Capitolo 20

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Correvamo. Il cuore batteva sempre più forte, ma non per la fatica, per lui. Le sue risate durante la corsa e i suoi sguardi divertiti mi riempivano l'anima. Sentivo di non desiderare più nulla in quel momento, perché lui era il mio tutto. Volevo solo continuare a correre, a ridere, a viverlo. Momenti che avrei voluto non avessero mai fine. Eppure stavamo solo correndo.
Corremmo per tre o quattro isolati, fino ad arrivare in una piazzetta abbastanza piccola e poco affollata. Lui si fermò, e io dietro di lui feci lo stesso. Prendemmo un attimo di respiro, poi lui parlò: "Siamo salvi! Abbiamo rischiato di morire!", disse con il fiatone. "Tu sei folle, ma.. mi piace" risposi io sorridendogli. Mi guardò un attimo, divertito e quasi imbarazzato. "Sono le 11:45.. che ne dici di fare un giro e poi andare a prendere qualcosa da mangiare?" mi disse lui. Gli risposi facendo spallucce: "È perfetto! Dove si va?". Lui si portò una mano sotto il mento e dopo averlo accarezzato un po' disse: "Vediamo.. tu dove vorresti andare?" Lì mi bloccai, sapevo benissimo dove volevo andare, ma non sapevo se.. "Lo so! Vuoi andare allo Juventus Stadium, vero?" mi precedette lui. Mi ha letto nel pensiero. Lui sta imparando a conoscermi! Rimasi a bocca aperta per qualche istante, poi feci cenno di sì ripetutamente e velocemente accentuando quella che era la mia voglia di andare lì. Sapevo che quello sarebbe stato l'inizio di una giornata indimenticabile. "Andiamo!" disse lui.

Favij? No, Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora