Capitolo 40

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Due settimane dopo l'incontro di Aurora e Juan, la ragazza era ancora in cella in pessime condizioni. Vomitava di continuo, aveva forti emicranie e la prigionia non migliorava il suo stato. Armando le portava di nascosto pillole e cibo in più, ma la ragazza stava sempre peggio.
Eleonora, che visitava sua figlia ogni giorno, decise che era il momento di liberare Aurora, anche tramite vie illegali.
Un pomeriggio, erano le cinque, Eleonora andò alla villa dei Martinez per parlare con Salvador, speranzosa che l'avrebbe aiutata.
Salvador l'accolse nel suo salotto, visto che in giardino faceva troppo freddo e il cielo di gennaio annunciava un terribile acquazzone.

"Dimmi pure. Immagino tu sia venuta qui per Aurora" cominciò l'uomo serio sedendosi accanto ad Eleonora sul divanetto.

"Mi piacerebbe dire che sono venuta qui per vederti ma.. no, sono venuta per mia figlia" disse la donna.

"Bene, ti ascolto"

"Ho l'impressione che Aurora sia stata incastrata da qualcuno.. anzi, ne sono certa. Inoltre quel giudice mi sembra un incompetente, giurerei che è stato corrotto"

"Sono accuse gravi quelle che stai dicendo"

"Sai che non dico frottole, Salvador. Quell'uomo nasconde qualcosa"

"E cosa hai intenzione di fare per capirlo?"

"Corromperlo a mia volta"

"Cosa? Ma sei impazzita? Potresti finire nei guai, Eleonora!"

"Non mi importa, Aurora deve uscire da quella prigione. E poi, da quando ti importa se qualcosa è illegale o meno?"

"Da quando ci sei tu di mezzo!" confessò l'uomo facendo sorridere Eleonora.

"Salvador, Aurora non sta bene. Una donna incinta non può vivere in cella. . Ha bisogno di cure! "

"Non posso ancora crederci che sto per diventare nonno.." sospirò Salvador.

"Come, non lo sai? Juan non ha intenzione di riconoscere il bambino"

"Che cosa?! Quel disgraziato non mi ha detto nulla!" ghignò Salvador furioso.

"Non puoi costringerlo. Lui ed Aurora si sono lasciati per sempre" affermò la donna triste.

"Cosa ho fatto per meritare un foglio del genere?" si lamentò il Martinez sempre più nervoso.

"Salvador, Aurora deve uscire da quel dannato carcere e farsi una nuova vita! Voglio incontrare il giudice, ma sai che non accetterebbe mai l'incontro con una donna. Ho bisogno di te"

"Cosa vuoi che faccia?" chiese Salvador.

"Voglio che tu venga con me.. voglio che andassimo a parlare insieme dal giudice. Sono sicuro che nasconde qualcosa"

"Hmm. ."

"Ti prego Salvador, ho bisogno di te" lo pregò la donna.

"D'accordo. Quando vuoi che andiamo?"

"Il prima possibile"

"Parlerò con il suo segretario per avere un appuntamento. Stà tranquilla, Aurora uscirà ben presto dal carcere"

Eleonora sorrise e lo abbracciò riconoscente.

"Grazie, Salvador"

L'uomo ricambiò il suo sorriso e si mise subito al lavoro per contattare il giudice.

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Il giorno dopo, Salvador ed Eleonora stavano aspettando fuori la porta del grande ufficio del giudice.

"Ascoltami, noi due ci presenteremo come i coniugi Martinez e parleremo del caso di Aurora.. se dovesse opporsi, passeremo alle maniere forti" spiegò Eleonora agitata.

"Ti piacerebbe essere mia moglie, eh?" scherzò Salvador, ricevendo un colpo sul braccio da Eleonora che tratteneva una risata.

"Il giudice Jolar può ricevervi" annunciò il segretario.

Eleonora e Salvador si guardarono ed entrarono nell'ufficio.

"Buongiorno, siamo i coniugi Martinez" si presentò Salvador, stringendo la mano del giudice.

"Prego, sedetevi" disse l'uomo con voce melliflua.

"Io e mia moglie vorremmo parlare del caso di Aurora Onieva"

"L'assassina della signorina Perez?" disse l'uomo agitandosi e asciugando la fronte con un fazzoletto.

"La presunta assassina " lo corresse Eleonora, contenendo la rabbia.

"Non c'è molto da parlare su di lei. È una semplice poverella che non merita compassione" si sbrigò il giudice alzandosi, ma Martinez lo bloccò.

"Aspetti, signor giudice, la vediamo nervoso" disse l'uomo con voce graffiante, facendo sudare il vecchio giudice.

"Ch. .chi io? N. .no.." balbettò, ed Eleonora capì che gli stava nascondendo qualcosa.

"Sa qualcosa che non sappiamo, giudice? Potremmo essere magnanimi con voi.." sibilò la donna alludendo ad un premio in denaro.

"Non so niente. So solo che quella ragazza deve marcire in carcere, che sia innocente o meno!" sbottò il giudice.

Salvador, in un impeto di rabbia, prese il giudice per il bavero della sua giacca e lo portò contro il muro, con aria minacciosa.

"Che cosa vuole dire? Eh? Che l'hanno corrotto?" insistette Salvador rendendo più forte la sua presa e spaventando il giudice.

"Io.. non so niente.. lasciatemi stare.. aiuto!"

"Le vostre urla non servono a niente. O ci dite la verità, o non la passerete liscia" lo minacciò Eleonora avvicinandosi ai due uomini.

"Mi.. mi hanno pagato! Lo ammetto! Lasciatemi stare ora!" supplicò il giudice disperato.

"Non dica menzogne solo per evitare la nostra reazione! Dica la verità!" urlò Salvador con sguardo rovente.

"È la verità! Lo giuro! Mi hanno pagato per accusare la signorina e giustiziarla! Ma io non ho niente contro di lei"

"Chi l'ha pagata? Chi?" domandò Eleonora con il cuore a mille.

"Non lo so!"

"Non menta!" urlò Salvador.

"Non lo so! Ve lo giuro, non lo so! Mi hanno minacciato con una pistola e sono andati via lasciandomi il denaro" disse l'uomo piagnucolando. Salvador lo lasciò stare, e il giudice tossì violentemente.

"Dovete liberarla" disse calmo il Martinez.

"Io.. non posso.."

"Non era una richiesta, era un ordine" alzò la voce l'uomo, intimidendo persino Eleonora.

"Ma loro.. mi.. mi faranno del male.."

"Nessuno le farà niente. Cosa volete? Soldi? Potere? Possiamo darvelo, ma dovete liberare Aurora" disse dolcemente Eleonora.

"Voglio solo protezione" disse il giudice.

"L'avrete. Ma dovete liberare la ragazza, o guai a voi!" esclamò Salvador minaccioso.

"D'accordo" si arrese il giudice "domani manderò l'ordine di rilascio.. ma per favore, difendetemi! "

"Nessuno saprà niente. Sarà un segreto tra noi" disse Eleonora.

"Vi darò abbastanza denaro da andare via da questo paese. Non siete in grado di fare il giudice" disse sprezzante Salvador uscendo dall'ufficio con Eleonora con un sorriso trionfante.

Cuore ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora