Capitolo 10

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Mi sedetti sopra le sue gambe, davanti lo schermo. Lui impugnava il mouse, e stava usando il computer già acceso. Poi aprì una cartella, all'interno l'inferno dei giochi. Ne aprì uno che io non conoscevo. Era un horror, si capiva. Mi fece indossare le cuffie e mi disse: " Bene! Buona fortuna!" E io: "Cosa? Ma sei pazzo! Io non so giocare a sta roba!". Allora lui mi spiegò la funzionalità dei tasti e mise una mano sopra la mia che impugnava il mouse. Mi guidò lui durante il gioco, e facemmo più di una partita. Giocare con lui fu fantastico. Sentirlo ragionare, parlare della sua conoscenza dei videogame, lo rendeva sempre più intrigante ai miei occhi. Capitò anche di prenderci un bello spavento, ma giuro che fu lo spavento più bello della mia vita. Eravamo entrambi concentrati sul gioco e fissavamo lo schermo a distanza 5 cm da esso, quando comparì un mostro orrendo che ci fece sobbalzare. Urlammo entrambi come dei deficienti e la cosa che ci venne spontanea da fare fu abbracciarci. Non ho mai amato i giochi horror più di quel momento.
Nel frattempo però il tempo passava e arrivò l'ora di cena. Non mi ero resa conto che avessimo passato tanto tempo a giocare. Quando ero con lui non sentivo il peso del tempo scorrere. Così staccammo e ci alzammo, pronti per andare a cenare.

Favij? No, Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora