Capitolo 51

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Non ho idea di cosa lui avesse voluto dirmi, ma dopo quel momento ha assunto uno strano comportamento. Era distante, immerso nei pensieri e direi quasi triste. Quando arrivammo silenziosamente a casa, io andai verso la mia stanza, pensando di essere una presenza non gradita. Lui allo stesso modo si rintanò nella sua stanza e cominciò a registrare. Furono i 45 minuti più brutti di quei giorni a Torino. Pensavo e ripensavo a un po' tutto. Mi facevo tante domande e passai tutto il tempo a pensare. Lo sentivo dalla mia stanza registrare, sentivo le sue parole e la sua risata. Pensavo che ce l'avesse con me e invece, dopo quei lunghissimi 45 minuti si fiondò nella mia stanza spalancando la porta facendomi prendere un infarto. "Ah, sei qui! Mi hai fatto spaventare! Perché non sei venuta in stanza? Ti aspettavo.." disse lui entrando e sedendosi sul mio letto accanto a me. "Beh.. io.. pensavo che tu non volessi che io.." dissi prima che mi zittì parlandomi di sopra scutendo la testa: "Non devi mai pensare una cosa del genere." Io lo guardai e poi distolsi lo sguardo. "Metti il costume, se fra 10 minuti non sei pronta porto Cat Mario a posto tuo." disse alzandosi e chiudendosi la porta alle spalle dopo avermi fatto un tenero occhiolino. Io mi preparai e mi diressi verso la cucina. "Ma sono già le 18, dove ha intenzione di andare?" pensavo mentre camminavo. Arrivata lì lo trovai intento ad imbottire con dei salumi dei panini all'olio. "Panini?" dissi io. "Dovremmo pur mangiare qualcosa stasera, no?" mi rispose.

Favij? No, Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora