Capitolo 45

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A Santa Helena il tempo caldo e fresco era solo un bel ricordo, poiché adesso il gelo di gennaio aveva preso il sopravvento.
Le donne si rintanavano nelle loro case, mentre gli uomini si rifugiavano in locande e bordelli. Ed è proprio qui, che Juan Martinez spendeva il proprio tempo e denaro, affogando i dispiaceri nell'alcol.
I suoi "amici" si divertivano a torturare le prostitute, mentre lui non staccava la presa dal bicchiere.
Nonostante tutto, il suo fascino non passava inosservato, e le donne avrebbero dato qualsiasi cosa pur di ricevere un sorriso da lui.
Improvvisamente, l'attenzione del Martinez si focalizzò su una ragazza: aveva i capelli corti e neri, pelle bianca e fisico slanciato. Juan pensava di averla già vista, ma non ricordava dove.
La giovane si girò verso di lui e sgranò gli occhi, in seguito si avvicinò a lui.

"Ehi, io ti conosco!" disse la prostituta sedendosi al tavolo di Juan.

"Ah si?" rispose il ragazzo portandosi il bicchiere alle labbra.

"Certo, tu sei Juan Martinez.."

"Hmm. . Ti conosco per caso?"

"Penso che conoscerai meglio Aurora Onieva. .o sbaglio?" chiese la ragazza con tono da civetta, mentre Juan la guardò truce.

"Cosa ne sai tu di Aurora?"

La ragazza rise e si alzò.

"Seguimi, parleremo meglio fuori" disse, e il Martinez la seguì.
Una volta fuori, la giovane si appoggiò ad un albero e sorrise.

"Davvero non mi riconosci, Martinez?"

Juan la guardò attentamente ed improvvisamente si ricordò.

"Sei la ragazza che lavorava con Aurora alla locanda!" esclamò sbalordito.

"Lavorava? Aurora non conosce minimamente il significato di questo verbo"

"Sì che lo conosce, ha lavorato per mesi e duramente per la mia famiglia "

"Oh, ma lei si limitava a sedurre gli uomini" disse diabolica Emilia.

"Certo che l'invidia è proprio una brutta bestia" commentò Juan con le mani nelle tasche.

"E la verità ti fa male, non è vero? Prima il signor Salvador, poi Pedro, poi tu.."

"Adesso smettila! Vorrei ricordarti le tue condizioni, prima di parlare male di lei!"

"È per colpa sua se mi prostituisco! " esclamò la ragazza furiosa.

"Ma cosa diamine stai dicendo?"

"Da quando se n'è andata con la sua mammina ricca, la locanda è entrata in crisi. Nessun marinaio veniva più, ed io ho dovuto chiudere. Ti rendi conto? Ho perso tutto per colpa sua. La mia casa, il mio lavoro, la mia famiglia.. mia madre non mi guarda più in faccia!"

"Tsk, anch'io avrei fatto la stessa cosa. Hai vissuto solamente per torturare Aurora" disse Juan con disprezzo.

"Non giudicarmi, Martinez, tu sei peggio di me!"

"Cosa vorresti dire?"

"Che hai accusato Aurora quando era innocente.. come se quella stupida potesse mai uccidere qualcuno"

Juan cominciò ad agitarsi.

"Ho fatto i miei errori, ma li sto pagando!"

"Ah si? E come? Spassandotela con noi? Non farmi ridere"

"Adesso mi hai davvero stufato!" esclamò Juan nervoso cercando di andarsene, ma Emilia lo bloccò.

"Aurora ti ha voluto solo per i soldi" gli sussurrò all'orecchio.

Cuore ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora