Capitolo 34

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Rosana sgranò gli occhi e si accasciò lentamente su Juan, che non poteva credere ai propri occhi. Le gambe della ragazza cedettero, e Juan la afferrò per le braccia per non farla cadere bruscamente a terra. Il vestito di Rosana aveva un'enorme macchia di sangue sul fianco e sulla schiena e il suo viso stava diventando sempre più bianco. Dalla sua bocca, uscivano solo gemiti di dolore.

"Ro. .Ro. .Rosana! Rosana!" urlò disperato Juan, cercando di tamponare con le mani il suo sangue.

Nel frattempo dalla villa le cameriere, il signor Salvador e Beatrice accorsero in giardino, per vedere cosa fosse successo. Lo shock era dipinto sulle loro facce.

"Chiamate il dottore! Dobbiamo portarla immediatamente in ospedale!" ordinò Juan prendendola in braccio, mentre Salvador chiamò il cocchiere.

"Oh mio Dio! La mia povera nuora! La mia povera nuora! " ripeteva Beatrice con le mani sul viso.

"Fatti forza Rosana, presto saremo dal dottore e questo sarà un brutto ricordo" mormorò Juan sconvolto, non convinto delle proprie parole.

"Juan... non lasciarmi..." bisbigliò Rosana sempre più pallida.

I due uomini della famiglia Martinez salirono sul calesse con Rosana, correndo più in fretta possibile verso l'ospedale più vicino.

"È un colpo di arma da fuoco.. dannazione!" esclamò Salvador dando piccoli schiaffetti sul viso della giovane per non farla addormentare.

"Non capisco chi possa essere stato!" disse Juan guardando suo padre.

"A..Auro.. Aurora.." mormorò Rosana.

Juan spalancò gli occhi, mentre Salvador aggrottò la fronte.

"Aurora??" esclamò Juan incredulo.

"Juan, Rosana delira quando sta bene, figuriamoci quando è in fin di vita!" commentò suo padre.

"Padre! Vi sembra il momento per parlare in questo modo?"

"È la verità dei fatti, Juan" rispose Salvador.

Finalmente il calesse si fermò all'ospedale più vicino, e Juan e Salvador portarono subito Rosana al suo interno.
I dottori decisero di ricoverarla subito, benché le sue condizioni fossero molto gravi.
Salvador e Juan rimasero fuori ad aspettare.

"Tu stai bene? Sei ferito?" domandò Salvador a suo figlio, guardandogli la camicia bianca sporca di sangue.

"Non è sangue mio" si limitò a rispondere Juan.

Il signor Martinez annuì.

"Dobbiamo avvisare suo padre.. " disse Juan con sguardo vuoto.

"Ci avrà già pensato tua madre, anzi, conoscendola, lo saprà già tutto il paese" rispose Salvador.

"Juan, a cosa stai pensando? La tua espressione non mi piace" disse l'uomo incrociando le braccia al petto.

"Sto pensando a Rosana"

"Pensi che ti creda? Ti conosco bene, Juan. Qualcosa tormenta la tua mente"

Juan guardò Salvador con aria afflitta e confusa. Uno strano e inquietante dubbio lo tormentava.

"E se fosse stata realmente Aurora a sparargli? " disse d'un tratto Juan.

"Oh no, non bastava già tua madre, ora anche tu ti sei rincretinito! "

Juan non diede retta al commento di suo padre e guardò dritto davanti a sé.

"Juan, sul serio credi che sia stata Aurora? Certo che hai un concetto molto singolare dell'amore e fiducia reciproca"

"Lei è l'unica persona che avrebbe motivo per.. insomma, per farle del male. Ricordate come Rosana la trattava quando lavorava per noi? Come l'ha umiliata? E poi pochi giorni fa l'ha insultata nuovamente.. e.. padre, non so più cosa pensare" disse Juan sedendosi su una sedia.

"Juan, sei semplicemente stanco.. in altre situazioni non la penseresti assolutamente così " affermò suo padre sedendosi accanto a lui e dandogli una pacca sulle spalle.

"Avete ragione.. Aurora non farebbe mai del male a nessuno.. che sciocco sono stato. Adesso dubito anche di lei!"

Improvvisamente dalla stanza uscì un dottore con un camice bianco. Juan accorse immediatamente verso di lui.

"Dottore! Ci sono notizie? Come sta Rosana?"

"Non possiamo fare più niente per lei, la signorina ha perso troppo sangue. Vi consiglierei di chiamare il prete per l'estrema unzione" disse il dottore impassibile.

Juan si passò una mano fra i capelli ed entrò nella stanza dove vi era Rosana. Le sue labbra erano violacee, e la carnagione estremamente bianca.
Si avvicinò a lei e le accarezzò i capelli.

"Rosana.. mi dispiace così tanto.." confessò Juan con occhi lucidi "ti prometto che l'assassino la pagherà. La pagherà per ciò che ti ha fatto"

"A.. Aurora.. Aurora.." ripeteva la ragazza.

"Cosa Aurora? Cosa c'entra lei?"

"È stata lei.. mi odia.." sussurrò la ragazza.

Juan si sentì perso e in quel momento avrebbe voluto urlare, quando Rosana chiuse gli occhi.

"Rosana? Rosana? Rosana!" urlò Juan disperato e sconvolto, ma era tutto inutile.
Rosana Perez, la sua fidanzata, che lo aveva tanto odiato quanto amato, era morta.

Cuore ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora