già da quando era più piccolo era un ribelle, mi difendeva anche quando prendevo le strigliate da mio padre e sai che ci vuole coraggio." Lo sento sorridere e riesco finalmente a guardare il viso più bello del mondo. Nonostante gli occhi gonfi dalle lacrime e dal sonno, le occhiaie per la nottata e il sorriso tirato, sarà sempre il ragazzo più stupendo che abbia mai visto.
"Come quando ha iniziato a fare tatuaggi clandestinamente, non sai che sgorbio fece sul petto di un suo amico."
Lascio andare orgoglio e timori avvicinandomi per incrociare le nostre mani. Il suo sguardo va là e la sua voce si rompe. "Io sono sicuro che mio padre lo sapesse, scommetterei la mia testa- quel figlio di puttana."
"Amore, so che ti sto per dire una cazzata ma è passato quasi un mese, ricordati di lui ma non portarti pesi dentro che fanno del male solo a te."
"Pesi?" Nella sua espressione torna il nervoso sotto forma di sorrisino. "E' morta l'unica persona che si salvava della famiglia! Avrò per sempre questo peso!"
Tiro a me la mia mano quasi per resa. Non so cosa dire o cosa fare per farlo sentire meglio. Forse l'unica opzione è rimanere al suo lato.
Si passa una mano sul volto sospirando, come per mandare giù il bollore di spirito che cresce.
Il suo tono esce stanco ma non per il sonno, più per tutto il resto. "Andiamo a dormire. Domani dobbiamo sposarci." Sentirglielo dire come se fosse diventato un obbligo mi spezza il cuore e mentre si alza io non trovo il modo per farlo.
Vedo la sua mano sporgersi davanti al mio viso ma ancora non do segni di volerlo seguire.
"Non dobbiamo farlo se non te la senti, ci penso io a scrivere a tutti."
Il suo braccio teso torna al suo posto e non sentirlo rispondere è peggio di quando le sue parole arrivano alle mie orecchie. "Forse è meglio così."
Un gran bel groppone si impossessa della mia gola mentre lascio andare le lacrime e dopo questo schiarirmi la gola è doloroso ma necessario.
Non ha detto che non lo farà, non ha detto che è colpa mia, nemmeno che ce l'ha con me, ma il suo tono di voce così triste mi spezza.
Posso solo immaginare il suo dolore, quindi dovrei essere io la sua forza ma in questo momento non ci riesco.
Mi sforzo di mantenere un tono dolce. "Vai a letto allora, io mando i gufi."
"Ti aspetto su."
Perchè dev'essere così difficile? Perchè siamo messi alla prova costantemente?
So che non troverò risposta a queste domande, ancora meno stendendo l'inchiostro.
'Siamo molto dispiaciuti nel dirvi che il matrimonio è stato rimandato a data da stabilire.
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Sapevo che eri tu - Draco Malfoy Fanfiction
Fanfiction"Hai sempre fatto così con le tue puttanelle?" Fa una risatina perplessa. "Così come?" "Il daddy." "Beh si, era l'unico modo che conoscevo prima di qualche sera fa." Faccio la finta tonta sorridendo. "Perché? Che è successo qualche sera fa?" App...