Capitolo 32

4.2K 267 24
                                    

José stava riflettendo sulle parole scambiate con Aurora. Per la prima volta gli aveva parlato come una donna, lo aveva spronato. Gli aveva detto che non poteva fuggire per sempre dai suoi sentimenti e doveva affrontare la sua vita. Seduto ad un tavolo di legno, guardò Mary servire i clienti con il suo dolce sorriso. Era inevitabile, la amava come il primo giorno che l'aveva conosciuta. Anzi, di più. Si, sicuramente il suo sentimento era pian piano cresciuto. Ma doveva seguire il consiglio di Aurora? Passare la vita che gli rimaneva con Mary, senza più viaggi? In fondo aveva sessant'anni, non poteva navigare per sempre.
Era assorto nei suoi pensieri, quando Aurora entrò come un fulmine in locanda.

"Aurora!" la chiamò lui.

La ragazza si voltò e si avvicinò al suo tavolo, sedendosi accanto a lui.

"Dimmi José"

"Perché hai quella faccia così sconvolta?"

"C..come? Io? N..no José.. ti.. ti sbagli" balbettò la ragazza non guardandolo.

"Ricorda che per me sei come una figlia, e riconosco tutte le tue espressioni. Allora, che ti prende?" le domandò José guardandola con i suoi smeraldi. Anche se non erano padre e figlia, il colore delle loro iridi era il medesimo.

"Niente José, sul serio" disse Aurora con il capo chino.

"Non ti fidi più del tuo vecchio?"

"No! È solo.. ho paura di deluderti" borbottò la ragazza mangiucchiandosi le unghie.

"Non lo farai mai. Allora? Mi dici cosa ti passa per quella testolina?"

"Riguarda i Martinez... precisamente loro figlio" cominciò Aurora non guardandolo.

"Ti ha fatto qualcosa? Ti ha importunata? "

"No! Io.. mi sono innamorata di lui" confessò Aurora finalmente guardandolo.
José si passò una mano fra i capelli e posò per un attimo il suo sguardo su Mary, che li stava fissando.

"Aurora. . Ma cosa ti è saltato in mente.." disse l'uomo con tono rassegnato.

"Non puoi darmene una colpa.. è successo e basta"

"E lui? Ricambia i tuoi sentimenti?"

"Lui.. si. Si, ricambia." affermò la ragazza non molto convinta.

"Il tuo tono non mi piace neanche un pò" commentò José.

"Gli ostacoli non mancano: inizialmente la sua famiglia, poi la sua fidanzata.. io.. non so cosa fare" disse Aurora coprendosi il volto con le mani.

"Vacci cauta, Aurora. I Martinez... sono una famiglia particolare, molto potente. Ora anche tu sei una nobile, ma i soldi non servono a nulla se hai il cuore ferito"

"Io non mi sento una nobile.. io sono Aurora e basta.." disse la ragazza guardandosi intorno e concentrandosi su Mary.

"A proposito, hai parlato con Mary?" domandò Aurora.

"Non ancora.. non ho preso una decisione effettiva"

"Diventerò vecchia se non la prenderai al più presto" disse la ragazza alzandosi e dandogli un bacio sulla guancia.

"Fà quello che ti rende felice" gli consigliò la ragazza.

"Anche tu, Aurora. Anche tu"

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Emilia era negli archivi del comune per cercare informazioni sui Martinez.
Quando trovò la cartella, la studiò attentamente.
Le informazioni non le erano di molto aiuto. Famiglia formata da quattro persone: Salvador Martinez, sua moglie Beatrice e i loro due figli Angelica e Juan. Juan.. è proprio su quest'ultimo che voleva soffermarsi.
A quanto pare quella maledetta di Aurora aveva fatto colpo su un pezzo importante dell'intera provincia.
Tornò al villaggio, curiosa di sapere informazioni sulle pettegole del paese. A quanto pare era fidanzato con una certa Rosana Perez.. informazione utile. Era cresciuto nelle migliori scuole, ma era conosciuto soprattutto per il lato libertino e donnaiolo.
Emilia cercò di sapere il più possibile. La vendetta era un piatto che si doveva servire freddo.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Juan uscì in pieno pomeriggio dalla villa, sicuro che nessuno lo stesse spiando.
Si stava dirigendo verso il porto, sicuro che lì avrebbe trovato Aurora. Cavalcò il suo cavallo fino a destinazione, ed effettivamente non si sbagliò: Aurora era lì, ma stava parlando con un uomo, molto probabilmente José. Quando Aurora lo vide, interruppe il suo discorso con una scusa e si avvicinò a lui.

"Ciao" lo salutò, ma prima che potesse dire altro, Juan la attirò a sé e la baciò.

"Mi sei mancata così tanto.." le sussurrò con le labbra sulle sue.

Aurora sorrise e si allontanò da lui. La sua espressione non era felice e spensierata come qualche giorno addietro.

"Che ti prende?" le chiese lui non capendo la sua espressione.

"Niente" si limitò a rispondere la ragazza.

"Come niente? E quella faccia?" disse Juan afferrando il viso di Aurora.

"Non preoccuparti.." disse la ragazza spingendolo leggermente.

"Ti sei pentita di quella notte?"

"Cosa? No!"

"E allora?" domandò Juan decisamente infastidito.

"È per colpa di quella serpe di Rosana" disse finalmente Aurora.

"Cosa ha fatto?"

"È nata, ecco cosa ha fatto!" esclamò Aurora, per poi calmarsi "mi ha insultata e mi ha detto che mi stai sfruttando"

"E tu l'hai creduta?" chiese Juan.

Aurora non rispose.

"Cristo, Aurora.. non ho mai detto ti amo a nessuna donna, non sono mai andato contro nessuno e non ho mai rischiato l'eredità per qualche ragazza e tu hai ancora dei dubbi?" chiese Juan deluso e arrabbiato.

"Mettiti nei miei panni, Juan. Non è facile... "

"Anche per me non lo è, eppure eccomi qui, solo per te!"

Aurora si avvicinò a lui, ma Juan si scansò.

"Juan.."

"No Aurora, devo prima calmarmi. ." disse il ragazzo appoggiandosi ad un albero, dove Aurora lo raggiunse.

"Juan, ti prego, non essere arrabbiato con me.."

"E dovrei essere felice secondo te? La ragazza che amo non ha fiducia in me, come dovrei sentirmi?"

"Juan, io ho solo paura di perderti e soffrire.." sussurrò la ragazza "non accetterei di perdere anche te" continuò prendendo tra le mani il viso di Juan.

Il ragazzo la guardò intensamente, ed Aurora lo baciò. Fu un bacio lungo, passionale.

"Vieni con me" disse Juan prendendo la mano di Aurora e conducendola sul suo cavallo.
Arrivarono ad una vecchia casa abbandonata, un tempo appartenente ai Martinez.

Juan condusse Aurora al suo interno è cominciò a baciarla. Non servivano le parole: con i suoi baci, le sue carezze e i suoi sguardi voleva farle capire quanto la amava.
Fecero l'amore e rimasero abbracciati per tutta la notte, godendosi quell'attimo di felicità che non sarebbe stato eterno.

Cuore ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora