Capitolo 53

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Eneas era sul gran tappeto del salotto di villa Onieva, e giocava con i suoi burattini.
Aurora lo guardava con sguardo triste, completamente vestita di nero: da quando era morto Juan, esattamente un anno prima, non era quasi più uscita di casa e si era chiusa in sé stessa. Mangiava e beveva esclusivamente per suo figlio, altrimenti si sarebbe lasciata morire per raggiungere il suo Juan.
Asciugò una lacrima a questi pensieri e decise di leggere un libro.

"Aurora, c'è la guardia civile alla porta. Vuole parlarvi" disse Carmen entrando nel salotto.

"La guardia civile? Cosa vuole ancora dalle nostre vite?"

"Vogliamo comunicarvi delle notizie che la riguardano, signorina" disse una guardia entrando in casa senza alcun permesso.

Aurora sbuffò e li fece accomodare con un gesto sbrigativo.

"Cosa riguarda?"chiese Aurora, sperando che se ne sarebbero andati al più presto.

"Ricordate quando eravate stata accusata della morte di Rosana Perez?" cominciò un ragazzo in divisa.

"Non sono cose che si dimenticano" rispose fredda la ragazza.

"Abbiamo trovato i colpevoli"

"A distanza di cinque anni? Oh ma complimenti, avete fatto abbastanza in fretta"

"I due colpevoli li conoscete, signorina. Sono loro la causa per cui siete stata accusata"

"Aspettate.. avete detto due colpevoli?" domandò la ragazza confusa.

"Esatto. Pedro Mauretòn ed Emilia Garcia"comunicò la guardia.

Aurora impallidì e scosse la testa.

"Dovevo immaginarlo.. dovevo immaginarlo!"

"Non siamo venuti solo per comunicarvi i colpevoli" continuò l'altra guardia.

"Cos' altro dovete dirmi?"

"La signorina Emilia vuole parlarvi"

"Che cosa?? Cos' altro vuole da me quella strega?! No, decisamente no"

"Signorina, capiamo il vostro disprezzo verso i colpevoli, ma.. domani ci sarà la loro esecuzione. Esaudite il loro ultimo desiderio"

Aurora guardò Eneas e sospirò.

"D'accordo" disse, congedando le guardie.

Nel pomeriggio stesso, Aurora era in carrozza con Miguel, che si era offerto di accompagnarla in carcere.

"Non posso ancora crederci che sia stata lei.. la nostra compagna d'infanzia" disse il ragazzo con disprezzo.

"Io non mi stupisco più di niente invece" rispose Aurora.

I ragazzi arrivarono al carcere e Armando li riconobbe.

"Aurora! Come stai?" chiese la guardia, felice di vederla e abbracciandola.

"Potrebbe andare meglio..non è bello ritornare in questo posto. Dove posso vedere Emilia Garcia? "domandò la ragazza.

"Seguitemi" rispose la guardia conducendoli verso una cella abbastanza grande ma putrida.

Emilia era irriconoscibile: magrissima, con capelli lunghi fino alla schiena e sguardo spento. Tra le braccia, aveva una bambina di circa due anni.
Appena li vide, si alzò subito in piedi.

"Aurora, sono felice che tu abbia accettato di venire fin qui. Ci sei anche tu.. Miguel" disse la ragazza cullando la bambina.

"Cosa vuoi?" chiese Aurora brusca.

"Io.. domani verrò condannata a morte" si sedette Emilia, guardando la bambina con sguardo triste.

"Già. Come ci si sente a stare tra le vita e la morte?" domandò cattiva e piena di rancore Aurora.

"Aurora.. ti prego, non trattarmi così"

"Meriti decisamente di peggio"

"Ne sono consapevole. Mi dispiace per tutti gli errori commessi.. mi dispiace di averti fatto del male"

"È solo a causa tua se io e Juan ci lasciammo! Tua e delle tue orribili menzogne!" urlò la ragazza avvicinandosi ad Emilia, mentre Miguel la bloccava per le braccia.

"Come ci si sente a non avere niente e nessuno?" domandò Emilia con un luccichio negli occhi.

Aurora voleva colpirla, ma Miguel si mise davanti a lei.

"Smettetela di fare le sciocche. Il passato è passato, ed adesso i colpevoli stanno pagando" disse il ragazzo guardando entrambe.

"Chi è quella bambina?" chiese Aurora calmandosi.

"È mia figlia" rispose la detenuta.
"Tua figlia? E chi è il padre?" chiese Miguel.

"Non lo so. È mia e basta. È proprio per lei che ho voluto incontrarvi e parlarvi"

"Dicci tutto subito e lasciaci in pace" tuonò Aurora.

"Vorrei che vi occupaste della mia bambina"

"Che cosa?!" esclamarono Miguel e Aurora.

"Rimarrà orfana domani, e io voglio avere la certezza che non rimarrà in questo carcere. Portatela ad un istituto.. decidete voi. Ma portatela con voi oggi. Non può vedere la propria madre morire" pianse Emilia, stringendo la piccola al suo petto.

Lo sguardo di Aurora si addolcì all'istante.

"Ci prenderemo noi cura di lei" disse Miguel.

"Non lo meriti, ma la bambina non ha colpe" continuò Aurora.

"Signori, il tempo è finito" disse Armando.

"Usciamo subito, un minuto" rispose Miguel.

Emilia si alzò e porse la bambina ad Aurora.

"Come si chiama?" chiese la ragazza.

"Esmeralda. Prendetevene cura, per favore" la supplicò Emilia.

Aurora porse per un attimo la bambina a Miguel e abbracciò velocemente la sua nemica.

"Ti perdono per tutto ciò che mi hai fatto. La tua bambina sarà al sicuro" la rassicurò Aurora.

Emilia le sorrise ringraziandola.

Miguel e la Onieva uscirono dal carcere con la bambina tra le braccia.

Una volta in carrozza, i due si guardarono e sorrisero, non dicendo nemmeno una parola. Era il primo sorriso che Aurora rivolgeva dopo al morte di Juan.

Quando arrivò alla villa, Aurora e Miguel si avvicinarono ad Eleonora, che giocava con Eneas.

"Ragazzi! E quella bambina?" chiese la donna.

"Eneas, d'ora in poi avrai una nuova sorellina. Si chiama Esmeralda" comunicò Aurora sorridente, abbandonando il suo velo di lutto.

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