Capitolo 37

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Quel pensiero scomparve dalla mia mente. Da quel momento in poi volli solo godermi quella meravigliosa notte piena di stelle, con lui. Ci divertimmo un mondo ridendo, scherzando e parlando. Ci promettemmo di ritornarci presto e così verso ormai le 4:30 del mattino, ci incamminammo verso casa. Eravamo entrambi felici, questo si capiva solo guardandoci in volto. Una volta rientrati, lui ed io ci demmo la buonanotte davanti la porta chiusa della mia stanza, mi passò una mano fra i capelli e mi disse: "A domani, stupida". "Avrò preso dal cugino" dissi mandandogli un bacio con la mano in tono di presa in giro. Lui sembrò turbato da questa mia risposta e devo dire che ci rimasi davvero male per la sua espressione. Passai tutta la notte pensando e ripensando a quella frase che avevo detto cercando di capire cosa avessi sbagliato. "Di sicuro non può essersi offeso.." pensavo "forse anche a lui.. no". Mi addormentai. La mattina seguente era già giovedì. Fui svegliata da un botto assurdo, come di qualcosa che si era appena schiantato a terra. Mi alzai preoccupata e notai un silenzio tombale. Scalza raggiunsi la cucina più in fretta che potevo e vidi Lorenzo immobile in punta di piedi proprio davanti un vassoio di vetro frantumato in mille pezzi con sopra biscotti sparpagliati e quella che doveva essere una tazza con del latte, ovviamente sparso per tutto il pavimento. Guardai prima a terra, poi guardai lui. Aveva gli occhi spalancati e le labbra serrate, formando sul suo viso una sola linea orizzontale. Era talmente buffo che scoppiai a ridere senza freni.

Favij? No, Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora