Capitolo 36

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Era tutto troppo bello per essere vero. Io ero lì e lui era lì. Nient'altro. Guardavo il cielo stellato, poi guardavo lui: non c'era differenza. Eppure i suoi occhi erano le stelle più belle. Il suo sorriso era la mia luce. Uno accanto all'altro ci guardavamo sorridendo, lui tendè la mano verso il mio viso e delicatamente la fece scivolare lungo la mia guancia, mentre io, chiudendo gli occhi, sorrisi assaporando quel momento. Quando li riaprii lui mi stava osservando, scrutava ogni mio più piccolo movimento. Sembrerà strano ma mi sentivo amata. Non ho mai saputo cosa significasse amare, non ero mai stata innamorata e non avevo mai avuto nessuna storia con qualche ragazzo. Però quella sensazione che mi invadeva l'animo mentre stavo con lui mi somigliava tanto all'amore. Poi un pensiero si insediò nella mia mente nel mentre di quegli attimi stupendi di silenzio: non posso innamorarmi di lui, siamo cugini! Questo mi devastó. Spostai il mio sguardo intristito verso il cielo, e lui non poté non notarlo. In quel momento avrebbe potuto chiedermi cosa avevo, rattristirsi con me per un motivo che infondo non conosceva, ma non lo fece. Sì buttò sopra di me e tenendoci rotolammo insieme sul prato che aveva una leggera pendenza. Ridemmo un sacco e quando la nostra corsa terminò ci ritrovammo davvero vicini. Io ero stesa sul prato, e lui in ginocchio accanto a me tenendo le mani appoggiate una alla desta e l'altra a sinistra del mio corpo con le braccia tese e il viso sopra di me, e stava a guardarmi divertito. Io risi ancora e lo guardavo, e in cuor mio lo ringraziavo.

Favij? No, Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora