capitolo 6

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Il giorno dopo José si aggirò per il porto e per la foresta cercando disperatamente Aurora. Era dispiaciuto del loro screzio e voleva rimediare, anche perché a poco sarebbe dovuto ripartire. Entrò come una furia nella locanda Habanera e si avvicinò minaccioso a Mary.
"Dov'è Aurora?" gridò afferrandola per il bavero della camicia.
"Io.. non lo.. non lo so!" rispose spaventata. José fece un profondo respiro e la lasciò andare.
"È da ieri sera che non la vedo.. tu non l'hai vista?"
"No José. . Stamattina non era nemmeno nella sua camera! Credevo fosse al villaggio o per la foresta.."
"State tranquilli" disse improvvisamente Emilia avvicinandosi sicura a loro "è andata via di sua spontanea volontà. Per sempre. Mi ha detto che qui non si sentiva a suo agio e non aveva la libertà che cercava"
Mary sbiancò mentre José spalancò gli occhi.
"Che diamine stai dicendo? Non l'avrebbe mai fatto!" gridò José attirando l'attenzione di tutti.
Miguel, incuriosito, si avvicinò al bancone dove i tre stavano discutendo.
"Che succede?" chiese non capendo.
"Aurora è scappata.. è andata via" rispose Mary sconvolta.
"Cosa? È impossibile. Aurora non l'avrebbe mai fatto!"
"A quanto pare la vostra Aurora non è un angelo come pensate" disse Emilia con un ghigno sul volto.
"Emilia! Perché parli così di lei? Aurora per te è come una sorella!" esclamò Mary.
"Era. I rapporti cambiano, mamma, e tu devi pensare che sono io tua figlia, non lei!"
"Emilia ma si può sapere cosa vai farneticando? Non c'entrarai tu in questa situazione!!" disse Miguel passandosi una mano tra i capelli biondi.
"Sì può sapere perché la difendete tutti! È lei che è scappata, non io! E senza nemmeno dirvi niente!"
Mary, Miguel e José si guardarono distrutti. Per Mary, Aurora era come una figlia; per José, era la ragione della sua vita, la decisione più giusta presa nella sua vita quando decise di crescerla mentre per Miguel era un'amica, una sorella, la famiglia che non aveva mai avuto.
"Scusate.. Emilia servi tu per favore, non mi sento molto bene " annunciò Mary con le lacrime agli occhi andando nella sua stanza, mentre José si sentiva lacerare dentro: aveva perso Mary, non poteva perdere anche Aurora.
Nel frattempo la famiglia Martinez era al villaggio per una passeggiata mattutina.
"Stamattina mi è arrivata una lettera da mia sorella Angelica, madre. Dice che giungerà a Santa Helena la settimana prossima." disse Juan osservando con curiosità le piccole ma graziose case.
"Oh, che bella notizia! Non è vero, Salvador? " esclamò la signora Beatrice Martinez.
"Stupenda" rispose Salvador ironico e alzando gli occhi al cielo.
"Che vi prende, padre? Non siete contento di rivedere la vostra adorata figlioletta? " sgnignazzò Juan, pensando al momento in cui suo padre aveva scoperto Angelica scambiare effusioni in pubblico con un signorino di città. Un'affronto che suo padre non aveva di certo dimenticato.
Dopo un paio d'ore, i Martinez erano sul calesse in viaggio per la dimora, quando improvvisamente Juan vide un corpo a terra.
"Fermate il calesse! Fermatelo!" esclamò.
"Ma che succede?" chiese la signora Beatrice spaventata.
All'arresto del calesse, Juan scese immediatamente dal calesse e corse verso la foresta, trovando il corpo di una ragazza rivolto verso il basso. Quando arrivò vicino, una paura assalì Juan.
"Ti prego, fà che non sia lei" pensò, per poi chinarsi e girare il corpo. A quella visione sussultò e si allontanò immediatamente dal corpo. Il bel volto volto di Aurora era ricoperto di sangue, graffi e terra. I lunghi capelli erano sporchi e umidi, i suoi abiti sgualciti e lacerati, mentre il suo corpo non si muoveva.
Nel frattempo suo padre Salvador lo raggiunse.
"Che succede? Oddio.." disse portandosi una mano alla bocca, vedendo quella scena.
Juan si riavvicinò velocemente a lei, cercando di rianimarla.
"Padre! Dobbiamo aiutarla!"
"La porteremo da un medico, al villaggio." rispose Salvador freddo.
"Ma siete impazzito? Sapete benissimo che lì non la cureranno nel migliore dei modi! La porteremo alla villa! "
Salvador stava per ribattere, ma si arrese quando vide Juan prendere tra le braccia la ragazza, dirigendosi verso il calesse.
Quando arrivarono alla villa, alcune cameriere, che avevano visto dalla finestra il loro padroncino portare tra le braccia una ragazza, raggiunsero i loro padroni chiedendo cosa fosse successo.
"Chiamate subito un medico, forza!" ordinò Salvador mentre Juan portava Aurora nella sua camera. Quando Rosana si accorse della confusione, si avvicinò alla signora Beatrice e chiese chi fosse quella ragazza.
"Oh cara! Una povera contadina moribonda che non merita cure! Questi uomini sono troppo buoni!" disse alzando le braccia al cielo. Rosana si insospettì ed entrò nella camera, dove vide Juan stringere la mano di Aurora.
"Ti prego, Aurora, resisti" sussurrò all'orecchio della ragazza, sotto lo sguardo attento del padre.
"Ma quando arriva il dottore?" urlò in preda all'agitazione.
"Calma Juan, sta per arrivare. La conosci già questa ragazza, vero? Ti ho sentito pronunciare il suo nome" disse Salvador serio, appoggiato ad un muro con le braccia incrociate.
Juan tentennò.
"L'ho sentito quella volta al villaggio..."
"E se la conosci così poco, come mai sei così in pena per lei?"
Juan fulminò il padre con lo sguardo, ma per fortuna il dottore irruppe nella stanza, intimando i presenti a lasciarla.
Dopo un paio d'ore, costui uscì dalla stanza stanco e pensieroso.
"Dottore! Come sta?" domandò Juan.
"Bene ma.. ha bisogno di riposo. Molto riposo"
"Sì certo, non si muoverà dal letto"
"Ah si?" disse suo padre guardandolo serio.
"Padre, avete sentito il dottore! Non mi sembra il caso di discutere su questo."
"Ma perché ti interessa così tanto la vita di quella poveraccia?" urlò Rosana gelosa.
"Taci tu!" esclamarono in coro Juan e Salvador, facendola ammutolire immediatamente.
"Vado da lei" disse Juan.
"No, Juan, andrò prima io" annunciò Salvador avviandosi verso la stanza.
"Ma.."
"Juan, per favore"
Juan rimase sbalordito dalla supplica del padre, e acconsentì.
Quando Salvador entrò nella stanza, chiuse la porta e si sedette sulla poltrona vicino al letto. Non proferì parola, preferì studiarla. Quella ragazza aveva qualcosa di familiare, l'aveva pensato sin dalla prima volta che l'aveva vista. Era molto bella, ed aveva i tratti fini, diversi da quelli di una semplice contadina.
Aurora si rigirò nel letto, emise dei gemiti e aprì gli occhi. Si guardò intorno confusa e intontita, poi posò lo sguardo su Salvador.
"Dove mi trovo?" chiese con voce rauca. L'affascinante signor Martinez le sorrise sornione.
"Benvenuta dai Martinez, Aurora."

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