Capitolo 11

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Durante e dopo il gioco fu un continuo scherzare, prenderci in giro, e picchiarci per finta. Tra noi si era creato un rapporto bello come quello di amici che si conoscono da una vita. Mentre andavamo in cucina, io camminavo davanti e lui si divertiva a darmi dei piccoli spintoni sulla schiena, e quando io mi giravo sorridendo, lui guardava altrove con aria di finto innocente. Io gli davo un leggero pugno sulla spalla e lui fingeva di essersi fatto male. Allora io gli facevo delle smorfie e lui faceva delle facce buffe. Poi ridevamo insieme. Come era bello. Sarei stata lì a ridere con lui per sempre. Giungemmo in cucina, continuando a ridere. Alla vista dei nostri genitori contenemmo le nostre risate e ci sedemmo a tavola con loro. "Allora.. siete stati chiusi in quella stanza un intero pomeriggio! Cosa avete fatto di bello?" Chiese mia madre a noi due, che ci accomodammo negli unici due posti liberi, che erano uno accanto all'altro. "Beh, abbiamo giocato ad un videogame" dissi guardandolo in faccia con un aria divertita. "Ha un futuro come videogiocatrice" disse lui scherzando. I nostri genitori risero e noi ci guardavamo in faccia trattenendo le risate causate dai ricordi di quei momenti esilaranti.
Durante la cena chiacchierammo tutti insieme, dopo ci accomodammo in salotto per continuare la discussione. Io e Lorenzo sembravamo anche un po' annoiati dalle solite chiacchiere dei grandi. Soliti argomenti: lavoro, crisi, politica, e notizie di cronaca. Io e Lory eravamo seduti uno di fronte all'altro e ci lanciavamo degli sguardi, poi ci facevamo delle smorfie. Ogni tanto ci dicevamo qualcosa senza emettere suoni, leggendo ognuno il labiale dell'altro. Riusciva a farmi divertire anche con poco.
Si fece tardi, e stanchi per il viaggio i miei decisero di andare a dormire. Io non volevo. Non avevo sonno. Ma cosa potevo fare?

Favij? No, Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora