Capitolo 48

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La sera calò in fretta su Santa Helena, e per le donne Onieva era tempo di tornare a casa.

"Juan, Salvador, è tardi, dobbiamo tornare alla villa" disse Aurora, guardando i due uomini che fino ad allora avevano giocato con Eneas.

"No, Aurora, rimanete un altro pò..per favore" la supplicò Juan.

"Potresti rimanere a dormire qui, come sai lo spazio di certo non manca" affermò Salvador.

"Sono sicura che vostra moglie non me lo permetterebbe mai. . Dai Eneas, andiamo" disse Aurora.

"Aurora, mia madre non dirà assolutamente nulla, rimanete con noi!" insistette Juan.

Aurora era indecisa sul da farsi e guardò la madre, che gli accarezzò il braccio.

"Fà quello che ti senti" le sussurrò.

"Noi.. potremmo tornare anche domani" disse la ragazza, ma lesse la delusione sul volto di Juan.

"Non se ne parla! Anzi, sentiamo il parere del bambino.. Eneas, vuoi restare ancora con il nonno o vuoi tornare a casa?" chiese Salvador al piccolo, inginocchiandosi davanti a lui.

"Nonno e papà! Nonno e papà!" esclamò Eneas, stupendo Juan e Aurora.

"Papà? Juan, per caso gli hai detto qualcosa?" gli domandò Aurora incredula.

"No Aurora, te lo assicuro" disse il Martinez sconvolto.

"Mamma, non sono più piccolo. Tu mi hai detto che il papà è la persona che ti.. che ti vuole bene e gioca con te. Tu vuoi essere il mio papà?" chiese il bambino a Juan con tono innocente, facendo commuovere Eleonora, che ora era stretta tra le braccia di Salvador.

"Certo che lo voglio essere, ometto" disse il ragazzo prendendo in braccio il bambino ed abbracciandolo forte.

Aurora chinò lo sguardo e cercò di nascondere le lacrime.

"Mamma, perché piangi?" chiese Eneas guardando sua madre, attirando l'attenzione di tutti.

"Niente amore, mi brucia solo un pò l'occhio" mentì Aurora.

"Allora, mamma? Rimarrai qui?" gli domandò Juan speranzoso, con la guancia accostata a quella di suo figlio.

Aurora annuì e il bambino urlò di gioia, mentre il ragazzo sorrideva gioioso.

"Che bello vederli così.. sembrano una vera famiglia" sorrise Eleonora vedendo la scena.

"Loro sono una famiglia.. spero solo che mio figlio non rovinerà di nuovo tutto" sospirò Salvador.

"Lo spero anch'io... Eneas sembra già essersi affezionato a lui"

"È un bambino adorabile"

"Già. E il merito è anche nostro... ci assomiglia un pò, non credi?" chiese Eleonora orgogliosa.

"Ci assomiglia perché i nostri figli sono identici a noi" rise Salvador.

"dettagli" scherzò Eleonora, accorgendosi solo ora di quanto il suo viso fosse vicino a quello di Salvador.
I due si guardarono intensamente, come se volessero comunicare qualcosa che con le parole non sarebbero riusciti a dire.

"Se vuoi.. puoi rimanere anche tu.. qui, con noi.. con me" disse Salvador, ed Eleonora si sentì cedere le gambe per l'emozione e la scossa elettrica che le avevano dato quelle parole.

"No, Salvador, per me.. sarebbe troppo difficile. Preferisco tornare a casa"

L'uomo annuì e preferì non ribattere, mentre pensava come inevitabilmente, il loro cuore fosse affetto dallo stesso male.

Cuore ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora