Prologo

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Spagna, 1890.

Una violenta tempesta estiva era scoppiata nel villaggio di Santa Helena, paesino a sud della Spagna. Certi temporali non erano di certo frequenti, gli abitanti erano ormai abituati al clima caldo e secco, mitigato solo dalla presenza del mare e dalla fitta vegetazione. I signorotti e le nobildonne si rivoltavano nei loro soffici letti brontolando per i spaventosi rumori causati dai tuoni, mentre i poveri mendicanti cercavano alloggio nelle locande, osterie o sotto vecchi ponti barcollanti.

Due uomini, precisamente marinai appena sbarcati dal porto, cercavano di coprirsi con pesanti cappotti ed accelerare il passo, cercando una locanda che li ospitasse e li riscaldasse. Il primo era un uomo sulla quarantina, barbuto e alto, mentre l'altro un ragazzo sui 35 anni, bassino e piuttosto massiccio. Improvvisamente uno dei due si bloccò di scatto.

"Ehi Jack, senti anche tu?"

"Cosa?" chiese il ragazzo, drizzando le orecchie.

"questi gemiti. . Sembra il pianto di un bambino" rispose l'uomo barbuto estremamente serio.

"Caro Josè, credo proprio che il rum bevuto sulla nave ti abbia dato alla testa" commentò l'amico dandogli una pacca sulla spalla.

"Ma non dire scemenze! Sturati quelle orecchie e ascolta attentamente!"

Jack guardò torvo Josè, ma improvvisamente spalancò gli occhi.

"Cielo, hai ragione! Sembra provenire dalla foresta!"

I due uomini si infiltrarono nella fitta vegetazione guardando a destra e a manca, ma nessun'ombra di bambino nei paraggi.

"Josè arrendiamoci, la tempesta non si appresta a cessare! Dobbiamo trovare un rifugio!"

L'uomo diede un'ultima occhiata e si arrese alle parole dell'amico, ma improvvisamente gli occhi di entrambi si assottigliarono alla vista di un fagotto. Si avvicinarono cauti e sbirciarono l'interno. Una splendida neonata infreddolita e impaurita era rannichhiata in un fagotto in prossimità di un'alto albero.

"Cielo, una neonata!" esclamò Jack, più sensibile e impressionabile di Josè, che invece manteneva uno sguardo impassibile. Jack prese tra le braccia la bambina, che cominciò ad urlare.

"Ci sai proprio fare con i bambini, eh?" sghignazzò José.

Jack lo fulminò con lo sguardo e passò il fagotto nelle mani di José, che perse la sua freddezza e divenne impacciato nel mantenere una bambina, che nel frattempo si era tranquillizzata e sorrideva a José.

"Gli stai simpatico, José" disse sorridendo Jack con un pò di invidia.

"E ora che ne facciamo della bambina?" chiese preoccupato l'uomo barbuto.

"La portiamo con noi!"

"Ma sei impazzito Jack?!"

"E perché no? Guarda quanto è dolce.." disse accarezzando il nasino della bambina che rideva gioiosa.

"Che vita potremmo offrirle? Siamo sempre in viaggio, non abbiamo una stabilità... "

"E cosa vorresti fare? Lasciarla in un collegio?"

"Avrebbe un'istruzione lì. ."

"Ma non avrebbe affetto" disse triste Jack "ascolta, portiamola nella nostra locanda, l'Habanera. Lì ci saranno anche i nostri amici e ne parleremo con loro sul destino della piccola." continuò.

José sbuffò e riprese il cammino, dirigendosi verso l'Habanera.

Dopo mezz'ora di viaggio, finalmente vi arrivarono. Al bancone, come al solito, vi era Mary, una giovane donna sulla trentina di anni, lunghi capelli ramati e occhi neri come il carbone. Appena i suoi occhi si incrociarono con quelli verde smeraldo di Josè, trattenne il respiro. Erano stati amanti, anni addietro, ma lui aveva preferito l'amore per il mare piuttosto Che lei; tuttavia, il loro amore non si era ancora assopito.

"Buona sera Mary! " esclamò Jack.

"Alla buon'ora, stavo per chiudere la locanda!"

"Abbiamo bisogno di un posto caldo. C'è posto qui?" chiese frettolosamente Josè. Mary lo guardò attentamente, poi concentrò il suo sguardo sulla bambina.

"José! Non dirmi che..."

"Non è mia figlia.." rispose lui burbero. Mary si rilassò visibilmente.

"Abbiamo trovato questa graziosa bambina nel bel mezzo della foresta. Era sola, e abbiamo deciso di portarla con noi." chiarì Jack.

"Vigliacchi, abbandonare così una bambina! Dammela José, voglio vederla.." disse Mary. José passò la bambina nelle braccia di Mary.

"Cosa avete intenzione di fare?" chiese coccolando la bimba.

"Portarla in un'istituto" rispose José. A queste parole la bambina, come se fosse riuscita a capire quelle parole, cominciò a piangere.

"Ma è così bella.. perché non la lasci qui? Ci prenderemo noi cura di lei" propose Mary.

"Anch'io sono d'accordo! Siamo in tanti e non partiamo mai insieme, vedrai che anche gli altri si prenderanno cura di Lei!" disse Jack entusiasta. José si passò una mano sul volto e guardò la bambina, che lo fissava sorridendo. Sbuffò.

"D'accordo. Terremo la bambina con noi"

Jack e Mary esultarono di gioia.

"Come la chiamiamo?" domandò Jack.

"Griselda! " propose Mary.

"Ma che razza di nome è? " esclamarono Josè e Jack.

La piccola sporse le braccine in direzione di José, che la guardò imbarazzato e infine la prese in braccio.

"Avete già un bel rapporto, voi due" commentò Mary sorridendo.

"Aurora. La chiameremo Aurora." disse deciso José.

"Aurora? Si.. mi piace!" disse Jack.

"Perché Aurora?" chiese Mary.

"Perché l'aurora precede l'alba, e sono sicura che questa bimba, ci riserverà un sacco di sorprese" rispose pacato José finalmente sorridendo alla bambina, che emise un gemito di felicità.

Cuore ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora