Capitolo 21

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Salvador avrebbe preferito piantarsi un coltello al petto piuttosto che assistere a quella scenetta da quattro soldi. Odiava quei ricevimenti, almeno quanto odiava la superbia e vanità di Rosana; sfortunatamente, era costretto ad averla come nuora. La famiglia di Rosana era una delle più facoltose della capitale, e il merito dei possedimenti di Salvador era soprattutto dovuto a suo padre, perciò un vincolo legava le due famiglie. Si guardò intorno, ma di suo figlio non vi era traccia. Quel ricevimento gli ricordava il suo fidanzamento con Beatrice: aveva all'incirca ventitré anni allora, ed era pazzamente innamorato di Eleonora, benché lei fosse già sposata con un'altro uomo e incinta. Adesso la sua amata dovrebbe avere quarantadue anni. La pensava spesso: si chiedeva come fosse diventata, se i suoi zaffiri fossero ancora magnetici ed addirittura ipnotici, e se la sua bellezza fosse rimasta immutata. Insieme a questi pensieri, però, pensava anche alla sua vita con il marito, ai suoi figli (nel caso ne avesse avuto più di uno) e non poteva fare a meno di provare odio, rancore e gelosia. Voleva tanto celare quei sentimenti dietro il suo cuore di pietra, ma la passione lo infuocava.
Stava congedando i suoi ospiti, quando improvvisamente vide un'ombra attraversare velocemente il giardino. Aveva abiti maschili, decisamente troppo grandi per il fisico di chi li indossava, ma i lineamenti erano.. femminili?
Decise di seguire quella misteriosa figura. Controllò nella sua tasca destra: aveva il solito taglia carte che portava sempre con sé. Per quanto poteva saperne, quell'ombra poteva essere un ladro o chissà chi.
Uscì dal retro della villa attento agli sguardi indiscreti e cominciò a seguire silenziosamente la figura, che si muoveva veloce ed agile.
Decise di porre fine ai suoi dubbi: erano ormai arrivati all'inizio del bosco, non avrebbe potuto seguirlo all'infinito. Corse e raggiunse la persona misteriosa, bloccandola per un braccio e buttandola a terra. La misteriosa figura emise un urlo di sorpresa e di spavento. Il cappello volò via, mostrando il viso di Aurora.

"Aurora? Che ci fai conciata così?" chiese Salvador profondamente stupito.

"Accidenti signore, mi avete spaventata!" rispose la ragazza prendendo tempo e alzandosi. Raccolse il cappello e se lo rimise in testa, lasciando però i lunghi capelli sciolti.

"Allora?" la incalzò Salvador.

"Ehm.. ecco.. io.. stavo facendo un giro per.."

"So benissimo che eri presente al ricevimento. Ti ho visto correre per il giardino" la interruppe il signore, con aria fredda e dura.

"Ah.." disse Aurora abbassando lo sguardo e cercando qualche scusa.

"Eri lì per Juan?"

"Come? No, cioè.. ehm.. volevo salutarla" disse la ragazza con un sorrisetto beffardo.

"Ti stai prendendo gioco di me, ragazzina?"

"Non mi permetterei mai, signore" rispose la ragazza sorridendo ed alzando le mani in segno di innocenza. Salvador si passò una mano fra i folti capelli scuri e in quel momento Aurora pensò che lui e Juan erano due gocce d'acqua, anche se il padrone aveva lo sguardo più rigido e freddo, al contrario di suo figlio che era più furbetto e sbarazzino.

"Juan non è il ragazzo adatto a te, mettitelo bene in testa prima che.."

"Non c'è bisogno che me lo dica lei, signore. Dopo tutto, bisogna pensare prima al denaro e poi ai sentimenti, non è vero? Proprio come ha fatto lei"

"Tu non sai niente di me, ragazzina"

"E lei di me, signore. Mi crede una scalatrice sociale? Una di quelle donne che farebbe di tutto pur di avere un pò di denaro, non è vero?"

Salvador stava per rispondere ma improvvisamente sentirono il rumore dell'andare dei cavalli. Entrambi si voltarono e videro una carrozza. Era grande, lussuosa, sicuramente proveniva dalla capitale. Aurora non ne aveva mai vista una prima d'ora.

"Indietreggia, Aurora, o ci travolgerà" disse Salvador afferrando Aurora per un braccio e mettendola dietro di sé.
La carrozza si avvicinava sempre più, e Salvador ebbe l'impressione di aver già visto il cocchiere da quelche parte.

Massimiliano andava dritto per la sua strada, quando ad un tratto l'improvvisa vista di Salvador gli fece perdere il controllo e frenò i cavalli.

"Che succede, Massimiliano?" chiese la signora Eleonora preoccupata.

"Ecco.. signora.."

La donna, ansiosa, decise di scendere dalla carrozza. Aveva bisogno d'aria. Si avvicinò al cocchiere, che però aveva lo sguardo pietrificato. La donna si voltò e ciò che vide la lasciò sconvolta. Salvador, il suo Salvador, era lì, davanti a lei, immobile e con occhi sbarrati.

"El..Eleonora.." disse l'uomo non riuscendo a muovere un muscolo.

"Salvador.." disse la donna avvicinandosi e notando solo ora una ragazza dietro di lui. Indossava abiti maschili, aveva il volto coperto di terriccio, ma aveva un fascino che l'avvolgeva.
Salvador guardò incantato Eleonora: non era cambiata con il passare degli anni. Certo, aveva il viso più maturo, ma era sempre bellissima, e il vestito bianco che indossava la faceva sembrare un angelo. Dopo un attimo di tentennamento, Salvador si girò verso Aurora. La guardò ed in seguito, riposò il suo sguardo su Eleonora. Erano identiche.

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