Eleonora portò subito, con l'aiuto di Carmen, Aurora all'interno della villa e l'appoggiarono sul letto.
"Madre.. madre ho paura" mormorò la ragazza spaventata, mentre i dolori aumentavano.
"Stà tranquilla, andrà tutto bene.. fai dei profondi respiri.. inspira. .espira. ." la istruì Eleonora, mentre sua figlia faceva come le era stato detto.
"Madre. .madre mi sento morire!" urlò la ragazza, mentre tante gocce di sudore le bagnavano la fronte.
"Pensa che presto avrai un bel bambino tra le braccia! Resisti Aurora! Ma dov'è Alejandra?" chiese la donna sempre più agitata, mentre Carmen tamponava il sudore di Aurora con uno straccio bagnato.
Morena, sentendo il caos, si avviò verso la stanza di Aurora, ma Carmen la bloccò mentre stava uscendo dalla stanza.
"Carmen, ma cosa succede? Non sta bene la mia sorellona? " domandò la bambina preoccupata.
"Aurora sta partorendo Morena, sta partorendo!"
"Ed è normale che urli così?" chiese la bambina, prima di sentire un ennesimo grido dalla stanza della ragazza.
"Sì Morena, è normale" sorrise Carmen, prima di correre per portare dall'altro materiale utile per il parto.
Finalmente Alejandra arrivò e corse da Aurora, che tirò un sospiro di sollievo appena la vide.
"Bene Aurora, stai per partorire" disse la ragazza preparando l'occorrente.
"Me ne sono accorta!" grignò la ragazza a denti stretti, mentre Eleonora stringeva la mano di sua figlia.
"Bene Aurora, adesso spingi più che puoi.. dai Aurora" la incitò l'ostetrica, mentre la ragazza eseguiva.
"Ti prego, fallo uscire!!"
"Un pò di pazienza, Aurora, ci siamo quasi.."
"Vi giuro che è l'ultimo bambino che partorisco! " esclamò Aurora facendo ridere Eleonora.
"Vedrai che cambierai idea, figlia mia" mormorò la donna con un sorriso dolce.
"Vai Aurora, spingi! Vedo la testa!" la incitò Alejandra, mentre Aurora urlava per il dolore.
"O mio Dio, Aurora, sta nascendo! Presto avrai tuo figlio tra le braccia! " esclamò Eleonora emozionata.
"Aurora, un'ultima spinta!"
"Non ce la faccio più.." sussurrò la ragazza senza forze.
"Non dire così! Andiamo.. dai che sei forte! Un'altra spinta!" esclamò Alejandra.
Aurora emise un ultimo urlo. Silenzio. In seguito, il pianto di un bambino riempì la stanza.
"È nato, è nato!" gridò Eleonora in lacrime, mentre Aurora sorrideva debolmente.
"Ce l'ho fatta, madre.."
"Certo che ce l'hai fatta, tesoro!"
Carmen annunciò la notizia a Morena e a Massimiliano, che saltarono di gioia.
Alejandra tagliò il cordone ombelicale, mentre Carmen pulì il bambino dal sangue.
"Posso vederlo?" chiese Aurora.
"Certo bambina mia" disse Carmen dolcemente, avvicinando il neonato avvolto in una copertina.
"Di che sesso è? " domandò Aurora.
"Perché non vedi tu stessa?" rispose la domestica sorridendo e porgendo il bambino ad Aurora.
La ragazza lo prese un pò impacciata e gli accarezzò il piccolo nasino.
"Ciao amore.." sussurrò emozionata, mentre vedeva il sesso del bambino: era un maschio.
"Un maschietto. . Il mio piccolo ometto" mormorò Aurora tra le lacrime, mentre Eleonora le stava accanto e sorrideva.
"È bellissimo" disse la donna asciugandosi una lacrima.
Morena entrò nella stanza.
"Posso..posso vedere il bambino?" chiese titubante.
"Certo, tesoro. Vieni a vedere tuo nipote" rispose Aurora raggiante.
Morena la raggiunse ed illuminò il suo viso innocente di un bel sorriso.
"È bellissimo Aurora! Come lo chiamerai? "
"Già, non abbiamo pensato al nome!" disse Eleonora.
"Eneas" sorrise la ragazza.
"Eneas? Si, mi piace" commentò Morena.
"Un nome perfetto per un bambino perfetto." aggiunse la donna.
Aurora annuì e sbadigliò stanca.
"Sei esausta Aurora, perché non riposi un pò? Ci penserò io al bambino" disse Eleonora.
"Sì.. vi ringrazio, madre" sussurrò Aurora, prima di rimanere sola in camera.
Una volta che tutti furono usciti, la ragazza si liberò in un pianto liberatorio: di gioia, tristezza, dolore, paura.. tante emozioni in quelle lacrime.
Non potè fare a meno di pensare a Juan e a quanto le mancava, mentre la paura di non rendere felice suo figlio l'assaliva. Ed è proprio tra le lacrime, che si addormentò.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Quello stesso giorno, Juan stava rientrando alla villa da un bordello. Aveva una bottiglia di liquore in mano ed era ubriaco fradicio. Aveva passato la notte tra donne, alcool e gioco d'azzardo."Aurora! Aurora dove sei?" urlò nell'ingresso, svegliando Anita e Salvador.
"Signorino, cosa vi succede? Lasciate quella bottiglia" disse la domestica preoccupata, mentre Juan continuava a sbandare.
"Aurora è stata la mia rovina! La mia rovina!" continuava a gridare, mentre Salvador cercò di fermarlo.
"Juan, lascia stare quella bottiglia. Non è così che affronterai i problemi"
"Shh, tacete padre. Lo sentite anche voi? Sentite anche voi questo pianto di bambino?" chiese Juan con sguardo vuoto.
"Juan, non c'è nessun bambino qui. Andiamo in camera tua, forza" lo incitò Salvador afferrandogli il braccio, ma Juan si scostò.
"Io.. lo sento..sento un bambino piangere.. è mio figlio.. è mio figlio.." delirò Juan.
"Padrone, i sensi di colpa lo stanno uccidendo!" esclamò Anita, mentre videro Juan accasciarsi a terra.
"Ho perso tutto! Ho perso mio figlio!" cominciò a piangere il ragazzo, mentre Salvador si chinò a terra con lui e gli diede delle pacche sulle spalle.
"Finalmente hai capito i tuoi errori, Juan. Ma purtroppo non si può tornare indietro"
"Mio figlio! Mio figlio!" ripeteva Juan disperato, posando tutto il corpo a terra e dando sfogo alle sue infinite lacrime.
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Cuore ribelle
RandomSpagna, 1910. Aurora è una ragazza ribelle, spensierata e piena di vita, oltre ad essere bellissima. È stata trovata nella foresta quando era solo una bambina da due marinai, e da allora loro sono il suo mondo, la sua famiglia. Tutto procede normal...